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SETTIMO TORINESE

Gabriele Vacis premiato a teatro e protagonista in tv

Al regista settimese va il premio ANCT Hystrio 2024. E su Rai Uno è nel cast di attori della quarta stagione de "L'amica geniale"

Gabriele Vacis premiato a teatro e protagonista in tv

Giornata memorabile anche per la compagnia teatrale PoEM, prima volta sul palcoscenico a Roma con il "Risveglio di Primavera"

Per il regista settimese Gabriele Vacis è stata una giornata memorabile. Giorno lunedì 11 novembre: all’età di 69 anni, Vacis è stato premiato a Padova dall’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, sodalizio presieduto da Giulio Baffi, con il premio Hystrio 2024. Poi, in serata, Rai Uno ha mandato in onda la prima puntata della quarta - e ultima - stagione della fortunata serie televisiva “L’Amica Geniale”, diretta da Laura Bispuri, in cui il nostro regista veste i panni dell’attore interpretando il nonno austero delle figlie della protagonista, l’attrice Alice Rohrwacher. “L’amica geniale” è tratto dal romanzo di Elena Ferrante e la serie televisiva ha conquistato i favori del pubblico e della critica in Italia e anche negli Stati Uniti. Milioni di telespettatori davanti allo schermo.

E gli attori di Potenziali Evocati Multimediali, i PoEM? Erano a Roma, prima a lavorare in "schiera" con gli studenti dell’Università La Sapienza e poi in scena, al teatro Ateneo, con il “Risveglio di Primavera”. Prima volta nella Capitale anche per la compagnia teatrale presieduta da Erica Nava e fondata a Settimo Torinese nel dicembre 2021. 

Dopo la sua recente e magistrale interpretazione per il trentennale di “Novecento” di Alessandro Baricco, in compagnia dei suoi allievi e dello scenofono Roberto Tarasco, Gabriele Vacis ha dimostrato di essere in una fase di grande intensità artistica, uno stato di grazia intellettuale e creativo che meriterebbe di essere veicolato ovunque nella sua essenza: l’artista forgia con estrema efficacia narrativa le chiavi di accesso per decifrare concetti esistenziali a cui tutti tendono come, ad esempio, il confronto tra generazioni, la bellezza, la giustizia e l'accoglienza. Vacis nel suo cassetto ha sicuramente ancora tanti sogni, ma è indubbio che abbia consolidato e testato, si può dire scientificamente e su ampia scala, certi meccanismi di linguaggio che mettono tutti d’accordo: impossibile non capire. Anzi, impossibile non “comprendere”. E questa ricerca costante della consapevolezza collettiva e universale ha prodotto parecchi casi di successo durante gli Awareness Campus, una sorta di seminari in cui la partecipazione è così profonda al punto da contribuire alla produzione dei testi da mettere in scena. Nell’ultimo appuntamento di settembre condotto a Pisciotta, un comune di tremila abitanti in provincia di Salerno, le generazioni si sono consolidate in una comunità compatta e rinnovata proprio dalle pratiche teatrali. Bambini, genitori e nonni insieme. Non è soltanto spettacolo, è ben di più. Ed è questo che si legge nella motivazione pubblicata da ANCT e dedicata al premio assegnato a Gabriele Vacis: oltre al teatro, c’è un percorso umanistico a cui si dovrebbe attingere per far evolvere i linguaggi contemporanei, affinché le istituzioni possano prendersi cura di questa società in maniera puntuale e autentica. 

A Padova c’era anche sua figlia Giulietta, giovane autrice con cui Gabriele ha ricostruito il romanzo postumo della compianta moglie Antonia Spaliviero, intitolato “La compagnia Natalia”, ambientato in un luogo che ricorda molto la città di Settimo. Un’opera letteraria pubblicata dalla Sellerio Editore che ha conquistato robusti consensi di critica e di vendite. A conferma di un talento che va oltre il teatro. 

La motivazione dei critici nazionali ANCT

Da più di 40 anni protagonista della scena nazionale, anche se sempre a rigorosa distanza dalle luci della ribalta, forse per riservatezza tipicamente piemontese, Gabriele Vacis ha contribuito a disegnare la fisionomia del teatro italiano contemporaneo. Con Laboratorio Teatro Settimo, fondato con un gruppo di amici, complici nel 1982, conia un originale linguaggio in cui convivono il nascente teatro di narrazione, una cifra visiva tanto apparentemente semplice quanto emotivamente coinvolgente, e un dichiarato impegno “politico” nutrito dalla granitica convinzione che il teatro debba essere frutto di necessità, umana, etica e sociale. Un’idea costantemente alla base del percorso compiuto da Vacis anche dopo la fine dell’esperienza di Laboratorio Teatro settimo: anni in cui all’attività di regista, si affianca quella di pedagogo, non solo per l’insegnamento alla Scuola Paolo Grassi o all’Università Cattolica ma anche con l’elaborazione e la pratica della cosiddetta schiera”, debitrice della lezione di Grotowski e fondata sulla necessità della consapevolezza di sé e dell’ascolto da parte degli attori. Una vocazione pedagogica che di recente ha favorito la nascita della compagnia PEM (oggi PoEM ndr), fondata dagli attori diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino alla fine del suo triennio di direzione: un virtuoso passaggio di consegne , in cui il regista ha messo a disposizione una generosa volontà di trasmissione di saperi ed esperienze, unita a un’attitudine al dialogo e a un fertile confronto intergenerazionale quanto mai raro in questo paese. 

Il presidente dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, Giulio Baffi.

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