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08 Novembre 2024 - 23:31
Crescentino, si è riunito in un momento di profonda riflessione e memoria, a trent’anni dalla tragedia che segnò la vita di questa comunità. Era la notte tra il 5 e il 6 novembre del 1994, quando un’alluvione devastante stravolse il paesaggio e portò via con sé vite preziose, tra cui quelle di due giovani sorelle crescentinesi, Loredana e Maria Teresa Ierinò, di appena 15 e 21 anni. In loro memoria, la piazza che oggi porta il loro nome è diventata il cuore pulsante di una commemorazione non solo per ricordare, ma anche per fare tesoro del passato.
“Impariamo dal passato, per costruire un futuro più sicuro”
Davanti a una folla commossa, il sindaco Vittorio Ferrero ha pronunciato parole di grande intensità, ricordando il sacrificio delle sorelle Ierinò come simbolo di una tragedia che ha toccato profondamente tutto il Piemonte. “Quello che è successo trent’anni fa dev'esserci di lezione,” ha detto, “per evitare che possano ripetersi tragici fatti del genere, che causarono 69 morti in Piemonte e migliaia di sfollati. La nostra comunità ha saputo risollevarsi, ma nessuno potrà mai riportare in vita le persone scomparse.” Parole dure, che risuonano come un richiamo alla responsabilità e alla resilienza.
Il sindaco di Crescentino, Vittorio Ferrero
All'evento erano presenti anche il prefetto Lucio Parente e il presidente della provincia Davide Gilardino, accanto ai cittadini, ai volontari e alle autorità locali. Un segnale importante di vicinanza e unione che, come ha sottolineato il prefetto Parente, “deve ricordarci l'impotenza dell'uomo di fronte alla natura e l’importanza di essere pronti e uniti.” Parente ha evidenziato come la memoria delle due giovani donne sia il perno che tiene insieme la comunità, unita nel dolore e nell'impegno a prevenire future tragedie.
Una comunità trasformata dalla tragedia
In quei giorni di trent’anni fa, il fiume Po uscì dal suo alveo e devastò paesi e città. Crescentino fu tra i comuni più colpiti, ma da allora il paese ha costruito un solido sistema di Protezione Civile che lavora con determinazione per garantire la sicurezza del territorio.
Il sindaco Ferrero ha voluto sottolineare l’importanza di questo percorso, che portò la comunità a strutturarsi meglio e a maturare una coscienza collettiva. “Oggi abbiamo più difese,” ha aggiunto, “ma dobbiamo mantenere alta l'attenzione.”
“Mai più” come motto e promessa
Per i crescentinesi, la memoria di Loredana e Maria Teresa Ierinò è una ferita aperta, ma anche un simbolo di quanto sia preziosa la vita e di come un’intera comunità abbia saputo trovare forza nella tragedia. La commemorazione è terminata con un minuto di silenzio, un attimo di raccoglimento che ha cristallizzato l’impegno di Crescentino a onorare la memoria delle vittime, lavorando ogni giorno per un futuro in cui tragedie come quella del 1994 non abbiano a ripetersi.
In un mondo che cambia e che si fa sempre più imprevedibile, il monito di Crescentino suona come un avvertimento e un insegnamento: il rispetto della natura, la solidarietà e la preparazione sono le fondamenta su cui costruire una società più sicura e resiliente, per il bene delle generazioni future.
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