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Il caso
07 Novembre 2024 - 18:53
Il dottor Piergiorgio Bertucci, medico infettivologo Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) dell'azienda sanitaria locale To4
Dopo i casi della scuola primaria di Cavagnolo e del liceo Isaac Newton di Chivasso, dove sono stati segnalati sospetti di scabbia con l'infezione di due alunni, abbiamo chiesto all'Asl To 4 ragguagli sulle misure da tenere per evitare il contagio.
Ci ha risposto il dottor Piergiorgio Bertucci, medico infettivologo Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) dell'azienda sanitaria locale To4.
Dottor Bertucci, quali sono i sintomi iniziali della scabbia e come si può riconoscere?
La scabbia umana è una malattia parassitaria della cute causata da un acaro (Sarcoptes scabiei variante hominis) la cui presenza è indicata dalla presenza di papule, vescicole o piccoli cunicoli lineari. E’ caratterizzata da intenso prurito, soprattutto di notte. Il prurito è il sintomo “cardine” e può essere presente anche in assenza di segni cutanei particolari.
In che modo avviene il contagio della scabbia nelle scuole e quanto è facile trasmetterla?
La scabbia causata dall’acaro Sarcoptes scabiei var. hominis colpisce solo l’essere umano. La trasmissione dei parassiti avviene per contatto diretto cute-cute o indiretto: la trasmissione attraverso biancheria e lenzuola si verifica se questi effetti sono stati contaminati da poco da una persona infestata. L’acaro, se non è a contatto con la cute, non vive più di 3-4 giorni.
Quali sono le misure di prevenzione che genitori e insegnanti possono adottare per limitare la diffusione della scabbia?
La prevenzione primaria consiste nell’educazione sanitaria sulle modalità di trasmissione al fine di prevenire l’infestazione.
Quando l’infestazione è presente:
- Ricercare altri casi di infestazione.
- Trattare a scopo preventivo i familiari e i contatti stretti, sintomatici e non. Ogni caso deve essere trattato seguendo le indicazioni del medico curante o dello specialista (dermatologo, igienista, infettivologo). Il farmaco per la cura della scabbia va prescritto da tali professionisti.
E’ fondamentale che i trattamenti siano condotti in modo coordinato assicurando l’esecuzione precisa di ogni prescrizione.
Il dottor Piergiorgio Bertucci, medico infettivologo dell'Asl To 4
La scabbia può causare complicazioni gravi o è sempre gestibile con trattamenti standard?
Complicazioni possono avvenire soprattutto nei soggetti immunodepressi; in particolare, sovrainfezioni batteriche possono presentarsi soprattutto a seguito di lesioni da grattamento. Ciò avviene difficilmente, se si seguano le indicazioni per il trattamento.
Come viene trattata la scabbia e quanto tempo occorre per una completa guarigione?
Premesso che il trattamento va prescritto dal medico, generalmente viene prescritto con farmaci sia topici (pomate/creme), sia sistemici (farmaci che si assumono per via orale), ma naturalmente la gestione terapeutica può variare a seconda della persona interessata e della presentazione clinica, più o meno importante.
Sono necessari una rigorosa esecuzione del trattamento e uno stretto controllo dello stesso: 7-10 giorni dopo il trattamento, è necessario eseguire una nuova visita di controllo dei casi identificati e l’individuazione di eventuali casi secondari, anche per verificare la necessità di un secondo trattamento, spesso necessario per eliminare eventuali nuove larve, considerando che i farmaci antiscabbia non hanno una buona attività ovicida (non uccidono le uova dell’acaro).
E’ fondamentale che i trattamenti siano condotti in modo coordinato assicurando l’esecuzione precisa di ogni prescrizione.
Esistono gruppi a rischio che potrebbero sviluppare forme più severe di scabbia?
Certamente vi sono categorie a maggior rischio, in primis, le persone immunodepresse (per esempio, per malattie o per alcuni trattamenti farmacologici immunosoppressivi, come alcuni tipi di chemioterapia). Ovviamente potrebbero (ma non è detto) sviluppare forme più avanzate coloro che, per un motivo o per un altro, non accedano alle cure del caso.
Come possono le scuole gestire i casi confermati di scabbia e quali misure devono essere adottate per contenere un eventuale focolaio?
Il soggetto affetto dovrebbe astenersi dalla frequentazione della scuola sino al giorno successivo all’inizio del trattamento.
E’ opportuno effettuare una visita di controllo agli scolari e al personale docente della stessa classe (nonché ovviamente ai contatti stretti) ed effettuare il trattamento specifico dei casi riscontrati nonché valutare il trattamento preventivo di coloro che abbiano avuto contatti stretti con la persona affetta.
Nell'ambiente gli acari di solito non sopravvivono più di 48-72 ore e muoiono rapidamente se esposti a una temperatura di 50°C per 10 minuti. La normale pulizia e disinfezione degli ambienti scolastici è di norma sufficiente a garantire la limitazione dei contagi indiretti.
La scabbia può essere diagnosticata rapidamente? Sono necessari esami specifici per confermare la diagnosi?
L’elemento più importante affinché la scabbia sia diagnosticata rapidamente è porre il sospetto: in caso di prurito intenso (soprattutto notturno, ma non solo) è opportuno far controllare la persona sintomatica.
Spesso può essere presente un'eruzione cutanea (papulare) simile a brufoli. Le zone più colpite sono il polso, le pieghe tra le dita, il gomito, l'ascella, il capezzolo, il pene, l'inguine, la vita, la zona periombelicale, la linea della cintura e i glutei. L'eruzione cutanea può anche includere minuscole vescicole e squame. Il grattamento delle eruzioni cutanee può causare irritazioni; queste lesioni a volte vengono infettate dai batteri. Quindi, principalmente la diagnosi della scabbia si basa sui segni e sui sintomi (osservazione clinica delle eventuali lesioni della pelle e – come sintomo principale –del riferito prurito).
Cosa dovrebbero fare i genitori in caso di sospetta scabbia nei loro figli?
I genitori dovrebbero avvertire il medico o pediatria di famiglia per il controllo dei loro assistiti e la prescrizione dell’idoneo trattamento (anche preventivo, per i contatti familiari). Ovviamente dovrebbero fare attenzione al contatto con le lesioni o comunque con la cute di coloro per i quali ci sia certezza o forte sospetto di scabbia e nei contatti stretti della persona affetta.
Come si gestisce l’igiene di oggetti e spazi frequentati dalle persone infette?
La pulizia e la disinfezione standard degli ambienti è generalmente sufficiente, tranne in casi in cui si abbiano manifestazioni molto severe della malattia (scabbia “norvegese”, per esempio, una forma molto importante che colpisce però per lo più i soggetti immunodepressi). Soprattutto in caso di scabbia severa (scabbia crostosa o norvegese) è raccomandato di passare accuratamente l'aspirapolvere su mobili e tappeti nei locali utilizzati da queste persone, o di utilizzare apparecchiature a getto di vapore (che sono comunque utili in casa, ove, a differenza per esempio degli ambienti scolastici, mobilia – poltrone o divani – ed eventuali tappeti possono non essere facilmente lavabili).
Ovviamente evitare di scambiarsi gli indumenti tra persone diverse o di riutilizzare gli stessi indumenti dopo aver eseguito il trattamento, senza averli prima sottoposti a idoneo lavaggio.
Lavare accuratamente lenzuola e capi di abbigliamento è molto importante: lenzuola e vestiario delle persone affette vanno lavati a temperatura superiore a 60°C; i capi non lavabili a temperature elevate andrebbero chiusi in sacchetti di nylon da almeno tre giorni fino a una settimana.
La scabbia può lasciare effetti a lungo termine o cicatrici sulla pelle?
Lesioni cutanee possono residuare in caso di forme gravi di scabbia (crostosa o norvegese), ma soprattutto in caso di infezioni secondarie della pelle, se non adeguatamente trattate, ma praticamente sempre le lesioni guariscono a distanza variabile di tempo. Non sono noti altri effetti a lungo termine anche se l’impatto psicologico può determinare sintomi “fantasma” (sensazione di prurito anche a distanza di settimane dalla guarigione) e una sensazione di disagio.
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