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Costume e società
02 Novembre 2024 - 19:47
Antonio Augelli
“La città si fece piccola,” scrive Antonio Augelli, consigliere comunale di Settimo Torinese, tra i protagonisti di un Halloween degno di nota, in cui a spiccare è stato proprio lui, con l’associazione “Accendi lo spirito,” trascinando i cittadini in balli, canti e sorrisi a profusione. Nel post trionfano parole come “famiglia, svago e divertimento per tutti.”Un’ode all’allegria, insomma, quella che per Augelli dovrebbe rappresentare il vero ideale per Settimo.
Ora, senza nulla togliere alla serata “incredibile,” viene da chiedersi se davvero questi siano gli “ideali” che un consigliere comunale dovrebbe promuovere come pilastri di una città che non è Disneyland e neppure Las Vegas.
Per carità, chi potrebbe mai dire no a una festa? La piazza in festa, generazioni unite, tutti a divertirsi… ma un consigliere comunale non dovrebbe solo fare ballare.
Le priorità, anche per rispetto di quei “consiglieri comunali” che lo hanno preceduto e che gli “ideali” ce li avevano per davvero, dovrebbero essere altre. Chissà che cosa stanno pensando Silverio Benedetto, Daniele Volpatto, Giuseppe Corica. E se ci stesse guardando da lassù, chissà che mal di pancia saranno venuti a sentire di questi nuovi ideali al defunto Giovanni Ossola.
Possibile che Augelli, volto nuovo del Pd cittadino, non abbia tra i suoi ideali anche qualche problemino quotidiano che affligge i cittadini di Settimo Torinese?
Per esempio, tra un “uaua” e l’altro, lo sa che c’è chi in città si scontra con strade che ricordano un percorso di guerra e buche che mettono a rischio invalidi e anziani?
Ha sentito parlare dell’erba alta che ha trasformato i parchi in giungla? E delle mense scolastiche che servono anche i vermi e non è un’innovazione culinaria? E poi i trasporti, il disagio di chi non arriva alla fine del mese, dei disabili, degli anziani e di chi vive in un garage.
Se Augelli fosse solo un animatore, andrebbe tutto bene, ma da consigliere comunale, forse non sarebbe male dedicare un po’ più di attenzione a queste “banalità”. Poi è vero che è più facile far festa, meno politica e più spettacolo, ancor più se si è parte integrante di un'amministrazione post-ideologica che ha ormai perso ogni bussola e del “centrosinistra” non ha più nulla.
C’è però un aspetto che vogliamo sottolineare seriamente: se fare il consigliere comunale significa dare autorevolezza alla propria attività di animatore, abbiamo un piccolo problema di conflitto d’interessi.
Un problema che forse meriterebbe una riflessione approfondita e suggeriamo una lettura veloce della Carta di Pisa, il codice etico che invita i politici a mantenere una netta separazione tra i propri interessi e il ruolo pubblico ricoperto.
Va bene l’entusiasmo giovanile, ma l’incarico di consigliere comporta delle responsabilità che vanno ben oltre la gioia di organizzare eventi, ancor più da chi ha racimolato più di 600 voti alle elezioni e — non abbiamo dubbi nel credere — da persone che han creduto in lui.
C’è un’intera città che attende risposte su questioni concrete: la qualità dei servizi, il degrado urbano, la sicurezza nelle scuole e, non da ultimo, una visione politica che vada oltre le serate di svago. C’è un detto che dice che “non si vive di solo pane…” ma neanche si può vivere “di sole feste,” almeno non tutti.
Eppure, si balla, si ride, si canta. L’importante, a quanto pare, è mantenere alto lo “spirito,” accendere sorrisi e distogliere l’attenzione da quei piccoli dettagli quotidiani che tanto piccoli non sono.
Alla fine, le feste passano, ma i problemi restano. Siamo certi che questo sia il futuro che Settimo si merita?
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