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Scandaloso

Via Virgilio 20, la villetta degli orrori dell'Asl To4: il degrado resta, i topi ballano

L’intervento tanto atteso lascia solo un tappeto di rovi e rifiuti. Residenti esasperati e l’Amministrazione ancora assente, mentre la villetta diventa ritrovo per topi, serpenti e festini clandestini

ERBA TAGLIATA

Ricordate la “villetta degli orrori” in via Virgilio 20, a Settimo Torinese? Proprio quella di proprietà ASL To4, un tempo  RSA per anziani, oggi trasformata in un “ospizio” per ratti, serpenti e pantegane. Una casa che avrebbe dovuto garantire assistenza e serenità agli anziani, ridotta ora a un rifugio per il degrado e a un invito per la fauna urbana, che trova lì cibo e riparo in abbondanza.

Dopo mesi di proteste, lamentele e segnalazioni inascoltate, qualcosa si era mosso. Complice un nostro servizio, corredato da immagini inequivocabili, che mostrava senza filtri lo stato di abbandono imbarazzante in cui versava la villetta.

Sembrava che all’improvviso qualcuno in ASL To4 si fosse risvegliato dal letargo istituzionale, annunciando un intervento imminente per sanare quella che si stava ormai trasformando in una discarica biologica.

“Interveniamo la prossima settimana…” avevano dichiarato con enfasi, come per placare le crescenti critiche.

E l’intervento è arrivato.

Una ditta è comparsa, armata di decespugliatori e buona volontà, per tagliare rovi e erbacce che ormai coprivano ogni angolo della proprietà. Sembrava un miracolo, un raggio di luce nel grigiore dell’abbandono. Ma – ed ecco il vero colpo di scena, la ciliegina sulla torta – dopo aver tagliato e potato, si sono ben guardati dal portare via i resti.

Tutto è rimasto lì, alla mercé degli elementi e, soprattutto, di ratti e serpenti.

In pratica, una foresta di rovi secchi e sterpaglie ora adorna ogni angolo del giardino, come un tappeto di benvenuto per ogni genere di animale che voglia banchettare indisturbato. Chi vive nei paraggi descrive una scena quasi surreale: una distesa di erbacce in decomposizione, mentre ratti e piccioni fanno capolino al tramonto, sentendosi padroni incontrastati di questo angolo di abbandono. Un’oasi del degrado, insomma, che rispecchia fedelmente l’indifferenza di chi dovrebbe prendersene cura.

E la sindaca Elena Piastra? Il Comune avrebbe il dovere di intervenire, specie di fronte a uno scempio così evidente, e lei di certo non può non essere a conoscenza del problema.

In fondo, ha ricevuto lettere su lettere, appelli dai cittadini, richieste di intervento dai vigili urbani. Eppure, sembra avere sempre altro a cui pensare. Tra le riunioni di Ali Nazionale e Ali Regionale e le parate istituzionali, senza dimenticare l’instancabile attività sui social, pare non avere il tempo per le questioni meno “fotogeniche” della città.

“Le abbiamo scritto più volte”, raccontano i residenti del quartiere, ormai esasperati.

“Ma niente. Nemmeno una parola di risposta.” Così la villetta continua a versare nello stesso stato di abbandono, come un simbolo dell’incuria.

Ma l’assurdità non finisce qui: l’edificio è diventato la location ideale per festini clandestini, lontano da occhi indiscreti.

Gli abitanti della zona ci riferiscono di frequenti movimenti sospetti: gruppi di persone che arrivano di notte, approfittando del buio e del silenzio.

È un angolo perfetto per chi vuole divertirsi senza rischiare di essere disturbato. A parte dai vicini, ovviamente, che ormai hanno rinunciato a qualsiasi illusione di ordine e vivibilità.

Tra topi che scorazzano in cortile, rumori notturni e il degrado che avanza senza freni, il quartiere si è rassegnato a convivere con l’abbandono.

Alla fine, rimane solo un senso di amarezza per una città che, a parole, si definisce modello di vivibilità e attenzione al cittadino, ma che nella realtà fatica a risolvere anche i problemi più banali.

Settimo sarà pure “bella da vivere” per chi ha tempo e voglia di seguire sui social le avventure della sindaca, sempre sorridente, sempre impeccabile. Ma per chi vive quotidianamente questo degrado, le cose sono ben diverse.

OGGI, IERI

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la casa degli orrori

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