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Italia ’90 e gli sprechi dimenticati: l'ultimo tentativo per l’ex bocciodromo del Canavese

Una cattedrale nel deserto cerca casa

Cuorgnè

L'ex bocciodromo di Cuorgnè venne realizzato con i fondi di Italia '90

L'ex bocciodromo di via Braggio a Cuorgnè è il simbolo di un sogno svanito. Costruito con un investimento di 2 miliardi delle vecchie lire, stanziate dal Coni in occasione dei Mondiali di calcio di Italia ’90, questo spazio avrebbe dovuto rappresentare una risorsa sportiva per la comunità, ma si è trasformato in uno scheletro abbandonato.

Da almeno vent’anni, varie amministrazioni hanno cercato, invano, di farlo rivivere. Ora, con l'amministrazione del sindaco Giovanna Cresto, arriva l’ennesimo bando per l’affidamento della struttura, ma questa volta senza obblighi per una destinazione sportiva specifica.

Una strategia audace che sembra aprire a nuove possibilità. Non abbiamo previsto vincoli,” spiega il sindaco, sottolineando come ora l’edificio possa ospitare qualsiasi attività, anche diversa da quella sportiva, purché sia adattabile. Tra le proposte circolano idee come un centro dedicato al padel, sport in grande espansione, oppure una palestra per arti marziali e boxe. Tutte ipotesi, ma nessuna certezza.

Giovanna Cresto attuale sindaco di Cuorgnè

Per ventiquattro mesi l’affitto sarà di 6.000 euro annui, cifra che aumenterà progressivamente fino a 18.000 euro dal quinto anno. La struttura, dotata di tribune, zona bar, spogliatoi, sala ristorazione e altri locali ancora da allestire, viene concessa allo stato attuale, con alcuni interventi minimi a carico del Comune, tra cui la verifica degli impianti e la sostituzione degli infissi vandalizzati.

L’iter di questo bocciodromo è una storia di promesse mai mantenute. Nata come una struttura ambiziosa, destinata a ospitare eventi sportivi di rilievo, la sua costruzione subì uno stop quando l’impresa vincitrice dell’appalto fallì, e dopo un’alluvione del 2000, il terreno divenne esondabile. Di qui il tentativo di trasformarlo in un bocciodromo, con esito deludente, culminato con un'inaugurazione nel 2011 senza caldaia né fognature. Nemmeno una partita venne disputata nei primi quattro anni, nonostante il clamore suscitato e persino il coinvolgimento della trasmissione Striscia la Notizia.

Nel tempo, l’impianto ha rappresentato un peso finanziario per il Comune e la cittadinanza, che di fatto hanno sostenuto le spese per una struttura inutilizzata. Negli anni successivi, con l’amministrazione di Beppe Pezzetto, si investono ulteriori 350.000 euro per rinnovare gli impianti e tentare una riapertura, ma senza successo. Anche la recente ipotesi di trasformarla in palestra scolastica è naufragata: i costi stimati superavano le risorse disponibili.

Il nuovo bando lancia un’ultima sfida a questa “cattedrale nel deserto” di via Braggio: restituirle un futuro, non solo per salvaguardare un patrimonio immobiliare abbandonato, ma anche per interrompere la lunga serie di sprechi iniziata con Italia '90. La scadenza per le offerte è fissata al 4 novembre. 

Resta da vedere se qualcuno riuscirà, finalmente, a spezzare il circolo vizioso di abbandono e fallimenti.

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