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Ristoranti
22 Ottobre 2024 - 06:30
“Chi dice che il denaro non fa la felicità, oltre a essere antipatico, è pure fesso”. Così avrebbe commentato Antonio De Curtis, dopo che il suo celebre alter ego Totò è sparito anche dal celebre ristorante casellese, “Totò e Peppino” in strada Aeroporto.
Il titolare Roberto Sciarrillo, ultimo superstite del marchio registrato, lo ha rimosso seguendo la strada di molti colleghi che avevano ricevuto ingiunzioni di pagamento dagli eredi di Totò per poter mantenere il soprannome e su tutti i materiali utilizzati dai locali. Ora il ristorante si chiama “Don Peppino”, mantenendo il solo riferimento a un grande partner di Totò, Peppino De Filippo.
«È una questione di rispetto per mio nonno - aveva dichiarato Elena De Curtis al “Mattino” di Napoli - Ci imbattiamo ovunque, nei posti più impensati, nel suo nome e nelle sue foto utilizzati senza il minimo rispetto del diritto all’immagine». Il tribunale di Torino aveva dato ragione agli eredi, fissando una cifra di 200 euro per ogni indebito utilizzo dopo la diffida ricevuta dai De Curtis.
Il marchio registrato è riferito ad un qualsiasi segno grafico o parola o suono che abbia ottenuto il certificato di registrazione dalle autorità competenti a seguito di una domanda di deposito e all’esito positivo dell’iter di registrazione. La sua tutela significa che dal momento del deposito della domanda si potrà impedire la registrazione di un marchio identico o simile per prodotti e/o servizi identici o affini a quelli del marchio originale attraverso strumenti amministrativi tempestivi come la domanda di opposizione per impedirne la registrazione del marchio.
Molte pizzerie hanno dovuto cambiare nome: Totò e Macario, di Sant’Ambrogio e Mathi sono diventate rispettivamente Ti e Mi e To e Ma, La casa di Totò di Pianezza ora si chiama To.To.
La richiesta è stata di sospendere tutte le attività finalizzate alla creazione di un brand e di un format di ristoranti e pizzerie richiamanti il nome e l’immagine di Totò, a fronte dell’accertata esistenza sul territorio nazionale di svariate attività che utilizzavano illecitamente la pseudonimo e l’immagine di Antonio De Curtis.
L'esterno del locale prima che cambiasse nome
Il locale di Caselle aveva inizialmente vinto in primo grado. «Ho creato tanto rumore sono il primo ristorante ad essere denunciato dagli eredi della famiglia De Curtis – racconta Sciarrillo - ma grazie a un autografo della signora Liliana De Curtis una grande donna come lo è stato il mio mito il papà Totò ho vinto la prima sentenza da tribunale di Torino».Il ristoratore aveva infatti pubblicato online la foto della dedica «Al ristorante Totò e Peppino» con la firma della figlia di Totò in data 25 maggio 2015. Ma dopo la sua morte pochi mesi dopo è partita l’azione legale.
«Ho cambiato il nome dopo essermi consultato con il mio avvocato - continua Sciarrillo - Adesso Totò è un marchio registrato e anche se sono uscito vincitore e non ho pagato le spese processuali che mi chiedevano, arrabbiati dopo aver incassato molti soldi da tutta Italia, non ho più voglia di perdere tempo con loro, devo lavorare. D’altra parte la gente viene qui per mangiare bene, non per Totò».
Sta da vedere ora se gli eredi di Peppino De Filippo proveranno anche loro ad avere il loro risentimento legale, anche se Sciarrillo ci ride su: «Il mio secondo nome è Giuseppe,“Peppino” posso essere benissimo io!»
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