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Cronaca
21 Ottobre 2024 - 01:17
Ivrea, domenica mattina.
Renzo Grosso esprime il suo sdegno su Facebook: “Buongiorno a tutti... si fa per dire... seconda notte di raid in corso Massimo D'Azeglio. Qualche buontempone non sapendo come finire la nottata si diverte a rovesciare vasi che sono stati messi dal Comune a spese peraltro dei contribuenti...”.
Così inizia la sua riflessione, accompagnata da una lunga serie di foto che documentano il risultato di due notti (venerdì e sabato) di vandalismo indiscriminato.
Le fioriere, circa 200, costate ben 140 mila euro grazie a un contributo della Regione per sostenere i Distretti del commercio, erano state acquistate per "rallegrare" il paesaggio urbano.
O almeno, questo era l'intenzione dell'ex Assessora Costanza Casali. Le prime erano giunte allo scadere della scorsa amministrazione comunale, tutte griffate Ugo Nespolo e perlopiù posizionate in via Palestro e via Arduino. Le altre "senza griffe" sono arrivate dopo e posizionate ovunque.
La reazione sui social è immediata e feroce. Decine di commenti, condivisioni e discussioni accese. Roberto Vallino propone soluzioni semplici: “Ci vogliono le sberle sul muso, vedi che ti passa la voglia”.
Un altro utente, più incline a teorie del complotto metereologico, suggerisce che il colpevole potrebbe essere il vento. Teresa Fratto infatti non ha dubbi: “Secondo me è stato il vento... da me ha tirato giù le piante”.
Forse non è chiaro che il vento non ha mani, ma in questi tempi di complottismi va bene tutto.
E c’è chi, come Maria Piras, va dritta al punto: “Non sono ragazzate”, seguita da Alberto Sicco che rilancia con un richiamo alla “Repressione, Repressione e Repressione”. Parole forti che riflettono il clima teso in città, dove l’idea che questi atti siano solo un divertimento adolescenziale non convince più nessuno.
L’episodio, oltre a sollevare il solito dibattito sulla sicurezza e la gestione dello spazio pubblico, riaccende una questione ormai annosa: chi si occupa davvero della città? Se si deve aspettare il Comune siamo freschi.
Nel frattempo, c’è chi spera che le telecamere di sorveglianza possano mettere fine a questo triste spettacolo.
"Ci saranno telecamere per risalire ai colpevoli?", si chiede Alicia Pregione, a cui molti rispondono con l’ormai scontata frase: “Ma le telecamere non servono a nulla, se nessuno poi fa nulla”.
Ivrea, tra vasi rovesciati e indignazione social, sembra destinata a trascinarsi in un déjà vu di vandalismi e polemiche.
Un ciclo che si ripete, senza soluzioni reali all’orizzonte. Forse, come suggerisce qualcuno, non resta che aspettare che i vandali decidano di cambiare hobby.
O che finalmente qualcuno prenda in mano la situazione, non solo con parole e foto, ma con azioni concrete.
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