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Salassa

Strade colabrodo in Canavese: buche e disagi, la protesta esplode

Traffico pesante e degrado mettono a rischio la vita dei cittadini, l'ex sindaco Gelmini scrive a Smat

Il disastroso stato delle strade in Canavese

Il disastroso stato delle strade in Canavese

L’abbandono delle strade nel Canavese ha ormai raggiunto un livello insopportabile. È questo il grido d’allarme lanciato dal consigliere comunale di Salassa, Sergio Gelmini, che ha deciso di scrivere una lettera di forte protesta indirizzata al dottor Paolo Romano, amministratore delegato di SMAT, per denunciare il disastroso stato della Strada Provinciale 36, in particolare il tratto tra Salassa e San Ponso. Un problema che persiste da anni, con promesse di intervento mai mantenute, e che ora espone automobilisti, ciclisti e pedoni a rischi quotidiani.

Paolo Romano, amministratore di Smat

Un tratto stradale abbandonato a sé stesso

La SP36, come descritto nella lettera di Gelmini, è da tempo in uno stato di degrado vergognoso. Buche che si allargano ad ogni pioggia, manto stradale danneggiato dagli interventi sulle condotte idriche, e condizioni che costringono i veicoli a guidare "come se ci trovassimo in Inghilterra" – sulla corsia di sinistra – per evitare le voragini. Nei giorni di pioggia, la situazione diventa ancora più pericolosa: la strada si trasforma in un vero e proprio fiume di pozzanghere che rende impraticabile il percorso a piedi e rischioso in bicicletta.

La sicurezza stradale non esiste

Le parole di Gelmini, che un tempo fu sindaco di Salassa, sono cariche di rabbia e frustrazione. Il consigliere denuncia l’assoluta mancanza di sicurezza su una strada che non è solo un'arteria locale, ma una via di comunicazione fondamentale per il traffico pesante diretto verso le zone industriali di Pertusio, Busano, Rivara e Forno Canavese. “Per chi percorre la strada in direzione San Ponso, è praticamente impossibile mantenersi nella corsia di destra”, sottolinea Gelmini, descrivendo una situazione che rappresenta una vera e propria minaccia per la sicurezza dei cittadini.

Promesse mai mantenute

L’aspetto più irritante di questa situazione è che la comunità di Salassa attende da anni un intervento promesso. Già nel 2015, durante una riunione ad Agliè con i responsabili di SMAT, Gelmini ricorda che fu garantito che i lavori di riparazione e sistemazione della SP36 sarebbero stati eseguiti entro il 2016-2017. Tuttavia, siamo alla fine del 2024 e ancora nulla è stato fatto. La strada continua a deteriorarsi, nonostante le continue segnalazioni da parte dei residenti e dei rappresentanti locali.

Un problema che riguarda tutti

La SP36 non è solo una questione locale. Si tratta di una strada percorsa quotidianamente da centinaia di veicoli, che collega diverse aree industriali del Canavese. Il danno al manto stradale non solo rallenta il traffico, ma mina la sicurezza dei lavoratori che si spostano tra i comuni per il proprio sostentamento. SMAT, come responsabile della rete idrica, ha più volte effettuato interventi di riparazione sulle condotte, ma ogni riparazione ha portato a un ulteriore deterioramento della strada. È come se ogni soluzione temporanea servisse solo a peggiorare il problema a lungo termine.

Dove sono finiti i soldi?

Un altro punto cruciale sollevato da Gelmini riguarda le finanze di SMAT. Il consigliere sottolinea che, nonostante il bilancio dell’azienda sia positivo da molti anni, gli interventi essenziali per piccoli comuni come Salassa vengono trascurati. “La stragrande maggioranza della popolazione, che contribuisce puntualmente pagando le bollette, si aspetta interventi concreti,” denuncia Gelmini. E ha ragione: i cittadini di questi comuni sono stanchi di sentirsi abbandonati e di pagare per servizi che non ricevono.

La voce di una comunità esasperata

Nel corso degli anni, le promesse non mantenute hanno alimentato un clima di sfiducia. Le lettere inviate ai giornali, le raccolte firme, e le continue segnalazioni non hanno prodotto risultati. La comunità si sente tradita, e il fatto che SMAT continui a ignorare il problema è visto come un insulto. Perché si continuano a investire fondi in grandi opere, mentre le infrastrutture locali crollano sotto il peso dell’incuria?

Il fallimento delle istituzioni

Questa situazione è il risultato di un fallimento su più fronti: da parte di SMAT, che non ha mantenuto le sue promesse, e delle autorità locali che non sono state in grado di fare pressione per risolvere il problema. Il continuo silenzio delle istituzioni locali, che dovrebbero proteggere gli interessi dei cittadini, è inaccettabile. Gelmini, nella sua lettera, esorta il dottor Paolo Romano a visitare di persona Salassa per rendersi conto dello stato pietoso della SP36, e invita anche i consiglieri regionali e i sindaci della zona a unire le forze per trovare una soluzione.

Segio Gelmini, consigliere di opposizione ed ex sindaco di Salassa

Conclusione

La SP36 tra Salassa e San Ponso è l’emblema di una crisi che riguarda molte aree del Canavese: strade dissestate, promesse non mantenute e cittadini abbandonati a loro stessi. È ora che SMAT e le istituzioni locali si assumano la responsabilità e agiscano, perché non si può più tollerare che una via di comunicazione così importante venga lasciata nel degrado. Il Canavese merita di meglio, e i suoi cittadini non smetteranno di lottare fino a quando non vedranno finalmente le strade sicure che gli erano state promesse.

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