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07 Ottobre 2024 - 02:11
il concerto
Oltre 150 persone, sabato scorso, hanno partecipato al concerto inaugurale "Suoni dalle ARCHItetture" nello Scalone Monumentale Olivetti di Palazzo Uffici, Patrimonio Unesco: un evento che ha saputo unire cultura, storia e memoria della grande figura di Adriano Olivetti.
L'evento, organizzato da Salvatore Lo Tufo, non è stato solo un omaggio alla storia industriale, ma ha reso evidente quanto la sua filosofia imprenditoriale continui a ispirare.
Perché, come diceva lui: "La fabbrica non può guardare solo all'indice dei profitti. Deve ridistribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l'uomo, non l'uomo per la fabbrica...".
Tra il pubblico, una decina di operai e manutentori di Tower RE, la società che gestisce l'immobile per conto della proprietà O Srl. Sono stati invitati in un gesto simbolico che ha reso omaggio all’approccio olivettiano, per il quale l'uomo deve essere al centro della fabbrica, e non viceversa. Questo legame forte tra azienda e comunità locale è stato un tema ricorrente della serata, amplificato dalle testimonianze e dalle citazioni dello stesso Olivetti.
Neanche a dirlo, i biglietti sono andati a ruba in appena 72 ore. La lista d’attesa ha superato le 100 persone, ma, come annunciato dall'organizzatore Salvatore Lo Tufo, il prossimo concerto è già previsto per metà novembre.
Un segnale positivo per la città, che, grazie alla riqualificazione di Palazzo Olivetti e alla valorizzazione del sito UNESCO, sta riscoprendo la propria identità culturale.
La magia della serata è stata scandita dalle note del Venus String Quartet, un ensemble composto da quattro musiciste d’eccezione: due violini, una viola e un violoncello, che ha eseguito brani di compositori come Vivaldi, Bizet e Bellini.
Un’atmosfera solenne ha accolto l’Inno di Mameli, eseguito in onore delle autorità presenti, tra cui il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore, il consigliere comunale Elisabetta Piccoli, il consigliere regionale Mauro Fava (che ha portato i saluti del Governatore Alberto Cirio), il Comandante dei Carabinieri e l’Ispettore capo della Polizia di Stato. Il pubblico ha partecipato con commozione, cantando sottovoce l'inno e dando inizio alla serata in un clima di profondo rispetto.
Il finale del concerto ha reso omaggio alla proprietà campana con l’esecuzione di celebri brani della tradizione napoletana, come O sole mio, Funiculì Funiculà, Torna a Surriento e Santa Lucia. Il pubblico, emozionato, ha accolto con entusiasmo questo tributo musicale, che ha connesso la storia industriale olivettiana alle radici culturali di chi oggi guida lo sviluppo dell'edificio.
Ogni brano eseguito è stato arricchito da una riflessione, una frase tratta dagli scritti di Adriano Olivetti, selezionata da Matteo Olivetti, presidente dell’associazione Spille d’Oro, che ha saputo collegare il pensiero del grande imprenditore alle melodie proposte. Le citazioni hanno rappresentato un'occasione per riflettere sull'eredità culturale di Olivetti, che univa lavoro, bellezza e cultura in una visione innovativa e ispiratrice ancora oggi.
Uno dei momenti più toccanti della serata? Il racconto di Salvatore Lo Tufo, che, come voce narrante, ha condiviso la storia dei suoi genitori, operai calabresi che per trent'anni hanno lavorato con dedizione allo Scalone Monumentale e agli uffici dirigenziali Olivetti. Il suo racconto, intriso di ammirazione per la famiglia Olivetti e di rispetto per i sacrifici dei lavoratori, ha commosso il pubblico, rendendo omaggio a una storia di fatica e dignità che incarna lo spirito dell'azienda.
Anche il consigliere regionale Mauro Fava ha espresso il sostegno alle iniziative culturali legate al sito UNESCO, ribadendo l'importanza di una sinergia tra pubblico e privato per valorizzare il territorio e portarlo all’attenzione nazionale.
La presenza di rappresentanti di istituzioni culturali come l'Archivio Storico Olivetti, ICONA, il Museo Tecnologicamente e il Visitor Centre ha dimostrato la volontà di fare rete e collaborare per preservare e diffondere la memoria di Adriano Olivetti e il suo lascito industriale e culturale.
Durante la serata, Gennaro Palmieri di Tower RE ha parlato degli investimenti che si faranno e della volontà di O Srl di portare avanti nuovi progetti legati all’innovazione e allo sviluppo tecnologico, con un particolare focus sull'intelligenza artificiale (AI).
Parliamo di un investimento di oltre 20 milioni di euro che coinvolgerà, oltre a Palazzo Uffici, anche il centro elaborazione dati e Palazzo Uffici 2. Al piano terra dell'ala ovest verranno realizzati un bistrot e altri servizi per il pubblico. Saranno rimossi i vecchi gabbiotti delle guardie per creare una reception moderna e funzionale, con porte automatiche, e la sala monumentale sarà restaurata, con particolare attenzione a marmi e legni.
Una nuova sezione dell’edificio è già stata occupata da Dayco Europe, che ha trasferito i suoi uffici manageriali da San Bernardo, mentre Konecta continuerà a occupare diversi piani.
In Palazzo Uffici 2, ora vuoto, si prevede la creazione di stanze e mini appartamenti per scopi ricettivi, con trattative in corso con il Politecnico di Torino per ospitare centri legati allo sviluppo dell'intelligenza artificiale, portando Ivrea al centro dell'innovazione. A breve si procederà alla bonifica dell’amianto presente nelle tubature, un lavoro complesso che verrà seguito da ulteriori interventi sugli infissi.
Palmieri ha anche annunciato che questi temi saranno presto discussi ai tavoli decisionali della Regione Piemonte, con l’obiettivo di fare di Ivrea non solo un sito di grande valore culturale, ma anche un centro innovativo e tecnologico per il futuro.
Il sindaco Matteo Chiantore ha colto l’occasione per ringraziare Tower RE e O Srl per gli investimenti che si stanno facendo e che si faranno su Ivrea.
"Questi progetti", ha sottolineato il sindaco, "rappresentano non solo un’importante occasione di rilancio economico, ma anche un'opportunità per sviluppare attività culturali e turistiche fondamentali per la città, ora riconosciuta come patrimonio UNESCO...".
Va aggiunto che l’architetto Matteo Olivetti, pronipote di Adriano Olivetti e presidente dell'Associazione Spille d'Oro, fa parte del team di progettazione, portando un contributo prezioso grazie alla sua conoscenza del territorio e al suo legame storico con l'azienda.
L'iniziativa era inserita nel contesto del Festival dell'Architettura, coordinato da Welc-Home, con il supporto di Alessandro Torri, Luca Di Sarno e Laura Schranz. Il festival mira a promuovere un dialogo tra le diverse espressioni artistiche e la valorizzazione del territorio, sottolineando l’importanza della sinergia tra cultura, storia e innovazione.
Non meno importante è il supporto di diversi partner e sponsor, tra cui Ergotech, ICAS, Comservice S.r.l., Green Corporate e Synergie Italia. La serata si è conclusa con un brindisi offerto dai partner gastronomici locali, come il Ristorante Aquila Nera, l’azienda vitivinicola Gualtiero Onore e Matteo Villa con le "tome di Villa".
Il finale? È ancora tutto di Adriano: "Spesso il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande".
Salvatore Lo Tufo
Palazzo Uffici
Palazzo Uffici fu progettato dagli architetti Gian Antonio Bernasconi, Annibale Fiocchi e Marcello Nizzoli, con i primi studi datati 1952, mentre la costruzione ebbe luogo tra il 1960 e il 1964, subito dopo la morte di Adriano Olivetti, che lo aveva ideato.
L’edificio ha una pianta a tre ali di 70 metri disposte a 120 gradi, collegate da un nucleo centrale esagonale, caratterizzato da uno scalone monumentale. I dettagli architettonici, come gradini in marmo di Carrara e decorazioni di pregio, riflettono lo stile industriale internazionale dell’epoca.
Nella visione di Olivetti, il palazzo fungeva da "agorà", uno spazio di incontro simile a una piazza. Progettato per 2.000 persone, l'edificio garantisce flessibilità nella disposizione interna e facilità nei collegamenti, con un’attenzione particolare all’integrazione nel paesaggio circostante, curato dal paesaggista Piero Porcinai.
Un altro edificio, il Centro Elaborazione Dati (CED), fu completato nel 1962 e si distingue per la copertura sospesa e le pareti vetrate, connesso al Palazzo Uffici tramite una passerella. Negli anni '80 fu realizzato il Palazzo Uffici 2, composto da cinque blocchi quadrati di sei piani, collegati tra loro da scale e ascensori contenuti in strutture circolari, con una mensa di 700 posti ormai in disuso..
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