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Politica
25 Settembre 2024 - 12:19
Beppe De Luca e Gianluca Gavazza
A Chivasso, la Lega sembra aver preso una direzione che nemmeno il più esperto dei navigatori riuscirebbe a spiegare. Pochi giorni fa il segretario cittadino Giuseppe De Luca ha pensato bene di lasciare la poltrona. Dimissioni rapide, inaspettate?
Forse per qualcuno, ma per altri si tratta del naturale epilogo di una storia ormai alla deriva.
De Luca, che non è certo l'ultimo arrivato nella scena politica locale, ha deciso di appendere il simbolo del Carroccio al chiodo.
Pare che la routine cittadina, dove forse non ci sono più nemmeno le classiche battaglie sul controllo dei confini comunali, gli sia risultata troppo monotona.
E in effetti, chi potrebbe dargli torto? Provateci voi a fare politica in una città dove la sede del partito rischia di essere chiusa per sempre.
Sì, avete letto bene: chiusa. Stando a quanto si vocifera, Gianluca Gavazza, l'ex consigliere regionale soprannominato "al maslè" d Torrazza dallo Spiffero, ma che oggi non ha più neanche la macelleria, dopo aver trascorso negli ultimi 5 anni più tempo nelle stanze del potere piemontese che in quelle di Chivasso, potrebbe mettere fine alla gloriosa avventura della Lega cittadina. E il tutto entro il 31 ottobre.
Una data simbolica, non c'è che dire. Halloween, la notte delle streghe, potrebbe essere anche quella in cui le luci della sede della Lega si spegneranno per sempre. Dolcetto o scherzetto?
Per gli appassionati di politica locale, è come se un capitolo epico di una saga finisse nel più banale dei modi: una sede chiusa, una porta sbarrata, e chissà, forse qualche ragnatela a decorare l’ingresso.
Ma perché questa decisione? Cosa sta succedendo dietro le quinte?
La risposta, come sempre, potrebbe essere un mix di noia, disillusione e calcoli politici.
Gavazza, che per anni ha rappresentato la Lega a livello regionale, potrebbe aver semplicemente capito che a Chivasso la fiamma verde si è affievolita troppo per essere ravvivata. D’altronde, gestire una sede di partito in un momento storico in cui i cittadini sembrano più interessati ai bonus governativi che al federalismo è un'impresa titanica. E forse, il buon Gianluca ha semplicemente deciso che è il momento di smettere di combattere contro i mulini a vento.
Certo, resta l’amarezza di alcuni militanti nel vedere un partito che a Chivasso aveva fatto sentire la sua voce ridursi al silenzio. Per anni, la Lega è stata protagonista di vivaci discussioni, battaglie, comizi e volantini. Ma i tempi sono cambiati. Ora sembra che di verde in città sia rimasto solo il colore degli alberi dei viali. E non è che stiamo parlando di una foresta rigogliosa, anzi. Si parla persino di un possibile abbandono della scena politica locale da parte di molti dei fedelissimi del Carroccio.
Una diaspora silenziosa, che fa più male di mille sconfitte elettorali.
E così, mentre la data del 31 ottobre si avvicina, l’immaginario collettivo già si prepara al triste spettacolo di un'altra serranda abbassata.
Ma cosa ne sarà dei militanti? Dei nostalgici? Ci sarà una nuova sede, magari non in piazza della Repubblica, dove si potrà continuare a sognare di indipendenza e autonomia? Oppure, più realisticamente, si lascerà spazio ad altri protagonisti della scena politica? In fondo, la politica è fatta di cicli, e forse per la Lega di Chivasso è arrivato il momento di cedere il passo.
Una cosa è certa: nel piccolo universo politico di Chivasso, questa chiusura potrebbe segnare la fine di un’era. O magari, chissà, solo un temporaneo ritiro prima di una rinascita in grande stile. Dopotutto, i leghisti sono noti per la loro tenacia. Ma fino a quel momento, restiamo con la certezza che il 31 ottobre non sarà solo il giorno di Halloween...
E a proposito di raduni e manifestazioni di fervore leghista, non possiamo dimenticare l'appuntamento annuale per eccellenza: il mitico raduno di Pontida, il cuore pulsante dell’orgoglio padano, dove Matteo Salvini si ritrova con i suoi fedelissimi per rilanciare le battaglie di sempre. Questa volta ci sarà anche un ospite speciale: Viktor Orbán, il premier ungherese.
I leghisti chivassesi parteciperanno o no?
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