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Sanità

Scienze infermieristiche: pochi iscritti a Ivrea. E' allarme!

Grave carenza di interesse per il Corso di Laurea in tutta la regione. Il Nursind lancia un appello

Giuseppe Summa del Nursind

Giuseppe Summa del Nursind

L'inizio del nuovo anno accademico all'Università del Piemonte si profila con ombre inquietanti per la sanità regionale, in particolare per quanto riguarda il Corso di Laurea in Infermieristica presso la sede di Ivrea. I dati relativi alle iscrizioni per l'anno 2024-2025 evidenziano una situazione preoccupante: solo 65 candidati iscritti per i 75 posti disponibili, un numero che non risponde minimamente al fabbisogno attuale di personale infermieristico, stimato intorno alle 500 unità, considerando il necessario potenziamento del territorio, la riorganizzazione prevista dal Decreto Ministeriale 77 e i nuovi posti letto Arcuri.

Giuseppe Summa, responsabile Nursind dell'ASL TO4, non nasconde la sua preoccupazione: "Questa criticità colpisce duramente il futuro delle strutture dell'ASL TO4. I numeri parlano chiaro: il Corso di Laurea di Ivrea, fondamentale e prezioso per la nostra Azienda, sta perdendo attrattività. Chiediamo agli amministratori locali, a partire dal Presidente della Conferenza dei Sindaci dell'ASL TO4, di farsi carico di questa gravissima criticità, al fine di scongiurare chiusure di servizi essenziali."

La situazione di Ivrea non è un caso isolato, ma si inserisce in un quadro regionale altrettanto allarmante. 

"Complessivamente - spiega il segretario regionale di Nursind Francesco Coppolella - ci  sono 1.175 posti disponibili per i corsi di laurea in infermieristica, ma le domande presentate sono solo 1.052, con un deficit di 123 iscrizioni rispetto ai posti disponibili. La sede di Ivreariflette una problematica più ampia, in cui tutte le sedi universitarie, ad eccezione di Città di Torino e Città della Salute, registrano un segno negativo..."

Nursind Piemonte evidenzia come altre professioni sanitarie siano decisamente più appetibili per i giovani.

I corsi di laurea in fisioterapia, dietistica e tecnico di radiologia, ad esempio, mostrano percentuali di interesse molto elevate rispetto ai posti disponibili, con domande che superano di gran lunga l'offerta formativa. Al contrario, la professione infermieristica, nonostante offra ampi margini di occupazione, continua a perdere appeal.

"Anche tra coloro che completeranno il percorso di studi -  aggiunge Coppolella -  non tutti sceglieranno di lavorare nel servizio sanitario pubblico. La Valle d’Aosta ha incrementato gli stipendi di 300 euro attraverso una indennità di attrattività, il Veneto ha stanziato 150 milioni di euro per l’incremento dei salari e rendere attrattiva la Sanità Regionale e la Lombardia offre case a prezzi calmierati, il Piemonte cosa fa? Per quale motivo i giovani a parità di condizioni dovrebbero scegliere una professione che chiede più sacrificio e comporta senza ombra di dubbio più disagi, più rischi e che oltretutto ha un impatto non da poco conto sulla salute fisica e psicologica, oltre che sulla vita personale e familiare...".

infermiera

Summa e Coppolella chiedono l'istituzione di un tavolo di crisi sull'emergenza infermieristica che non considerano solo opportuna, ma necessaria per cercare di invertire una tendenza che minaccia di lasciare la sanità piemontese senza il personale essenziale per garantire servizi di qualità ai cittadini.

"Il tempo delle parole sembra essere finito - stigmatizzano - è ora che dalle parole si passi ai fatti concreti, per il bene di tutta la comunità... Chiediamo, a fronte di una politica nazionale che non se ne occupa, che la regione Piemonte istituisca una commissione o una unità di crisi sulla questione infermieristica. Serve incidere sui salari e sulle condizioni di lavoro, investendo risorse economiche e mettendo in atto interventi strategici e organizzativi. Servono inoltre campagne promozionali e agevolazioni per gli studenti, incentivando i giovani ad intraprendere questo percorso. Se non si interviene ora, ci ritroveremo presto senza il motore della nostra sanità. La politica regionale deve prendere atto di questa emergenza e agire di conseguenza, altrimenti le conseguenze saranno irreversibili."

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