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Punto rosso
23 Luglio 2024 - 06:29
Donald Trump
Apprendiamo che nel prossimo consiglio comunale di giovedì 25 luglio quattro dei cinque capigruppo della minoranza presenteranno un ordine del giorno chiedendo che il consiglio esprima vicinanza a Donald Trump ferito in un comizio in Pennsylvania.
Un Odg che a mio modo di vedere è un’occasione perduta per condannare l’uso indiscriminato di armi negli Usa, ma anche in generale. Manca, infatti, nell’Odg un punto fondamentale di questa vicenda: la rappresentazione del paradosso che l’ex presidente Usa sia stato vittima delle sue stesse politiche sul diritto degli statunitensi di possedere tutte le armi che vogliono, senza limiti.
Manca in quell’ordine del giorno una premessa importante. Dopo di questa si poteva ben chiedere la solidarietà istituzionale candidato repubblicano alle prossime presidenziali Usa.
Manca la condanna all’abuso di armi libere per i civili, mancano i numeri impressionanti sul possesso di armi negli Usa (il più alto numero di armi pro-capite al mondo), non un cenno al numero di vittime di attacchi di massa in conseguenza a quel diritto a possedere e usare armi sancito dal Secondo emendamento della Carta dei diritti Usa. Un punto molto discusso negli Usa, ma blindato da Trump e i suoi amici repubblicani.
Giova poi ricordare, senza per questo giustificare l’attacco ovviamente, chi sia il migliore amico politico della potente lobby delle armi negli Usa (Nra). Proprio Trump. Ed è sempre lui a rassicurare la Nra, come si legge fra le sue dichiarazioni ad un loro incontro pubblico: “Con me nessuno toccherà neanche con un dito le vostre armi” e ancora “Sono il migliore amico che un proprietario di armi ha mai avuto alla Casa Bianca”.
E quindi invita i proprietari di armi a votarlo brandendo lo spauracchio del pericolo di modifica del secondo emendamento: “Se Joe Biden resterà altri quattro anni, verranno a prendervi le armi, è sicuro al 100%.”
Affermazioni e toni agghiaccianti in un paese con questi numeri. Nel 2023 si sono registrati 656 episodi di sparatorie di massa, in media due sparatorie di massa al giorno. Ogni anno circa 40mila statunitensi muoiono in attacchi con armi da fuoco, quasi la metà delle famiglie ne possiede almeno una. Facilmente negli Usa ci sono più armi che persone.
In Pennsylvania, il luogo della sparatoria contro Trump, è sufficiente presentare i documenti in regola per acquistare tutte le armi da fuoco desiderate. In Texas il governatore repubblicano ha cancellato all’obbligo del porto d’armi, consentendo a chiunque abbia almeno 21 anni di possedere un’arma.
Solo 10 Stati su 50 sono banditi i fucili d’assalto per i civili, in tutti gli altri Stati basta non essere ritenuto persona pericolosa e si può entrare in armeria e comprare una qualsiasi arma, senza limiti. Così ha fatto l’attentatore di Trump.
Il fucile semiautomatico AR-15, quello usato dall’attentatore di Trump, si può acquistare con la facilità con la quale in Italia acquistiamo una pistola ad acqua. Secondo alcune stime, uno statunitense su 20 possiede un AR-15, neanche da dire che i produttori di quell’arma registrano fatturati miliardari.
Anche se in Italia abbiamo una diversa politica sulla detenzione di armi (anche se c’è chi ne allargherebbe la libertà di detenzione per “sicurezza”), ci sta che in un momento in cui sotto le armi stanno morendo migliaia di donne, bambini, uomini, si voglia sensibilizzare anche il nostro Consiglio Comunale sul tema.
Ma non c’è questo pertinente monito nell’Odg in questione. Si chiede unicamente al Consiglio Comunale di Ivrea di esprimere vicinanza all’ex presidente degli USA, ai familiari di Corey Comperatore, l’ex vigile del fuoco ucciso nell’attacco, e ai feriti dell’attentato; la condanna all’uso della “violenza fisica nel dibattito politico, vera morte della democrazia”; e che il “confronto democratico possa svolgersi nel pieno e totale rispetto delle idee e di chi le sostiene, per il raggiungimento di un confronto che non sia necessariamente “scontro”.”
In realtà, è ormai evidente dalle indagini, l’attentatore non era un avversario politico che invece di discutere è passato alle armi (pare anzi che abbia scelto l’obiettivo di più alto profilo vicino a lui), ma solo ed esattamente il risultato delle politiche sulla libertà di armarsi rivendicate proprio da Trump.
Si poteva anche in quell’Odg marcare la differenza fra la nostra Costituzione nella quale all’articolo 11 i padri e le madri costituenti hanno voluto ammonirci scrivendo che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (…)” e la Carta dei diritti Usa che al secondo emendamento (strenuamente difeso da Trump) recita “Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto”.
Viva la Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza antifascista.
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