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Morti invisibili: ogni giorno tre lavoratori perdono la vita in Italia. Ecco la verità

Satnam Singh, il bracciante indiano dell’agro pontino ferito gravemente durante il lavoro e lasciato morire, è il centesimo straniero morto sul lavoro nel 2024

Morti invisibili: ogni giorno tre lavoratori perdono la vita in Italia. Ecco La Verità

Negli ultimi 5 anni in Italia oltre 4 mila lavoratrici e lavoratori sono morti sui luoghi di lavoro, quasi 4 milioni hanno riportato gravi ferite, traumi e danni di varia natura, a causa, in particolar modo, di tagli, schiacciamenti, urti, cadute dall’alto; circa 300 mila hanno subìto un danno permanente; oltre 300 mila si sono ammalati perché esposti ad agenti inquinanti ed a ritmi di lavoro usuranti.” (dalla premessa della legge di iniziativa popolare per introdurre il reato di omicidio popolare promossa dall’Usb).

Dall’inizio 2024 sono morte di lavoro 536 persone, 3 al giorno. 

Satnam Singh, il bracciante indiano dell’agro pontino ferito gravemente durante il lavoro e lasciato morire, è il centesimo straniero morto sul lavoro nel 2024. In questi sei mesi un morto di lavoro su tre è dunque straniero. 

I lavoratori stranieri del settore agricolo, e più degli altri quelli senza permesso di soggiorno, vivono sotto ricatto, schiavizzati, considerati da molti padroni al pari dell’animale da lavoro dei secoli passati, anzi più sotto, perché di quegli esseri umani che arrivano da paesi del profondo oriente o dall’Africa subsahariana se ne trovano sempre di ricambio. Via uno avanti un altro. Gli animali invece costano.

Ma siamo sicuri che l’atroce fenomeno riguardi solo l’agricoltura, oppure il mondo della logistica o dell’edilizia, o degli appalti? 

morto

Siamo sicuri che non riguardi anche l’industria, e non la boita padronale, ma anche aziende di medie dimensioni, pure facenti parte della maggiore associazione di categoria degli imprenditori?

No, non siamo sicuri. Anzi riguarda anche il nostro verde Canavese, terra di uno dei più noti e illuminati imprenditori quale fu Adriano Olivetti. Aziende che impiegano volentieri, se non esclusivamente, operai stranieri. Benemerite, si potrebbe pensare, ma a ben guardare non si tratta di filantropia ma di puro calcolo.

Il lavoratore straniero, meglio se con contratto a termine, è più ricattabile del collega italiano, comunque ugualmente precario, per i tanti muri in più che deve superare. Primo fra tutti la lingua, si sa che comprensione e proprietà di linguaggio sono strumenti indispensabili per far valere diritti. Ma anche la bassissima sindacalizzazione (spesso sempre per paura di perdere il lavoro) e la mancanza di una rete di salvataggio, come spesso è la famiglia o la cerchia di amici, li rende più deboli. Sono soli in un paese straniero con bocche da sfamare qui e spesso nel loro paese di origine.

E su quale settore viene usato di più il ricatto?

La sicurezza, ovvio. Gli imprenditori spregiudicati vedono la sicurezza come fumo negli occhi, come un impedimento a produrre sempre più, come un costo inutile. Il valore di un corpo integro e financo della vita altrui è molto basso per costoro. Il rischio è dunque considerato accettabile per perseguire il massimo profitto, anche perché le conseguenze eventuali non sono tali da fare da deterrente.

La responsabilità primaria è certo degli imprenditori-padroni che sfruttano il lavoro e i corpi dei propri operai, ma gran parte di questa responsabilità attiene sicuramente alla politica che di morti sul lavoro si occupa, appunto, quando sono morti. Non che non ci pensi anche in altri momenti, ma non con la stessa veemenza, slancio, empatia che vediamo nelle dichiarazioni alla stampa dopo ogni omicidio sul lavoro.

In Senato sono ferme tre proposte di legge “per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e del reato di lesioni personali”, la prima del 2017 (governo Gentiloni) vede come primi firmatari i sen. Giovanni Barozzino (Sel) e Felice Casson (Pd); la seconda del 2018 (governo Conte I) prima firmataria la sen. Valeria Valente (Pd), la terza è recente, presentata dal sen. Luca Pirondini (M5S) il 30 aprile scorso. Una quarta legge è stata depositata alla Camera nel 2022 (governo Meloni) a prima firma on. Chiara Braga (Pd).

Neanche da dire che nessuna delle tre proposte di legge è mai andata in discussione in aula. 

Il centro-sinistra dimostra maggiore sensibilità (le pdl vengono da quell’area), ma altrettanta inefficacia del centro-destra che nemmeno ci pensa a legiferare in questo senso. E tutti insieme da centro-destra a centro-sinistra passando per i governi pseudo-tecnici, han lavorato per la prevenzione e controllo. 

In Italia mancano ispettori del lavoro, si parla di una carenza di 2600 fra ispettori e tecnici. A fronte quindi di 3 morti al giorno e centinaia di migliaia di infortuni anche gravi e gravissimi, ci permettiamo che l’Ispettorato del Lavoro abbia un sottorganico di tali dimensioni?

Siamo sicuri? No.

Per tutto questo, leggi che giacciono in Parlamento, sottodimensionamento degli organismi di controllo, totale mancanza di promozione della salute e sicurezza sul lavoro per attuare un cambio di cultura e mentalità, i leader dei partiti che vengono intervistati dopo l’ennesimo omicidio sul lavoro dovrebbero limitarsi alle condoglianze, al mea culpa, a chiedere scusa, mestamente. E poi mettersi al lavoro. 

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