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Sanità
18 Luglio 2024 - 17:41
Emodinamista
Un passo avanti ed uno indietro. Uno indietro e uno in avanti. Qualcuno se lo ricorda ancora cosa accadde nel 2011, nel bel mezzo di una campagna elettorale che poi portò alla guida della città di Chivasso un'amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Gianni De Mori?
Ve lo diciamo noi. Piombò come un fulmine a ciel sereno la notizia che il commissario dell'Asl To4 Renzo Secreto, e tanti altri tra cui l’allora sindaco di Cavagnolo Franco Sampò, l’assessore regionale alla sanità Caterina Ferrero e il suo braccio destro Piero Gambarino erano finiti nel registro degli indagati della Procura della Repubblica Torino con i pm che si chiedevano (tra le altre cose) come fosse stato possibile attivare un reparto di emodinamica all'ospedale di Chivasso, non previsto dal piano regionale per la sanità, assegnata senza gara ai privati di Villa Maria Pia.
Neppure poi tanto sotto traccia il castello accusatorio per "abuso in atti d'ufficio" che tradotto significava “un favore elettorale” al centrodestra e al candidato a sindaco Bruno Matola di Forza Italia nell’ambito di un’inchiesta ribattezzata “Sanitopoli”.
Caterina Ferrero venne prima posta agli arresti domiciliari, poi nel 2014 condannata in primo grado a 8 mesi per il reato di turbativa d’asta, infine assolta con sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Assolti in primo grado anche Renzo Secreto e Franco Sampò.
L'inchiesta insomma si sgonfiò come neve al sole ma intanto il danno era fatto e l'apparecchio acquistato e, praticamente mai messo in funzione, venne preso, smontato e portato all'ospedale di Domodossola non prima che fosse abbattuto un muro per farlo passare.
Come tutti sanno, corsi e ricorsi, è poi arrivato l’assessore targato Pd (del Comune di Chivasso) Claudio Moretti - grande amico dell’allora assessore regionale Gianna Pentenero (Pd) - già emodinamista (e pure tra i più esperti) alle Molinette di Torino. Assessore e primario all'ospedale di Chivasso.
Morale? Insisti oggi, insisti domani, ce la si è fatta a toccare le valvole e le sensibilità giuste e il reparto di cardiologia dell’ospedale di Chivasso nel febbraio del 2020 è tornato a riavere la sua Emodinamica dotata di tutte le apparecchiature necessarie. Un'emodinamica ridotta al lumicino ma pur sempre un'emodinamica...
E pazienza se all’inaugurazione nessuno si ricordò di chi aveva lottato per averla e tra i tanti Fra Carlo Basili, l’ex cappellano dell’ospedale che per protesta s'era inventato il “panino” in piazza (un cartello davanti e uno dietro) o il cardiologo Najd Kamal assunto proprio come emodinamista e che l’emodinamista a Chivasso non lo fece mai. O infine l’ex sindaco di Cavagnolo Mario Corsato, da sempre a fianco delle Acli nella battaglia per restituire un servizio vitale ad un bacino di circa 200 mila persone.
Già, le Acli. Vinicio Milani e Beppe Stocco delle Acli, raccolsero 12 mila firme per chiedere all'allora governatore regionale Roberto Cota. di riportare qui ciò che aveva fatto trasferire nel Verbano Cusio Ossola. Questo giornale organizzò anche un grande dibattito nella sala del consiglio comunale. Correva il dicembre del 2012 (12 anni fa) e al tavolo dei relatori si sedettero Mario Corsato (sindaco di Cavagnolo), Libero Ciuffreda (sindaco di Chivasso), il senatore Andrea Fluttero (Pdl), i consiglieri regionali Gianna Pentenero (Pd), Nino Boeti (PD), Roberto Tentoni (Progett’Azione), finanche l’allora direttore Flavio Boraso e il primario di cardiologia Francesco Pinneri. Ricordi, solo ricordi…
Tant’è! Oggi l’emodinamica c’è, quel che si chiede è un pool di specialisti che la faccia funzionare 24 ore al giorno e non solo a richiesta e su prenotazione. Un'emodinamica così significherebbe intervenire subito (i minuti sono preziosi) per salvare la vita di chi è stato colto da infarto. Oggi se non ci sono emodinamisti disponibili, infatti, si corre a Torino al San Giovanni Bosco. Sembra semplice ma non lo è. Non basta infatti avere in tasca una laurea di cardiologia. L'emodinamista si forma con l'uso dei macchinari. Più si usano, più si è bravi...
Si può fare? Ci saranno i medici da assumere e la volontà dell’Asl to4 di assumerli? Il piano regionale lo consente? Boh! Quel che si sa è che l’ospedale di Chivasso è sempre più ridotto ad uno straccio di presidio come ampiamente ricordato da alcuni sindaci nel corso di una riunione del distretto tenutasi la scorsa settimana e organizzata dal sindaco di Chivasso Claudio Castello alla presenza del direttore generale Stefano Scarpetta. Peraltro si è parlato del laboratorio di Emodinamica H24 ma anche dell’Oculistica con il dito puntato su un primario a cui non si è mai data neanche una stanza, nè la possibilità di utilizzo delle sale operatorie.
Per la cronaca nell'Asl to4 l'emodinamica è attiva 24 ore su 24 all'ospedale di Ciriè e, dal 2016, in quello di Ivrea.
La struttura semplice che fa capo alla struttura complessa dell'ospedale di Ciriè diretta dal dottor Gaetano Senatore può contare su 6 emodinamisti esperti che ruotano tra i due ospedali.
Ad organizzarli c'è il dottor Angelo Di Leo. Ogni tanto qualcuno si sgancia per dare una mano a Claudio Moretti a Chivasso, ma solo ogni tanto...
Qualche numero?
In tutta l'Asl To4 lo scorso anno si sono eseguite circa 1.604 angioplastiche e 2.449 coronografie, dal conteggio evidentemente si escludono le angioplastiche eseguite negli ospedali torinesi. A Ciriè: 903 coronarografie e 636 angioplastiche.
A Ivrea: 843 coronarografie e 590 angioplastiche. A Chivasso: 703 coronarografie e 378 angioplastiche
“Se non verranno garantiti i livelli di assistenza alla popolazione – ha urlato il sindaco di Chivasso Claudio Castello – saremo costretti a rivedere anche i nostri sforzi economici sulla Casa di Comunità, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Locale. Se infatti non riusciamo ad arruolare medici negli ospedali, non possiamo permetterci di costruire nuove strutture come dei contenitori vuoti”.
I sindaci del chivassese chiederanno un incontro urgente all’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi.
L’angioplastica è una metodica utilizzata in ambito cardiologico per dilatare un restringimento (stenosi) coronarico che riduce il flusso del sangue al cuore, mediante uno o più gonfiaggi di un catetere a palloncino.
Nella maggior parte dei casi la stenosi é causata dalla presenza di una placca ateromasica. L’angioplastica coronarica (PTCA) può essere eseguita al termine della coronarografia diagnostica dalla quale si differenzia in quanto costituisce un vero e proprio intervento.
L’angioplastica è una procedura mini-invasiva eseguita in anestesia locale.
Durante la procedura, il cardiologo interventista (il chirurgo vascolare o il radiologo interventista) inserisce in un’arteria un tubicino lungo e sottile (catetere), generalmente a livello del polso (arteria radiale), dell’inguine (arteria femorale) o del braccio (arteria omerale).
Il catetere viene avanzato fino in prossimità dell’arteria ristretta. Si inietta quindi del mezzo di contrasto per verificare la sede e l’entità del restringimento (arteriografia).
Successivamente, se l’arteria é passibile di trattamento per cutaneo, un filo-guida viene avanzato attraverso il catetere e poi all’interno dell’arteria chiusa o ristretta, oltre l’ostruzione. In tal modo, é possibile far scorrere sopra il filo-guida uno speciale pallone che, una volta in posizione, viene gonfiato per breve tempo allo scopo di riaprire l’arteria occlusa.
A seguire, può essere impiantato uno stent a maglia metallica per tenere aperto il punto critico a lungo termine.
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