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Vercelli
12 Luglio 2024 - 18:22
Agente penitenziario
È stato risarcito con 12.762 euro dal Ministero della Giustizia l'agente di polizia penitenziaria che, all'epoca in cui prestava servizio nel carcere di Vercelli, era stato sottoposto ad accertamenti di carattere psicologico con domande attinenti al suo orientamento sessuale e, in particolare, a una presunta omosessualità. L'iniziativa arriva dopo la sentenza di condanna del dicastero pronunciata dal Tar del Piemonte e passata in giudicato nelle scorse settimane.
"Adesso ci aspettiamo che, senza ulteriori ritardi, vengano assunti severi provvedimenti nei confronti dei responsabili tuttora impiegati in compiti di responsabilità e che anche i vertici politici del dicastero della Giustizia, ad oggi eccessivamente silenziosi rispetto alla triste vicenda, prendano finalmente posizione", ha commentato il sindacato di polizia penitenziaria Osapp alla notizia del risarcimento versato dal ministero all'agente.
Secondo il sindacato, "permane, al di là dell'indennizzo, la gravità di una condotta ingiusta, anacronistica e degna di un clima da Santa Inquisizione subita dall'agente".
"Alle tante incongruenze e incapacità constatate negli organi dell'Amministrazione, come anche affermato dal segretario generale del sindacato, Leo Beneduci, unitamente alle tante, troppe, incapacità organizzative e gestionali ed alla attuale ed assoluta inadeguatezza dell'Amministrazione, anche alla luce degli innumerevoli eventi tragici che stanno funestando le carceri, compresi i 55 suicidi nei detenuti e i sei poliziotti penitenziari in poco più di sei mesi, non avremmo mai ritenuto di dover aggiungere anche quello dell'omofobia", si legge in una nota dell'Osapp.
L'agente, che si era rivolto al sindacato per ottenere assistenza legale nella persona del vice segretario Gerardo Romano, secondo l'Osapp subì "un vero e proprio calvario mai verificatosi nella storia della Polizia penitenziaria". Nella nota si racconta "lo stato di isolamento subito per mesi nella sede penitenziaria di Vercelli, soprattutto durante la consumazione dei pasti presso la locale mensa di servizio, e il continuo ricevere epiteti gratuiti".
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