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Punto Rosso

Cara, fragile democrazia

E poi che brutta espressione “sprecare il voto”. Quando è accaduto che “votare” fuori dal coro è diventato uno spreco?

Elly Schlein

Elly Schlein

A più di una settimana dal voto per rinnovare il Parlamento europeo e la giunta e consiglio del Piemonte, i numeri, le analisi, i commenti, son quasi tutti fatti, pressoché archiviati dai media nazionali, ma ancora qualcosa c’è da dire. Intanto a proposito di media, mai come in questa tornata elettorale han parlato così poco di contenuti politici. 

La campagna elettorale sui giornali mainstream e sulle TV si è infatti ridotta a rappresentare le schermaglie fra la presidente del consiglio, nonché capo del partito FdI (nota a margine: bisognerebbe separare queste carriere, capo del governo e segretario/a di partito, e non quelle dei magistrati) e la segretaria del Pd, Elly Schlein.

Due presenze costanti in tutti i canali di pseudo-informazione nazionali, con buona pace della par condicio, che si dovrebbe avere il pudore di cancellare, o almeno sospendere, fino a quando nascerà una stampa e informazione veramente libera e super partes (temo di non vedere questa trasformazione in questa vita però).

Michele Santoro

Michele Santoro

Tutto il resto ha avuto spazio solo ai margini, dai contenuti politici ai protagonisti “minori” della campagna elettorale. È l’effetto di una scientifica manipolazione e distrazione del senso comune. Ma è anche effetto della polarizzazione, frutto del sistema elettorale maggioritario.

Sentimento che si è ormai talmente radicato nel popolo elettore che anche in due elezioni con sistema proporzionale come le europee e le regionali del Piemonte (dove si elegge con il maggioritario solo il/la presidente, ma le/i consigliere/i vengono eletti con sistema proporzionale) han prevalso nelle scelte logiche bipolari. 

Il maggioritario con tutto il suo bagaglio di liste bloccate (cioè con i candidati scelti dalle segreterie dei partiti), super-premi di maggioranza, soglie di sbarramento, ha schiacciato la democrazia verso due poli, riducendo di conseguenza la rappresentanza. Infatti, ha una possibilità di avere un rappresentante in Parlamento solo chi vota per i partiti e le coalizioni maggiori, chi invece vota per una piccola forza politica, in coerenza che la propria idea di società, difficilmente avrà chi lo rappresenterà in Parlamento. I voti, dunque, non hanno pari dignità. 

Solo con il proporzionale gli eletti riflettono specularmente l’orientamento degli elettori. Mi piace ricordare che nel 1979 (sì lo so, tre ere geologiche fa) la lista del Pdup con l’1,4 elesse dei deputati e lo stesso fece Democrazia Proletaria nel 1983 e nell’1986 che con l’1,66 ottenne 8 seggi alla Camera e 1 al Senato. Piccole rappresentanze, ma pur sempre rappresentanze.

A peggiorare la crisi di rappresentanza è intervenuto poi lo sciagurato e drastico taglio dei parlamentari, cavallo di battaglia del M5S, barattato nel governo giallo-verde con i decreti sicurezza salviniani. Per colpire la “casta”, han ridotto la possibilità che in Parlamento entrassero deputati e senatori fuori dai cerchi magici, dai centri di potere. In realtà, infatti, con il taglio dei deputati e dei senatori si è ottenuto l’effetto contrario. 

La “casta” ha potuto ringraziare tutto l’emiciclo parlamentare (incluso PD, Liberi e Uguali che alla fine votarono a favore) che ha votato compatto per la riforma costituzionale. E con questo voto plebiscitario in Parlamento il no al referendum successivo non ha avuto alcuna chance. 

Cosa c’entra tutto questo con le Europee e le Regionali del Piemonte? C’entra e molto. Sono almeno 20 anni che una parte di popolo di sinistra, un’area di idee progressiste, radicali sui temi del lavoro, del sociale, del servizio pubblico, della pace, vota non già solo perché vinca chi è più vicino al suo sentire, ma spesso per dare un “voto utile”, per non “sprecare il voto” (“tanto non eleggete”, creando così la figura del gatto che si morde la coda), perché non vinca la destra. Sentimento nobile quest’ultimo, peccato che la destra-destra governa comunque l’Italia, molte città e regioni e che anche quando abbiamo avuto governi di centro-sinistra non vi sono stati interventi forti a scongiurare il taglio dei diritti sociali e del lavoro.  

Tutte motivazioni che noi che caparbiamente (ottusamente diranno in molti) proviamo ogni volta a proporre alternative anche al centro-sinistra, troppo coinvolto e responsabile di politiche contrarie agli interessi degli ultimi, si sente dire ad ogni tornata elettorale. E così sia Pace Terra Dignità in Europa sia Piemonte Popolare non hanno superato lo sbarramento per eleggere. Abbiamo visto, solo per fare due esempi, convinti NO TAV in Piemonte votare per forze che sono alleate al Pd, uno dei grandi partiti del “SÌ TAV”.  Oppure convinti pacifisti votare per forze che sono alleate con lo stesso partito che in Europa ha votato per destinare quote del Pnrr per produrre almeno un milione di munizioni all’anno nell’Ue per l’Ucraina e per ripristinare le scorte degli Stati membri.  

E poi che brutta espressione “sprecare il voto”. Quando è accaduto che “votare” fuori dal coro è diventato uno spreco? Ahinoi, il solo voto sprecato è quello non espresso. Ma il combinato disposto tra le posizioni ondivaghe di partiti che governano indifferentemente con l’una o l’altra parte in particolare nei cosiddetti governi tecnici, e la cattiva politica tutta concentrata a tutelare gli interessi di gruppi di potere, se non solo quelli personali, annullando le differenze fra chi difende le classi agiate e chi quelle disagiate, ha fatto sì che meno di un elettore su due alle europee e alle regionali abbia votato.  

P.S. Momento autocritica: è giusto aggiungere che se la smettessimo, noi della sinistra radicale, a presentarci ad ogni elezione con un simbolo e compagine differente, magari qualcosa in più raccoglieremmo e potremmo unire alle nostre lotte nelle piazze anche rappresentanza e azione nelle istituzioni. 

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