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Per chi suona la campana?

Evangelizzare nell'epoca di Padre Bianchi: sfide e prospettive

Un cattolico che sappia un po' di catechismo risponderebbe che si salverà solo chi crederà

Padre Enzo Bianchi

Padre Enzo Bianchi

Un gentile lettore – che ringraziamo – si è rivolto a Fra Martino ponendogli una drastica domanda piena di gravide conseguenze, alla quale risponderemo con la nostra dottrina di povero cristiano peccatore.

La domanda è questa: «Perché evangelizzare se tanto tutti si salvano? Se, come si dice oggi, bisogna accettare il pluralismo religioso, se ci sono tante vie per giungere a Dio, se la salvezza non dipende dal Battesimo, perché i missionari e la missione? Se anche un ateo incallito e impenitente può andare in Cielo, perché annunciare il Vangelo e la sua Buona Notizia?».

Un cattolico che sappia un po' di catechismo risponderebbe che si salverà solo chi crederà e professerà che vi è un unico Dio ed un’unica Rivelazione Divina e non tante vie per giungere a Lui, ma solo una via: Gesù Cristo ("io sono la via, la verità e la vita" Gv. 14,6; "non vi è altro Nome dato agli uomini nel quale possiamo salvarci").

Ad una simile domanda l’ex priore di Bose e oggi della Madia di Albiano, Enzo Bianchi, rispose invece tempo fa in questo modo: «Sì, c’è un fondamento all’evangelizzazione ed è comunicare Gesù quale vero uomo, perché la sua forma di vita è “buona notizia”, cammino di autentica umanizzazione per ogni uomo».

Dunque, non un Dio che si è fatto uomo per rifare dell’uomo un figlio di Dio, partecipe per grazia della divina natura, ma solo un uomo esemplare che offre all’uomo, lasciandolo uomo, un modello di autentica umanità. Punto e basta.

Quindi nessuno spazio alla missione ad gentes perché non vale proprio la pena di lasciare tutto e rischiare tutto, vita compresa, solo per diffondere un modello di «autentica umanizzazione».

Gesù Cristo

Enzo Bianchi però non è originale ma riprende Karl Rahner, il massimo teologo del Novecento studiato nei seminari di tutto il mondo, secondo il quale Gesù è venuto semplicemente per rivelare l’Uomo all’uomo.

Rispetto alla felicità eterna dell’ateo, rimane fermo che, se questo è senza dubbio possibile in questa terra, resta sempre il «Che vale all’uomo guadagnare tutto il mondo se poi perde l’anima sua?» e dunque resta il dovere di annunciare il Vangelo, la Buona Novella, che è questa: tutti possono, volendolo, riconciliarsi con Dio per mezzo del Figlio Suo incarnato e morto per noi.

A chi continuava a sponsorizzare una conciliazione della fede con lo spirito mondano, San Pio X indicava il crocifisso e ricordava che «certe idee conducono più lontano di quanto non si pensi, non soltanto all’affievolimento, ma alla perdita totale della fede». 

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