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Elezioni regionali
20 Marzo 2024 - 21:52
Susy Matrisciano e Gianna Pentenero
In Piemonte continua il percorso per strade separate di Pd e Movimento 5 stelle verso l'appuntamento con le urne dell'8 e 9 giugno. Il braccio di ferro in vista di una eventuale alleanza per le regionali se c'è ancora è sotterraneo, e da entrambe le parti si nega perfino l'esistenza di trattative.
Intanto il sindaco Pd di Torino, Stefano Lo Russo, ribadisce l'auspicio che si arrivi a "una sintesi sulla base dei contenuti".
Perché "senza chiarezza - avverte - non si va da nessuna parte".
Le sue parole sono condivise da Gianna Pentenero, che questa sera ha incontrato nella sede del Pd regionale le altre forze dell'alleanza - senza i pentastellati - per la sua investitura ufficiale da parte della coalizione.
"Sono totalmente d'accordo con la posizione di Lo Russo - dice Pentenero - noi abbiamo sempre sostenuto che le questioni regionali devono prescindere dalla situazione cittadina del capoluogo, che è legata a una storia diversa".
Come sua abitudine Pentenero, dal momento in cui è stato indicato il suo nome a sorpresa sabato scorso, si è buttata a capofitto nel nuovo impegno di candidata alla presidenza del Piemonte.
Ai segretari e coordinatori delle forze che la sostengono, questa sera esporrà l'idea di creare due liste della presidente. Tramontata l'ipotesi avanzata a caldo di fare una lista di donne - impossibile in quanto vige l'alternanza di genere - sta ora prendendo piede quella di creare una lista più tematica, per esempio sul mondo del lavoro o della sanità, con persone meno conosciute ma dalle alte competenze, e una più estesa che includa autorevoli esponenti della società civile.
Entro questa settimana sarà anche costituito il comitato elettorale. Un punto importante sul quale concentrare le forze riguarda l'allargamento del perimetro della coalizione verso il centro.
Pentenero, secondo quanto trapela, si sta muovendo anche in questa direzione con abboccamenti nei confronti di Italia Viva e Azione.
La prima in Piemonte è ben strutturata, mentre la seconda è divisa tra due posizioni opposte: quella del commissario regionale e numero due nazionale Enrico Costa, che appoggia Cirio, e quella della segretaria torinese Cristina Peddis, che ha dichiarato di voler entrare nella coalizione di centrosinistra, anche senza il simbolo di Azione.
Con Peddis sono anche le province piemontesi di Novara, Biella e Vercelli. Per le Europee è in corso il tentativo di costruire una lista che spazi da +Europa a Italia Viva, e un esito positivo in quel caso, sottolinea il coordinatore di +Europa in Piemonte Flavio Martino, potrebbe riflettersi positivamente sulla coalizione che sostiene Gianna Pentenero.
"Sulla lista per le europee - ricorda Martino - ci sarà un incontro a Roma nella sede di +Europa il 26 marzo: se si chiude in quel caso, allora si apre un tavolo per allargare il perimetro anche in Piemonte".
Sul fronte pentastellato il nome del candidato presidente non sembra vicino ad emergere. Fra i papabili figurano l'ex senatrice Susy Matrisciano, attuale parlamentare europea, il consigliere regionale albese Ivano Martinetti, la capogruppo in Regione Sarah Disabato. Quest'ultima, che siede al tavolo delle trattative interne, depista l'attenzione nella direzione delle liste per le europee, dove trapela il nome del consigliere regionale Sean Sacco.
"A differenza di altre forze politiche - assicura Disabato - non abbiamo nessuna fretta, nessuna fregola, nessuna lotta intestina e nessun gioco di correnti: siamo concentrati su un dibattito serio e costruttivo sul programma".
"E' dal luglio scorso che ci rivolgiamo a tutti e non ci sono veti per nessuno - ribadisce il segretario del Pd regionale, Domenico Rossi - la nostra è una coalizione aperta a tutte le forze che si riconoscono alternative alla destra: è un cantiere aperto, che resta tale".
Però solo fino a un certo punto. Anche "per evitare - dice Rossi - di finire come in Basilicata".
E se da parte del Movimento 5 stelle qualcosa cambiasse, sottolinea il segretario dem, "devono essere loro a dirlo".
Ma dopo la chiusura definitiva all'ipotesi del campo largo in Piemonte sancita l'altro ieri dal leader M5s Giuseppe Conte con il messaggio social che annunciava il via alla corsa in solitaria, i pentastellati torinesi rincarano la dose.
"Un conto - afferma la capogruppo in Regione, Sarah Disabato - è se si cerca un alleato, un altro conto è se si cerca una stampella".
Disabato, che siede al tavolo delle trattative interne per la scelta del candidato del Movimento, spiega che la posizione rispetto all'alleanza con il Pd non è monolitica ma si costruisce situazione per situazione.
"Andranno al voto molti Comuni - evidenzia - e a Settimo e Galliate abbiamo già chiuso su candidati dem, a Chieri, Giaveno e Gassino stiamo dialogando, e finora solo a Collegno e Rivoli è già deciso che correremo da soli".
Il candidato alla presidenza del Piemonte, spiega, dovrà essere "fortemente identitario", quindi da cercare fra gli esponenti M5s. "Presto si apriranno le autocandidature online - spiega Disabato - poi sarà presa la decisione. Le modalità della scelta saranno decise a breve, quando avremo individuato il percorso da fare".
Pentenero ieri ha formulato un nuovo invito al Movimento 5 stelle, parlando a 'Un giorno da Pecora' su Rai Radio1. "Mi auguro che si possa essere insieme, insieme si fa più strada che da soli - ha detto -Personalmente ho fatto appello ai 5S sabato scorso ma senza avere risposta. Ne faccio nuovamente un altro: superiamo i personalismi, qualora ci fossero: io sono disponibile a farlo". Gianna Pentenero tuttavia, non crede che si possa trovare l'accordo su un candidato comune: "Mi sembra impossibile, per questo sabato ho fatto appello ai 5S. Uniti c'è una strategia e si può ottenere un risultato positivi, divisi potrebbe essere quasi impossibile vincere".
"La candidatura dell'assessora Pentenero è un punto che ha permesso al Pd del Piemonte di compattarsi. Ovviamente la costruzione del programma e della coalizione dovranno completare il quadro con cui andremo alle Regionali e credo che nelle prossime settimane sarà anche più chiaro tutto questo. Naturalmente qualora le cose andassero come sembra e ci auguriamo, l'effetto sulla Giunta comunale sarà la necessaria sostituzione e ce ne occuperemo".
Così, nella diretta radiofonica del martedì, il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, sulla scelta dell'esponente della sua giunta come candidata Pd per la presidenza della Regione.
Sul definitivo tramonto di un campo largo col M5s, "io prendo atto delle dichiarazioni. - commenta Lo Russo - A me sembra che l'importante sia dare un segnale ai piemontesi di una competizione elettorale che punti al merito delle questioni, sia chiara, leggibile, anche tra opzioni politiche diverse sulle grandi questioni regionali. Penso che oggi i cittadini si attendano dalla politica responsabilità, toni corretti, non gridati, e di capire con chiarezza cosa vuol dire votare una coalizione o un'altra rispetto ai grandi temi".
Dal sindaco arriva poi un appello ad andare a votare, "un diritto per cui molti hanno pagato prezzi importanti per garantircelo, anche con la vita. E in questo senso credo sia anche un dovere usare questo piccolo elemento, che ha però una grandissima importanza, e spero davvero che queste siano elezioni molto partecipate".
Altro capitolo la sostituzione di Gianna Pentenero in giunta.
"Al momento ogni ragionamento su modifiche nella giunta comunale in seguito alla candidatura a presidente della Regione dell'attuale assessora Gianna Pentenero, "è estremamente prematuro. Ogni momento ha la sua specificità. Siamo in una fase in cui il Pd ha individuato una candidatura, stiamo nell'attesa positiva e attiva della costruzione di una coalizione politica, nella quale ogni partito presenterà le sue liste per le elezioni e sono tutti processi che al momento non impattano sull'assetto della mia giunta. Quando saranno completati e il quadro si sarà definito ovviamente, d'accordo con Pentenero, troveremo le migliori soluzioni, come ho sempre fatto nell'interesse esclusivo della città".
Su un possibile cambio nella suddivisione delle deleghe rispetto all'assetto attuale dell'esecutivo di Palazzo civico, Lo Russo ribadisce che "sono tutti discorsi prematuri. Il cambio di una giunta innesca meccanismi che devono essere verificati nella loro completezza. L'attuale distribuzione delle deleghe è figlia delle elezioni del 2021, se c'è un cambio di assetto è chiaro che il sindaco è chiamato a fare una valutazione di carattere generale, che avverrà con i soggetti in questione, gli assessori e la maggioranza del Comune".
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