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Cucina Mon Amour
29 Febbraio 2024 - 00:01
Marinella Toscani e Ilaria Lauricella
Ho da sempre l’abitudine e la curiosità di provare nuovi ristoranti e difficilmente mi faccio tentare dal pensiero di tornare in posti in cui ho già mangiato, anche se molto bene. Nella mia testa l’idea è che ci siano talmente tanti ristoranti da scoprire che mi sembra sprecato tornare sempre negli stessi. C’è però un’unica eccezione, esiste un posto in cui torno due o tre volte all’anno: il ristorante Santa Marta a Mazzé.
L’ho scoperto circa dieci anni fa grazie ad una coppia di amici che ci ha proposto di provarlo insieme, è stato un colpo di fulmine. Folgorata dalla bellezza dell’altare della sala centrale e affascinata dall’idea di cenare all’interno di una chiesa, come se il pasto acquisisse una certa sacralità. Sì, avete letto bene, il ristorante si trova all’interno di una chiesa.
L’edificio era appunto la chiesa di Santa Marta, ormai in disuso da più di un secolo. Gli attuali proprietari hanno acquistato la chiesa nel 2006 dalla Curia di Ivrea e iniziato la ristrutturazione sotto la supervisione delle Belle Arti. Dopo due anni di lavori, finalmente nel 2008 il ristorante acquisisce l’aspetto moderno che vediamo oggi e apre le sue porte ai suoi clienti.
La cucina è il regno di Marinella Toscani. Passione e talento innato la rendono l'anima del ristorante Santa Marta.
È lei che con abilità e grazia si muove tra fornelli, pentole e mestoli, pronta a realizzare piatti che hanno il gusto della tradizione, ma che svelano uno stile contemporaneo
Amore e complicità. Sono sentimenti che uniscono Marinella Toscani e Ilaria Lauricella del Santa Marta. Sentimenti che si percepiscono anche nel loro ristorante e che lo rendono un luogo accogliente e caloroso. Un posto dove sentirsi a casa!
L’antica tradizione di realizzare la pasta a mano. Sentire la farina tra le mani, impastare, stendere la sfoglia e poi darle la forma desiderata. Un rituale antico e nobile che per la cucina di Marinella Toscani è irrinunciabile
Chiacchierando con Ilaria, la proprietaria, mi racconta che il Santa Marta è nato da lei e dalla sua famiglia dopo anni già passati nella ristorazione. Era però arrivato il momento di creare uno spazio tutto per sé, dove esprimere al meglio la loro idea di cucina. L’arrivo nell’ultimo anno del nuovo chef ha dato spazio ad una cucina sempre più contemporanea, grazie anche alla sua esperienza stellata.
Le chiedo come è cambiata la ristorazione negli ultimi decenni. Ilaria mi racconta che la cucina ha subìto una rivoluzione dovuta da due fattori: il primo è la maggior consapevolezza del cliente. Oggi è molto più comune mangiare fuori, non si aspettano più le grandi occasioni e le grandi abbuffate. Unito ai programmi TV che hanno fatto (ri)scoprire la buona cucina, il consumatore esce più spesso e pretende di essere stupito da nuovi gusti e sorprendenti impiattamenti, non vuole più la cucina tradizionale. Un altro fattore che ha influenzato la cucina di oggi è anche la tecnologia: la diffusione di più nuovi e più avanzati elettrodomestici permettono nuovi metodi di cottura del cibo, e quindi anche più sperimentazione.
Chiedo ancora ad Ilaria cosa prevede nella cucina del futuro.
E qui mi dice una sola (santa) parola: sostenibilità. Mi dice che bisogna contrastare lo spreco alimentare, che si capisca finalmente che è meglio mangiare bene che tanto. E poi sostiene che ci sia ancora un aspetto di cui occuparsi per fare buona ristorazione, ed è creare un ambiente dove sia umano lavorare. La cucina è un ambito estremamente stressante che tiene chi ci lavora sempre lontano dalle proprie famiglie. Così dopo la pandemia al Santa Marta hanno deciso di non aprire più tutti i giorni della settimana, ma di lasciare a tutti i lavoratori del tempo libero per riposarsi e stare con i propri figli e famiglie.
Infine non potevo che chiedere ad Ilaria di raccontare la carta dei vini. Lei è una sommelier e cerca da sé i produttori, andando in prima persona in cantina ad assaggiare i vini che poi porterà al ristorante. Mi racconta che cerca di puntare molto sul nostro territorio andando soprattutto a scovare piccoli produttori meno noti ai più.
Ps: va bene la rivoluzione in cucina, ma la pasta è ancora fatta a mano.
Vi lascio qualche foto dei piatti mangiati nell’ultima visita e vi invito ad andare a trovare Ilaria e tutto il meraviglioso staff del Santa Marta.
Flan di verza, wakame e bagna cauda
Gnocchi di patate con anatra e mandorle
Guancia di vitello con puree di patate
Semifreddo al gorgonzola e arancia
La signora Marinella dopo una lunga esperienza lavorativa nel campo della consulenza aziendale, decide di dedicarsi a quello che sino ad allora era stato un semplice passatempo.
L’idea di avere un posto tutto suo, un luogo dove poter condividere la propria esperienza e il sapere acquisito si faceva sempre più presente e così, insieme ai figli Matteo e Ilaria, maître e sommelier del ristorante Santa Marta, hanno iniziato a cercare un posto, il loro luogo “speciale” in cui i sogni potessero diventare realtà.
La ricerca è durata per più di un anno: Ilaria e Marinella sono state molto esigenti, ambivano ad un luogo che parlasse di tradizioni e storia, un posto dove la vocazione al gusto fosse il leit motiv del loro progetto.
Nel 2006 a colpirle fu un’antica chiesa del XV secolo nel paesino di Mazzè, a pochi chilometri da Torino, oggi sede del ristorante. Una chiesetta eretta proprio in onore di Santa Marta, sorella di Lazzaro e Maria di Betania, simbolo della vita attiva. Il Vangelo la presenta come la donna di casa, sollecita ed indaffarata per accogliere degnamente gli ospiti, per questo motivo, è stata scelta quale patrona delle casalinghe, delle cuoche, delle domestiche, degli osti, degli albergatori e dei padroni di casa.
La leggenda narra che quest’edificio era di proprietà della congrega di Santa Marta e, sulla base di racconti tramandati dagli anziani del luogo, si dice che in quella chiesa, quando si verificava un lutto in paese, si riunissero tutti gli abitanti a pregare e si era soliti recitare il rosario.
Negli secoli fu poi utilizzata come oratorio per i bambini sino ad essere dismessa e sconsacrata al culto. I lavori di ristrutturazione, durati più di due anni, sono stati molto impegnativi perché occorreva pensare ad una struttura funzionale e confortevole per gli ospiti, nel rispetto conservativo dell’architettura secolare dell’edificio. Nel dicembre 2008 i lavori furono conclusi con successo ed è iniziata l’avventura che oggi rappresenta il ristorante Santa Marta, in Via delle Scuole al civico 2 a Mazzè, in provincia di Torino. Un luogo dal fascino quasi scontato che conduce i propri ospiti in un viaggio alla riscoperta delle tradizioni culinarie del Canavese senza mancare di stupire con l’attenzione prestata all’innovazione ed alla ricerca, coniugata dal comune denominatore che è rappresentato dalla cura per la ricercatezza delle materie prime che sono dominanti ed essenziali.
Quello di Ilaria è un servizio attento, veloce, professionale, in linea con l’offerta che il Santa Marta da dieci anni garantisce ai propri ospiti in cerca di un’esperienza unica in questo piccolo borgo medievale, a pochi chilometri da Torino.
Un posto dove il tempo si è fermato ed è possibile assaporare il lento scorrere del tempo, meglio se seduti a tavola a gustare l’eccellenza della cucina canavese.
Sala e cucina sono i due luoghi fondamentali all’interno di un ristorante e, come ci racconta Ilaria “È essenziale che i due reparti si parlino. Dalla cucina può uscire il piatto più buono del mondo, ma se il personale di sala non lo sa raccontare e servire, non lo sa valorizzare, presentare, trasmettere le giuste sensazioni, quel piatto non sarà mai un grande piatto”.
Ilaria ha maturato importanti esperienze professionali in blasonati ristoranti italiani, acquisendo sul campo i segreti e le tecniche di una perfetta accoglienza, vivendo a fianco di grandi personalità della cucina e della ristorazione ma, l’esperienza professionale che lei stessa giudica “maggiormente formativa” è stata quella a fianco della famiglia Presbitero, il cui ristorante di famiglia La Panoramica negli anni ’90 ha detenuto una stella Michelin e che vinse il premio The Best Award Of Excellence per la carta dei vini da parte di Wine Spectator.
Durante quest’esperienza, Ilaria ha fatto proprie le tecniche per un servizio ed un’accoglienza perfetti ed ha anche sviluppato il suo amore per il mondo dei vini e, intuendo già da allora la centralità e l’importanza del ruolo di sommelier all’interno di una struttura ristorativa, è diventata nel 2006, sommelier professionista. Ruolo che oggi con passione e competenza svolge all’interno di Santa Marta su una carta dei vini curata dal sommelier Antonio Currò.
Tra le esperienze formative da annoverare, Ilaria ricorda quella svolta presso il ristorante La Gardenia, una stella Michelin, in cui ha affinato ed ulteriormente sviluppato le conoscenze già acquisite.
Una cucina contemporanea che guarda al futuro senza mai dimenticarsi delle sue origini, questa da sempre la filosofia dello chef canavese: i suoi piatti sono il connubio perfetto tra i sapori mutuati dalle sue origini piemontesi e le tecniche apprese durante i suoi trascorsi nelle cucine di importanti ristoranti, alla corte di grandi chef, sapori fedeli alla cultura gastronomica italiana che incontrano i sensi in maniera inattesa, raccontando il Piemonte.
La signora Marinella dedica gran parte del suo tempo libero alla lettura di testi culinari, libri e riviste che raccontano di ingredienti e ricette e, quando si incuriosisce per un nuovo ingrediente, nasce in lei la voglia di sperimentarlo nelle sue ricette, lo lavora cercando di adattarlo ai piatti proposti e ai gusti dei propri ospiti, sempre in primo piano.
Ilaria è anche l’addetta “all’assaggio” dei nuovi piatti e rimane la cliente più critica.
L’idea di cucina della signora Marinella segue molto la stagionalità dei prodotti utilizzati: un frutto o un ortaggio raccolto nel periodo della sua maturazione ed ottenuto senza forzature di sorta sono senza dubbio più nutrienti e salutari, ma è soprattutto di sapore più buono.
Non è, infatti, un caso che la cucina di qualità, oggi, si basa sull’utilizzo di materie prime reperite sul territorio limitrofo, possibilmente prodotte con sistemi di agricoltura biologica o biodinamica, acquistate direttamente dal produttore.
Per quanto possibile, si cerca di utilizzare sempre, nella realizzazione dei piatti, prodotti di presidi Slow Food a cui Marinella ed Ilaria sono molto legate perché è stata la prima organizzazione a credere in loro ed a indirizzare la propria clientela verso il loro ristorante, alla scoperta degli antichi sapori della tradizione canavese.
La nonna, di origini emiliane, ha trasmesso alla signora Marinella l’amore per la cucina, soprattutto per la pasta fatta in casa alla cui preparazione, oggi, viene dedicata molta cura ed attenzione.
In ogni caso, ci confida la signora Marinella: “Le materie prime, quelle buone, ci piacciono da qualunque regione arrivano e vengono sempre inserite all’interno dei piatti, per consentire un viaggio tra i sapori che ci rendono autentici!”.
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