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Per chi suona la campana
26 Novembre 2023 - 00:28
Bettazzi
La celebrazione / beatificazione di monsignor Bettazzi ha ormai assunto una cadenza settimanale. Adesso è il turno del centesimo anniversario della sua nascita, avvenuta il 26 novembre 1923 e, per l’occasione, quello che si può ormai classificare come un vero e proprio culto, sta raggiungendo vette ineguagliabili, anche sfidando il ridicolo.
A Ronco di Cossato in diocesi di Biella - nella cui chiesa nel 2017 il parroco invitò a parlare, con il consenso del vescovo, Emma Bonino - martedì 28 novembre si terrà un incontro nella stessa chiesa sul compianto vescovo di Ivrea con questo titolo, degno di figurare nei fasti barocchi del progressismo d’antan: «Poeta di pace e di giustizia, ultimo padre conciliare, testimone felice e libero di quella primavera dello Spirito».
Emma Bonino
Oltre al vescovo di Altamura e presidente di Pax Christi, monsignor Giovanni Ricchiuti - da tutti ricordato perché al funerale di Bettazzi usò nel ricordarlo toni degni di un comiziante della domenica - parlerà anche Giuliana Bonino, nota da sempre in Canavese per essere stata la sua più stretta collaboratrice e che viene annunciata sulla locandina con questi titoli di merito: «segretaria di Pax Christi per 17 anni dal 1968 e accanto a Lui, fino alle prime ore di domenica 16 luglio scorso, giorno della sua nascita al cielo». Si noti l’uso di Lui con la iniziale maiuscola - che di solito è l’attributo di Dio o di suo Figlio - non è un errore ma sta scritto proprio così. Conseguentemente, la parola cielo – allegoria con la quale si indica comunemente il Paradiso e dove sicuramente si trova l’amato vescovo Luigi – non poteva che iniziare con la minuscola. Siamo certi che da Lassù – altra metafora – l’arguto vescovo Luigi sorriderà delle cadute di stile dei suoi tardi epigoni, tributo ormai immancabile al dominio del politicamente corretto. Certamente ne trarrà spunto – magari con il cardinale Ottaviani – per qualche barzelletta.
Un ultima notazione. Nel marzo del 2015 venne a Biella per presentare il suo libro «Permanere nella Verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica», il cardinale patrono dell’Ordine di Malta, Raymond Leo Burke. In precedenza, si era recato pellegrino al santuario di Oropa a venerare la Madonna Nera. In quell’occasione, l’allora vescovo di Biella, monsignor Gabriele Mana, che qualcuno dice continui ad esercitare ancora oggi una fortissima influenza sulla Diocesi - invece di accoglierlo personalmente, come di protocollo e buona educazione, usò tutti i mezzi di dissuasione affinchè nessun prete biellese partecipasse all’incontro. E così avvenne, anche se la sala era piena di laici. Ad Oropa, un impaurito rettore, timoroso di farsi vedere, aveva accolto il porporato con una stretta di mano fuggendo subito via. Qualche mese dopo, il cardinale Burke incontrò un laico che aveva partecipato alla giornata biellese, incaricandolo di rassicurare a suo nome Sua Eccellenza Mana che egli non era il diavolo ma un suo confratello, anche s forse meno degno di intervenire in chiesa della sua Diocesi, come avrebbe fatto tempo dopo Emma Bonino a Ronco di Cossato.
Ma che cosa aveva fatto di male il cardinale Burke, oltre a difendere la fede cattolica? Per capirlo dobbiamo rifarci a questi giorni quando è stato rimosso, senza nessuna valida spiegazione secondo il diritto e con metodi degni della Corea del Nord, il vescovo di Tyler (Usa), monsignor Joseph Strickland. Questi era stato avvertito dal nunzio apostolico con queste parole: «Smettila di insistere così tanto sul deposito della fede e seguì il programma».
Quale programma? Monsignor Strickland ha sottolineato che da parte del Vaticano c’è un doppio standard quando ha a che fare con difensori espliciti dell’ortodossia, come lui, e quando si occupa di vescovi collegati a casi di abusi sessuali: «Ci sono vescovi che pur essendo corrotti e collegati allo scandalo Mc Carrick, su cui non abbiamo mai avuto risposte chiare, sono ancora alle loro sedi. Contro di loro non c’è stato alcun provvedimento. Questo doppio standard è qualcosa di molto preoccupante».
* Frà Martino
Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconterà di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E sarà una messa non certo una santa messa, Amen
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