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Settimo Torinese

L'addio a Massimo Pace, anima saggia della politica cittadina. Tanti amici ai funerali

Una folla commossa. Concelebrati nella sua parrocchia di San Giuseppe Artigiano

Massimo Pace

Massimo Pace

Una folla commossa ha salutato la salma di Massimo Pace. Una partecipazione sincera, profonda, un ultimo saluto a una persona che ha contribuito a cambiare la sua città: la parrocchia della San Giuseppe Artigiano non è riuscita a contenere tutte le persone accorse per partecipare alle esequie di sabato 11 novembre, alle 14.

Aveva 65 anni. La messa è stata concelebrata da don Silvio Caretto, don Antonio Bortone, don Martino Botero Gomez e don Gianni Mondino.

Il rito funebre è stato guidato da don Silvio Caretto, anche lui della Gioc e legato a Massimo Pace da un forte legame di stima e amicizia. "Ci ha insegnato a essere fratelli anche con fedi diverse - dice don Silvio - . E’ stato un grande educatore. Un faro per la sua generazione”. 

C’erano i gonfaloni listati a lutto della Regione Piemonte, della città di Settimo, dell’Anpi, della Croce Rossa e le bandiere del Partito Democratico: tutti in fila sul sagrato della parrocchia a cui Massimo Pace aveva dedicato tempo ed energie.

E poi familiari, politici con cui ha condiviso una vita, i suoi amici di sempre, i ragazzi ormai diventati adulti e genitori, quelli che aveva incontrato alle case Gescal, un quartiere chiamato negli anni Settanta “il Bronx”, per poi portarli con sé in un percorso di formazione e crescita continua.

Nella vita, nella politica, nel lavoro e nello sport come dirigente dello Sporting San Giuseppe ed ex calciatore del Settimo. E poi un gruppo di migranti, diventati parte della sua famiglia.

“Un giovane lavoratore vale più di tutto l’oro del mondo”: è la frase che Massimo Pace aveva fatto sua. Al termine della celebrazione religiosa, Tiziana Tiziano ha guidato gli interventi di tante persone che hanno voluto ricordare l’ex assessore della città. Oltre un’ora di discorsi, a sancire l’ultimo saluto. 

“Ho provato a mettere insieme tante parole, ne ho scelte tre: la prima è Cucire. Non ha mai alzato muri e ha sempre costruito ponti. -  ha detto la sindaca Elena Piastra, visibilmente commossa - Poi Giovani, quelli che hanno affollato la sua casa provenienti da tutto il mondo e lui se n’è occupato davvero, facendo politica. Fu lui, quindici anni fa dopo un severo colloquio per verificare i miei valori, a decidere di candidarmi nella lista. E poi Generosità: lui era generoso oltre ogni limite. Anche recentemente nella fatica della malattia, mi ha voluto parlare di sanità, lavoro e partecipazione. Ora abbiamo un enorme lavoro da fare nel solco di ciò che ci ha lasciato”.

Il segretario del Partito Democratico di Settimo, Nicolò Farinetto. “Ognuno di noi ha un ricordo di te, il tuo impegno alla festa dell’Unità - ha detto - . Sei stato un militante, appassionato alle persone, attento al lavoro e alle disuguaglianze sociali. Hai avviato con fermezza la costituzione del circolo del PD come primo segretario. Nei direttivi, non mancava mai il tuo intervento schietto”.

Commosso anche il fratello Raffaele, a raccontare gli anni difficili da bambini e ragazzi, orfani di papà fin da piccoli e destinati a due collegi differenti, uno a Torino e l'altro a Chieri: “Una separazione per cui ho sofferto molto. Io ti ho sempre seguito: eri tu il mio fratello maggiore”. 

Massimo Pace lascia la moglie Lidia Rosso, i figli Giulia con Dosso, Marco e Vanessa, Lanzeni e Zac, il fratello Raffaele con Laura, la zia Ilva con Giuseppe, Teresa e tanti altri familiari e amici.

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