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Qualcosa di sinistra
04 Ottobre 2023 - 09:50
Indetta dalla Cgil, siamo alla vigilia della manifestazione organizzata dal più grande sindacato italiano e alla quale aderiscono oltre 100 associazioni a testimonianza della condivisione dell’ampia piattaforma di lotta, che ha il suo nucleo centrale nel richiamo alla Costituzione e all’inveramento dei diritti in essa riconosciuti.
Un’iniziativa quella del 7 ottobre, preparata da centinaia di assemblee nei territori e nei luoghi di lavoro, un appuntamento cruciale per verificare i rapporti di forza in campo, su un complesso di rivendicazioni indirizzato al governo della presidente Meloni.
In primo piano i rinnovi contrattuali e una maggiore equità fiscale uniti al rigetto della tassazione con un’unica aliquota, per il mantenimento perciò della progressività delle imposte secondo il dettato costituzionale.
La Cgil si concentra altresì sulle regole: il riconoscimento per legge del salario minimo e della rappresentanza, per dare valore generale ai contratti nazionali firmati dai soggetti maggiormente rappresentativi, ponendo un argine ai cosiddetti «contratti pirata», quei contratti «al ribasso» sottoscritti da sindacati minoritari.
Nella stessa piattaforma trovano posto il diritto alla salute, garantito dal Servizio sanitario nazionale, cioè un sistema sanitario pubblico, solidale e universale, il giudizio negativo sul progetto di «autonomia differenziata» definita efficacemente come la «secessione dei ricchi», il rifiuto del «premierato», vale a dire l’elezione diretta del capo del governo, con la riduzione delle prerogative del Parlamento e del presidente della Repubblica. Insomma, come direbbero i suoi detrattori, il sindacato non si occupa dei lavoratori, ma fa politica.
Torna utile perciò ripercorrere i primi passi dell’ultracentenaria organizzazione sindacale, nella speranza di restituire qualcosa alla comprensione delle ragioni per le quali il sindacato, in particolare la Confederazione generale italiana del lavoro, si fa soggetto «generale».
La Confederazione generale del lavoro (CGdL) nasce con il congresso di Milano, tenutosi tra il 29 settembre e il 1° ottobre 1906. Cinquecento delegati in rappresentanza di settecento Leghe per un totale di 250 mila iscritti, ne proclameranno la costituzione.
Gli scopi statutari del 1906 erano «la direzione generale del movimento proletario, industriale e contadino, al disopra di qualsiasi distinzione politica, coordinando l’azione che devono svolgere le Federazioni di mestiere e le Camere del lavoro aderenti alla Confederazione».
Diretta dal biellese Rinaldo Rigola che ne fu segretario fino al 1918, la CGdL si diede da subito l’obiettivo del miglioramento graduale delle condizioni operaie attraverso la difesa del salario, lo sviluppo della contrattazione collettiva e della legislazione sociale. Per Rinaldo Rigola, la Confederazione generale del lavoro si denominò così perché «relativamente ai compiti che gli sono assegnati, le categorie, i mestieri, le industrie spariscono per lasciar posto soltanto al lavoro»
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