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Qualcosa di sinistra

Primo Levi e i due modi per far venire veri i sogni

Questione sicurezza

Primo Levi e i due modi per far venire veri i sogni

L’acutissimo articolo comparso su questo settimanale circa i più recenti orientamenti giurisprudenziali in materia di sicurezza del lavoro ci richiama alla responsabilità primaria dell’impresa, intrinseca al rapporto di lavoro subordinato. Parimenti, il complesso delle norme in materia individua il lavoratore come soggetto attivo per la propria incolumità, avendo l’obbligo di non omettere i comportamenti e ottemperare alle procedure poste a sua difesa. 

Gli incidenti, che si susseguono così frequenti, ci danno la misura della gravità del fenomeno, anche se le denunce di infortunio presentate all’Inail entro il mese di giugno sono state quasi 297 mila, «450 delle quali con esito mortale», comunque in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2022. L’Istituto ci avverte che «il confronto effettuato su un breve periodo, tuttavia, potrebbe rivelarsi poco attendibile rispetto al trend che si delineerà nei prossimi mesi».

Carlo Soricelli, un operaio metalmeccanico in pensione, ha provato ad andare oltre il dato statistico: dal 2008 monitora i morti sul lavoro. Anche il quotidiano torinese, prendendo ad esempio l’impegno di Marco Mazzoni – un fiorentino addetto alla sicurezza – nel 2021 ha realizzato la mappa degli infortuni in aggiornamento costante.

Tutti i ragazzi si sognano di andare nella giungla o nei deserti o in Malesia, e me lo sono sognato anch’io; solo che a me i sogni mi piace farli venire veri […] c’erano due maniere: aspettare di diventare ricco e poi fare il turista, oppure fare il montatore. Io ho fatto il montatore.

Le leggi in materia attribuiscono alla figura del preposto un ruolo strategico: individuato dal datore di lavoro, sovraintende «alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori». Nel rapporto di lavoro la legge tutela il contraente più debole; è in capo al lavoratore l’obbligo di rispettare le disposizioni in materia, di segnalare le deficienze dei mezzi e dei dispositivi e di non compiere di propria iniziativa operazioni che possono compromettere la propria sicurezza o di altri lavoratori. La consapevolezza del rischio da parte del lavoratore, ottenibile mediante la sensibilizzazione e l’opportuna formazione, è un punto decisivo nella lotta contro gli incidenti.

In questo contesto tornerebbe utile rifarsi al concetto di alienazione circa «la monotonia e ripetitività» presente più che mai nelle forme vecchie di lavoro e pure nelle nuove (basti pensare ai «cottimisti digitali»), all’estraniazione del lavoratore rispetto al processo e alle finalità del suo lavoro e alla lezione che Primo Levi ci impartisce con Tino Faussone, protagonista del romanzo «La chiave a stella». 

Levi ci racconta le avventure d’un montatore di gru, strutture metalliche, ponti sospesi, impianti petroliferi: un tecnico di grande perizia, e – portandoci dentro il mondo di Faussone – ci propone l’antidoto all’alienazione del lavoro.

«Tutti i ragazzi si sognano di andare nella giungla o nei deserti o in Malesia, e me lo sono sognato anch’io; solo che a me i sogni mi piace farli venire veri […] c’erano due maniere: aspettare di diventare ricco e poi fare il turista, oppure fare il montatore. Io ho fatto il montatore».

Il lavoro come avventura umana e umanizzante, il contrario dell’alienazione. 

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