AGGIORNAMENTI
Cerca
06 Luglio 2022 - 14:44
E’ stato un viaggio nel tempo, tra emozioni e ricordi. Ricordare la figura di Teobaldo Fenoglio, in piazza della Libertà nella serata di giovedì 30 giugno, a 30 anni dalla sua scomparsa, non è stata una cerimonia “accademica”: ripercorrere quel periodo in cui nasceva concretamente il primo germoglio dell’identità cittadina, quella politica che avrebbe cambiato la città, è stato un modo per rinfrescare la memoria e riflettere anche sul futuro. Sono intervenuti ex amministratori, rappresentanti di categorie agricole, amici e compagni. Una riesamina del modo in cui Teobaldo Fenoglio, chiamato “Baldo”, faceva politica: un impegno al servizio delle persone e dell’ambiente, in un periodo in cui la fabbrica aveva priorità assoluta, senza badare troppo alle conseguenze dell’inquinamento. Una serata ben organizzata e condotta con eleganza, precisione e abilità da Marta Rabacchi. E tra un intervento e l’altro si è esibito il corpo musicale “Città di Settimo”, la banda in cui Fenoglio aveva suonato e che amava tanto. E’ stato presentato un programma di brani ben arrangiati, suonati con la sensibilità di un’orchestra ben rodata e in cui convivono con evidente entusiasmo musici di diverse generazioni. “Questa sera parlerà soprattutto la musica” ha detto Marta Rabacchi in apertura di serata, e infatti i brani eseguiti hanno raccolto applausi e complimenti appassionati anche da un grande intenditore come Sergio Chiamparino, ospite della serata, sindaco di Torino per due mandati e presidente della Regione Piemonte negli anni Novanta.
La serata è stata pensata dalla Fondazione PDS, Pace Democrazia e solidarietà, un acronimo che ricorda, soprattutto a chi è “antico” come ha detto il presidente Sergio Bisacca, la storia della sinistra italiana. “Una Fondazione che nasce per tenere in vita il pensiero della sinistra del Novecento e del Partito Comunista - ha detto Bisacca - E che ha due gambe: una di carattere solidaristico, in questi due anni abbiamo collaborato con la Società di Mutuo Soccorso, ad esempio, e l’altra, è la cultura. In questo caso, è stato naturale ripercorrere la storia di Teobaldo Fenoglio, origine di un’innovazione sulla città”. Ma Fenoglio è stato un assessore all’Ambiente della Provincia, anche in questo caso un precursore dei tempi. “Non l’ho conosciuto, ma ho letto la sua biografia scritta da Ballone - ha detto la sindaca Elena Piastra, in fascia tricolore, con al fianco il vicepresidente del Consiglio, Vincenzo Rignanese - . La sua attenzione per l’ambiente, in un’epoca fortemente industrialista, mi ha particolarmente colpito come anche il coinvolgimento dei giovani e di molte donne, all’interno del partito”. Il titolo del libro di Ballone è “Teobaldo Fenoglio. L’esperienza di un amministratore comunista tra «rosso» e «verde»”. E il verde era la natura e le sue risorse. “A quei tempi, la Parmalat comprava il latte a prezzi bassissimi - Amelia Andreasi, ex rappresentante degli agricoltori - e per capire meglio e valorizzare il nostro prodotto, Baldo aveva convinto la Fiat a donare tre pulmini attrezzati con sistemi di analisi per analizzare il prodotto: in quel modo, sapevamo perfettamente quale prodotto stavamo vendendo. Lui guardava il futuro, senza badare al ritorno elettorale. Di una figura così, mi sento un po’ orfana”. E anche Sergio Chiamparino ha ripercorso la sua gioventù “Fenoglio era umile e grande nello stesso tempo - ricorda - . Nella Federazione del PCI di via Po, a Torino, c’erano due gruppi: quello detto dei biellesi, molto teorici, e un altro gruppo, quello in cui c’era Baldo. E al termine di queste disquisizioni politiche strategiche, Baldo commentava in piemontese: “Sì, hanno ragione. Ma non sono sicuro che la gente capisca”. E questo mi faceva riflettere: la teoria sì, ma la quotidianità delle persone è più importante. A quei tempi, immaginare la cultura del parco e del verde non era scontato”. E anche la cultura dell’acqua e delle bonifiche era un pezzo forte di Fenoglio: Massimo Bergamini, presidente Seta, lo ha ricordato nelle sue battaglie per la difesa delle falde acquifere e dei corsi d’acqua. “Impegnò docenti universitari per realizzare il primo studio sulle acque sotterranee - ha detto - e in quel dossier vennero messi in evidenza la presenza di solventi e metalli pesanti”. Ma anche la difesa della storia locale è stata una priorità del Fenoglio amministratore. “Dopo una conferenza sulla vita settimese - ha detto lo storico Silvio Bertotto - mi invitò a scrivere un libro. A quell’epoca, c’era soltanto un testo molto vecchio. Nel suo sogno del sindaco, come c’era scritto sui volantini elettorali, rientrava quell’impegno di costruire l’identità della città. Nel 1987, lui non era più sindaco, ma il testo uscì ugualmente, intitolato “Settimo Operaia e contadina”. Per la presentazione si riunirono Bonifetto, De Francisco, Cravero, Fenoglio, Ossola: fu l’unica volta in cui si riunirono tutti i sindaci. Lui promuoveva la città, prescindendo da amicizie e affinità politiche”. La parte conclusiva è stata affidata a Aldo Corgiat, ex sindaco e assessore di Fenoglio, e a Dino Sportiello, ex consigliere comunale e segretario del PCI. “Di lui voglio ricordare la sua forza da leader, anche dell’opposizione - dice Corgiat - con lui c’era Silverio Benedetto della Dc e Corica del Msi. Si preparava il consiglio comunale insieme, senza inciuci. L’opposizione per lui era una parte fondamentale della democrazia. Senza opposizione non si prepara il futuro: si aprono le porte solo all’opportunismo diffuso”. Sotto un cielo di lampi e fulmini, ha concluso gli interventi Dino Sportiello, fondatore della Fondazione PDS nel 2008. “Con lui si riunirono le tre sezioni del PCI a Settimo - ha detto - Aveva svariati incarichi, ma viveva con lo stipendio funzionario. E quel Partito non era tanto puntuale negli stipendi, ma lui non ha mai perso l’obiettivo di promuovere le azioni sul territorio. Nel 1990, all’opposizione, dopo la scelta della Bolognina di Occhetto, dal Pci al Pds, quel gruppo dirigente si era diviso. Vinse la mozione di Occhetto, ma Fenoglio ricompattò il gruppo e rilanciò la politica locale, dimostrando ancora una volta la sua lungimiranza. Il gruppo fu ricostituito e nel 1994 tornammo in maggioranza. Sono davvero contento di averlo conosciuto”. Il corpo musicale di Settimo ha concluso con “Corinto”, il brano amato da Fenoglio, sotto un cielo minaccioso. Ma a parte qualche goccia e forte vento, la città è andata a dormire con un bel po’ di memoria in più. E, forse, ha anche assistito all’inizio di una nuova fase politica della città.
Sono grata a chi mi ha offerto la possibilità di parlare di Teobaldo Fenoglio. Per me che, per età, ho solo conosciuto da lontano il sindaco Antonio De Francisco e ho potuto, invece, apprezzare l’amministrazione del sindaco Tommaso Cravero, del quale ho assorbito la formazione politica orientata al sociale, debbo dire che riflettere sui sindaci comunisti della nostra città mi ha consentito di valutare il contributo che, pure per un periodo breve, ha dato Teobaldo Fenoglio. Mi ha fatto piacere che la nostra sindaca, nel suo intervento abbia colto, i caratteri essenziali del mandato amministrativo di Teobaldo Fenoglio: puntare sui giovani, sulle donne e sulle competenze, una cosa che può fare solo chi – per esperienza e per età - non deve promuovere se stesso.
Allora eravamo negli anni Novanta del Novecento: la politica era in mano ad una gerontocrazia screditata che gli italiani rigettavano. Quello che è arrivato dopo però, Arcore e Berlusconi, la Milano da bere, oggi, possiamo dire che non è stato meglio. Mi è piaciuta Amelia Andreasi, che ringrazio personalmente per aver accettato da subito, con entusiasmo, l’invito e per averci restituito l’immagine viva di Teobaldo come assessore della provincia di Torino all’Agricoltura e all’Ambiente.
Mi ha sorpreso il sindaco di Torino Sergio Chiamparino che, da vero fuoriclasse, ha ricordato i propri trascorsi nello Psiup (il Partito socialista di unità proletaria, il partito di Fenoglio), dal quale, evidentemente, anche lui era stato attratto. In quei partiti, ha detto Sergio Chiamparino, si leggevano non solo Antonio Gramsci ma anche i mostri sacri del marxismo, a riprova della solida formazione di una generazione che – come Fenoglio - ha fatto della politica l’architrave della propria esistenza.Sono felice che fosse con noi il figlio Gianfranco, pure se in collegamento telefonico, e che fossero presenti Margherita, sorella di Teobaldo, la famiglia di Pina, moglie di Teobaldo, e i numerosi nipoti.
Ringrazio personalmente il maestro Emanuela Blessent per aver diretto magistralmente il Corpo musicale «Città di Settimo Torinese», il presidente Fabrizio Bellagamba e i musicisti che, in mezzo al temporale, con gli spartiti che volavano, hanno intonato «Corinto», il ballabile che anche Teobaldo suonava.
Marta Rabacchi
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.