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'Ndrangheta
28 Agosto 2023 - 18:12
Il traffico internazionale di cocaina è una delle attività più remunerative dell'organizzazione criminale della 'ndrangheta
L'iter legale che riguarda la loro estradizione è praticamente bloccato.
E così saltano i processi per l’impossibilità di garantire la presenza degli imputati o in alternativa adeguati collegamenti video, giacché gli imputati stessi hanno diritto di partecipare di persona all’istruttoria quando essa sia relativa a gravi accuse di reato.
Sono già tre le udienze saltate nel processo per associazione finalizzata al narcotraffico con aggravante transnazionale che vede sul banco degli imputati Nicola e Patrick Assisi, padre e figlio, il primo considerato capo del locale di ‘Ndrangheta di San Giusto Canavese.
Innumerevoli i tentativi di negoziazione, ma niente. E sono già trascorsi più di quattro lunghi anni quando un blitz li ha raggiunti nel loro attico a Praia Grande, sul lungomare di San Paolo.
All’epoca vennero arrestati insieme, alle 13.30 italiane dell’8 luglio 2019, dal personale della Policia Federal brasiliana e dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Torino.
Vivevano in due appartamenti di lusso in cima ad un grattacielo. Con vista mare.
Al momento del loro arresto furono trovati con 3,7 chilogrammi di cocaina, due pistole P 38, 41 cartucce, 150.000 euro in contanti e vari sigilli originali dei container utilizzati per il traffico di droga.
Nicola e Patrick Assisi erano al centro di operazioni relative al traffico di cocaina, agendo in nome e per conto della 'ndrangheta calabrese.
Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, Patrick Assisi nel 2018 avrebbe aperto una trattativa con un esponente della famiglia Giorgi, finalizzata all’acquisto di un grosso quantitativo di cocaina, polvere bianca, che sarebbe dovuta giungere al porto di Amburgo nascosta dentro un container proveniente dal Sud America, un container che avrebbe dovuto indicare la dicitura generica “minerale”. Del trasporto si sarebbe dovuta occupare una ditta italiana all’oscuro di tutto.
Insomma, erano in piena attività anche lontano dal loro Paese.
A distanza di quattro anni da quegli arresti, la loro posizione giudiziaria in Italia vive una fase stagnante.
Nonostante gli sforzi costanti e senza tregua della Procura generale e le numerose richieste da parte dei broker stessi di essere trasferiti in Italia, non si è ottenuto alcun progresso.
Il motivo è da ricercare nella regola o nel principio giuridico per cui ex latitanti possono essere estradati nel loro Paese di origine, quando richiesto, solo una volta che abbiano scontato le pene relative ai reati commessi in Brasile.
E Patrick e Nicola Assisi non hanno ricevuto ancora condanne definitive in Brasile: in primo grado devono scontare pene detentive fino a 15 anni di carcere, ma sono in attesa del giudizio d’appello.
Nel mentre si trovano in regime di custodia cautelare preventiva. Il che vuol dire carcere, anche duro.
Gli imputati sono infatti sottoposti a isolamento sia di giorno che di notte, con divieto di socializzare e altre restrizioni.
Recentemente, la Corte Suprema del Brasile ha respinto la richiesta di Patrick Assisi di essere trasferito da un penitenziario federale a uno di Stato: il giudice ritiene che le accuse a carico di Assisi giustifichino la sua permanenza nel sistema penitenziario federale.
Anche il tentativo di portare temporaneamente i due Assisi in Italia per permettere lo svolgimento dei processi è fallito a causa della volontà delle autorità brasiliane.
Oltre alle questioni legate ai diritti internazionali, in Italia è comunque necessario celebrare i processi in cui gli imputati sono coinvolti.
Ad esempio, c'è il caso derivato dall'operazione "Pinocchio" condotta dal Gico della Guardia di Finanza, la cui udienza d'appello, fissata più volte, non ha ancora avuto luogo.
Nel caso di Nicola Assisi, c'è poi anche il procedimento Cerbero, in cui è accusato di avere un ruolo di rilievo all'interno del locale di ‘ndrangheta di San Giusto Canavese. Tuttavia, anche qui la situazione è bloccata.
Insomma, la vicenda è davvero complicata.
Ma nel mentre il traffico internazionale di cocaina non s'è mai fermato. Con nuovi capi, nuove famiglie, altri traffici.
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