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Attenti al lupo. Avvistati anche a Ivrea

Questa estate in provincia di Torino

Attenti al lupo. Avvistati anche a Ivrea

Un messaggio semplice semplice sul gruppo Facebook "sei di Ivrea se..." e si è subito scatenato il putiferio, con insulti e tanta tanta ilarità. Incredibile cosa riesca a fare un telefonino in mano alle persone sbagliate.

"Buonasera a tutti - scriveva una cittadina qualche giorno fa -  Ieri sera intorno a mezzanotte, zona via cascinette è stato visto un lupo. Non so se sia lo stesso lupo, ma è stato visto anche in zona Montestella. Qualcuno sa se per caso sono stati visti ancora? Abbiamo già chiamato il 1515 della forestale. Non è stato un incontro simpatico...".

In verità, questa estate, gli avvistamenti a Ivrea, a Belmonte, a Quincinetto, a Fontanetto e un po' in tutta Italia, di animali selvatici o "potenzialmente" pericolosi si sono moltiplicati a non finire. Dagli orsi ai lupi passando dai cinghiali.

Stando alle cronache in provincia di Lucca una donna sarebbe stata morsa da un lupo sbucato dal nulla per aggredire inizialmente il cane che portava passeggio.

Qualche settimana prima, in provincia di Como, un uomo se ne era ritrovato davanti uno nei pressi dello stabilimento Chiarella e a Plesio e in Salento un branco avrebbe (usiamo il condizionale) assaltato, di notte, addirittura un gregge.

E poi a Bordonchio, frazione del Comune di Bellaria Igea Marina, in provincia di Rimini, a Vasto,  in Val Bregaglia, a Osimo, a Vicopisano e, non in ultima, in provincia di Torino con diversi episodi di aggressioni vicino alle abitazioni in particolare tra Superga, Marentino e San Mauro.

Il lupo - dice chi ne sa più di noi - non è pericoloso per l’uomo ma per gli altri animali sì.  In particolare, più vicino a noi, l’estate scorsa aveva destato preoccupazione l’attacco ad un altro gregge di pecore sull’Isolone della Bertolla, ai piedi dei boschi di Superga.

In quell’occasione gli esami del DNA eseguiti sulle carcasse delle pecore uccise avevano confermato la predazione da parte di un canide.

Attualmente non è facile capire quanti siano di preciso i lupi nel nostro territorio anche se sono in corso degli studi.

Secondo gli esperti i lockdown di questi anni hanno velocizzato il processo di ripopolamento dei lupi che hanno cominciato ad insediarsi anche nelle colline circostanti alla città.

L’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha condotto un monitoraggio nazionale del lupo, su mandato del Ministero per la Transizione Ecologica: un lavoro durato tre anni per realizzare una stima del numero di lupi presenti sul territorio italiano.

RACCONTI SUL LUPO

LINK 1: UNA GIORNATA DA LUPI NELL'ALTOPIANO DELLE MURGE

LINK 2: ACERENZA BASILICATA

Il lungo processo è iniziato nel 2018 con un convegno preparatorio, seguito poi dall’istituzione di un gruppo di studio di esperti nel 2019 e finito nel 2022 con i risultati delle analisi statistiche. Per fare una stima della popolazione del lupo in Italia sono stati percorsi circa 85.000 km a piedi alla ricerca delle “tracce” di lupi.

La stima della popolazione del lupo su scala nazionale secondo i dati dell’ISPRA è di 3.307 esemplari: la presenza di lupi è cresciuta molto nel nostro Paese, soprattutto nelle regioni alpine. Allo studio hanno lavorato circa 3.000 persone tra esperti faunistici, ricercatori, dipendenti di enti locali, parchi nazionali e regionali, volontari e cittadini.

Dopo un lavoro durato tre anni, i risultati del monitoraggio nazionale del lupo coordinato dall’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale ISPRA su mandato del Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica sono disponibili nell’EcoAtlante ISPRA, il portale tematico che permette di scoprire, visualizzare e condividere le informazioni ambientali nazionali e locali da pc, tablet e smartphone.

La stima del numero di lupi a scala nazionale viene restituita in mappe che si colorano seguendo le sfumature della probabilità di presenza. Sono solo alcuni dei risultati finali di un lungo processo che è iniziato nel 2018 con un convegno preparatorio, seguito dall’istituzione di un gruppo di studio di esperti nel 2019 e finito nel 2022 con i risultati delle analisi statistiche sui dati raccolti. Nel mezzo tantissime attività e la campagna di raccolta dei segni di presenza della specie, avvenuta tra ottobre 2020 aprile 2021 in un’Italia deserta, sospesa a volte irriconoscibile e incredula per gli effetti della pandemia.

Negli 85000 km percorsi a piedi alla ricerca delle “tracce”, due volte il giro della terra, 3000 persone tra esperti faunistici, ricercatori, dipendenti di enti locali, parchi nazionali e regionali, volontari, cittadini hanno intrecciato conoscenze, passioni, appartenenze differenti, saperi, dialetti, paesaggi ed orizzonti d’Italia. Il lupo, evocativo, sfuggente, capace di provocare sentimenti contrastanti, a volte radicali ci viene restituito in una fotografia con i contorni definiti da dati e metodi propri della ricerca scientifica che ora sono pubblici e fruibili da tutti.

Il lavoro di questi quattro anni, un piccolo tassello nel mondo della ricerca pubblica, forse servirà a far scendere il lupo dal palcoscenico involontario di notorietà e sensazionalismo in cui è stato confinato e farlo tornare ad essere quell’animale selvatico su cui abbiamo ancora da studiare per sviluppare azioni sempre più efficaci di conservazione e coesistenza con gli uomini, mitigando i conflitti ad esso collegati.

In questo quadro si inserisce anche unprogetto europeo Life Wolfalps EU il cui obiettivo è migliorare la coesistenza fra il lupo e le persone che vivono e lavorano sulle Alpi. Life Wolfalps sta conducendo proprio in queste settimane un lavoro di ricerca e monitoraggio sui branchi di lupi presenti nel territorio alpino italiano.

Gli ultimi dati in possesso risalgono al 2018 e sostengono che nelle Alpi italiane c’erano un totale di 51 branchi di lupi stabili che comprendono un minimo di 293 lupi. Di questi si stima che all’incirca 195 esemplari siano in Piemonte divisi in 33 branchi. 

LUPI, COSA FARE IN CASO DI AVVISTAMENTO

I lupi sono animali selvatici e rappresentano un pericolo per gli essere umani in caso di avvistamento: quando si vede un lupo è bene allontanarsi senza fare rumore, restando sempre attenti e vigili. In molti, alla presenza di un lupo, potrebbero voler scattare una foto o fare dei video: sono due cose da evitare assolutamente per i lupi si incuriosiscono quando vedono qualcuno gesticolare.

Quando un lupo si accorge della presenza di un umano, può fermarsi per osservarlo, mosso dalla curiosità, per poi andarsene: per questo motivo è bene arretrare lentamente senza mettersi a correre in prede al panico. Non bisogna mai e poi mai correre via dando le spalle all’animale. Può essere utile, invece, fare rumore per allontanarlo perché rinnovare la paura verso l’uomo, in questi animali, è positivo.

Se un lupo si avvicina verso una persona, non bisogna scappare, ma indietreggiare lentamente tenendo l’animale davanti a sé: molto utile anche fare un passo indietro e fare più rumore possibile, magari battendo le mani, il tutto continuando ad arretrare.

Nel caso in cui un lupo dovesse attaccare un essere umano, bisogna cercare di tenerlo lontano con bastoni, sassi o qualsiasi altro attrezzo disponibile. In caso di attacco diventa importante trovare una posizione facile per difendersi ed evitare che il lupo o il branco arrivi alle spalle: sarebbe utile raggiungere un punto sopraelevato.

Sul quotidiano La Stampa l'esperto Luca Giunti ha sosenuto che bisogna imparare a convivere con questo animale: “Oramai gli spazi delle Alpi occidentali sono saturi di lupi che hanno già iniziato a scendere e insediarsi sulle colline, come nella zona di Superga, Marentino, Montaldo e verso l’Astigiano per esempio. Ora inizieranno ad attaccare animali da cortile e da affezione, non solo quelli che predano nei boschi. Lo dico non per creare allarmismo, ma perché tutti ne siano consapevoli. Anche nelle zone collinari del Torinese il lupo costringerà a cambiare le abitudini non solo degli allevatori “professionisti”, ma un po’ di tutti. Dovremo capire come conviverci: il lupo è una specie protetta”.

PER CHI E' INTERESSATO A SAPERNE DI PIU'

Al lupo! Al lupo! Il vademecum dell'Ente Aree Protette del Po

Per approfondire il tema l’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po piemontese ha diffuso un vademecum con i consigli utili. 

Eccolo.

L’espansione delle popolazioni di lupo in aree collinari e di pianura, più densamente abitate rispetto alle aree montane, determina l’aumento delle probabilità di avvistamento di lupi in contesti urbanizzati.

La “discesa” del lupo verso le zone collinari e le pianure è determinata dalla biologia della specie che conduce gli esemplari in dispersione alla ricerca di territori non colonizzati da altri branchi. Inoltre, i monitoraggi sulla presenza dei lupi hanno accertato il loro adattamento dal punto di vista alimentare a prede tipiche delle zone di pianura, come nutrie e lepri.

Occorre avere chiaro il concetto che la possibilità di avvistare un lupo presso un centro abitato non è sinonimo di pericolo.

I lupi, come la maggior parte degli animali selvatici, cercano di limitare l’incontro con l’uomo, muovendosi soprattutto di notte. Può capitare che si avvicinino agli insediamenti umani anche durante il giorno, in condizioni particolari - per esempio se il lupo è a sfavore di vento, ma sono episodi che non devono destare preoccupazione.

Prova ne sono gli appostamenti dei tecnici dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese e di quanti studiano il lupo. Molto spesso, infatti, i ricercatori sono ripagati delle lunghe ore di attesa solo con un fugace avvistamento.

E’ tuttavia necessario adottare comportamenti che evitino che i lupi diventino confidenti nei confronti dell’uomo.

Il lupo confidente è un animale che, avendo perso la naturale diffidenza verso le persone, si avvicina ripetutamente senza mostrare reazioni di fuga o paura. 

La pratica di offrire cibo, in modo volontario ma anche involontario, lasciando rifiuti organici o cibo per animali domestici a disposizione dei selvatici, rafforza la perdita della diffidenza. E’ dunque un comportamento che deve essere evitato così da non creare l’interesse verso le case.

Anche la presenza di cani può attirare l’attenzione del lupo, che potrebbe considerarli come competitori, prede o potenziali partner.

Si distinguono diversi gradi di confidenza, che richiedono attenzione e modalità gestionali differenti.

Con un livello di confidenza alto, cioè nel caso in cui l’animale si avvicini a meno di 30 metri di distanza dalle persone, volontariamente e ripetutamente, e sembri manifestare interesse nei loro confronti, l’attenzione deve essere massima, per evitare che l’interazione sfoci in un comportamento aggressivo.

Per questo motivo, è fondamentale avvisare le autorità competenti, in caso di comportamenti confidenti o anomali da parte del lupo.

Troppo spesso, quando si parla di lupo, i media hanno utilizzato toni allarmistici soprattutto a seguito di episodi di predazione del bestiame.

Per ricondurre i rischi alla giusta dimensione, il progetto Life Wolfalps EU, che ha tra gli obiettivi il miglioramento della coesistenza fra il lupo e le persone che vivono e lavorano sul territorio, ha prodotto un pannello con le buone pratiche di comportamento in caso di avvistamento del lupo.

L’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese è supporter, figura cioè tra gli oltre cento enti e associazioni che collaborano con il progetto perché ne condividono gli obiettivi, ma operano con budget e forze proprie.

Il progetto Life ha istituito le squadre locali di emergenza per la prevenzione degli attacchi da lupo (WPIU - Wolf Prevention Intervention Units) a supporto degli allevatori. In Piemonte, le unità di pronto intervento sono composte da personale degli Enti-Parco, della Città Metropolitana di Torino e dei Servizi Veterinari, da militari dell’arma dei Carabinieri Forestali, da agenti di Polizia provinciale. La funzione è quella di affiancare gli allevatori nella prevenzione degli attacchi attraverso l’attuazione di sistemi di prevenzione, nella pratica di accesso alle misure di indennizzo e nel corretto impiego dei cani da guardiania.

Il poster informativo, che può essere scaricato (CLICCA QUI) fornisce agli utenti alcuni consigli distinti in base al contesto di riferimento.

In contesti abitati/urbani:

Non lasciare fonti di cibo nei pressi delle abitazioni (organico, resti alimentari, cibo per animali domestici)
Tenere il cane, durante la notte, in un box o dentro casa
Non lasciare il cane libero di uscire da solo
Non avvicinare mai e per nessun motivo gli animali (vale per il lupo e per qualsiasi selvatico) né cercare di interferire con il loro comportamento
Non dare mai da mangiare al lupo e agli animali selvatici

In contesti naturali:

Portare il cane al guinzaglio e non lasciarlo libero di girare da solo
Nel caso in cui si osservino uno o più lupi da lontano, restare in silenzio e osservare senza interferire e non tentare di avvicinarsi

Nel caso di incontri in natura:

Se non siamo a nostro agio, basterà parlare a voce alta ed eventualmente agitare le braccia o battere le mani: il lupo nella maggior parte dei casi si allontanerà spontaneamente
Se non dovesse allontanarsi camminare lentamente, parlando

Nel caso di incontri in auto:

Come per ogni selvatico, è assolutamente vietato inseguire i lupi per girare un video o scattare foto
Non bisogna mai uscire dall’auto al fine di poterli osservare con tranquillità altrimenti fuggono subito

Nel caso in cui si notino comportamenti confidenti nel lupo è fondamentale segnalarlo alle autorità competenti:

112 Comando Carabinieri per la Tutela Forestale.

Per approfondimenti CLICCA QUI

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