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Ambiente
15 Agosto 2023 - 09:22
fotovoltaico
Continua in tutte le campagne torinesi la corsa all’accaparramento di terreni per l’installazione di centrali a pannelli fotovoltaici. Un fenomeno che sta facendo aumentare i prezzi dei terreni e sottrae campi agli agricoltori che li hanno sempre coltivati in affitto. Il rischio è che la nuova speculazione energetica trasformi i terreni agricoli in distese di pannelli che non produrranno più cibo.
L’approvazione da parte della Giunta regionale del Piemonte della delibera che fornisce “Indicazioni sull’installazione di impianti fotovoltaici nelle aree agricole di elevato interesse agronomico” detta la nuove regole per la diffusione dell’agrivoltaico ma occorre prestare grande attenzione a non consumare suolo agricolo e perderlo per sempre.
«La delibera regionale sui campi fotovoltaici – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – continua a salvaguardare i terreni più produttivi (in I e II classe di fertilità) e aggiunge nelle “aree agricole di elevato interesse agronomico” potranno essere installati esclusivamente impianti di tipo agrivoltaico. Tra le aree agricole di elevato interesse agronomico rientrano le aree appartenenti agli areali individuati dai disciplinari delle produzioni agricole vegetali a Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.), ad Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.), a Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.) e Garantita (D.O.C.G.); i terreni agricoli e naturali ricadenti nella prima e seconda classe di capacità d’uso del suolo costituiti dai territori riconosciuti come appartenenti alla I e II classe nella “Carta della capacità d’uso dei suoli del Piemonte”. Ma la delibera esprime anche il “principio di continuità” della produzione agricola cioè il mantenimento di almeno il 70% del valore della produzione agricola negli ultimi cinque anni produttivi. Dobbiamo, quindi, vigilare che la produzione agricola nei campi fotovoltaici sia effettivamente mantenuta e che non sia utilizzata solo come stratagemma di facciata per mascherare la vera ragione per cui stiamo assistendo alla corsa all’acquisto dei terreni per realizzare centrali fotovoltaiche: la speculazione energetica attirata dagli incentivi».
Coldiretti Torino non accetterà che le nostre produzioni alimentari di eccellenza e quelle di cui c’è grande carenza nei mercati mondiali come mais e grano siano sacrificate per fare posto a coltivazioni inesistenti.
Agrivoltaico od anche agrovoltaico, agri fotovoltaico, agro fotovoltaico, agri-pv, agrisolare, è un sistema di produzioni agricola e fotovoltaica realizzate sul medesimo terreno. Nel sistema agrivoltaico i pannelli fotovoltaici sono montati ad un'altezza da terra sufficiente per consentire pratiche di coltivazione convenzionali sul terreno sottostante. Tra gli obiettivi del sistema agrivoltaico vi sono la preservazione dei terreni all’utilizzo agricolo, l’ausilio alle coltivazioni idonee tramite l’ombreggiamento che ne riduce la richiesta idrica, la funzione di sostegno delle piante, il contributo alla regimentazione delle acque piovane, una parziale protezione antigrandine e ad altri fenomeni di precipitazioni e condizioni climatiche estreme. Nell'agrivoltaico la funzione di produzione di elettricità fotovoltaica del sistema è una funzione ulteriore alla produzione agricola
«Sotto i pannelli si dovrà fare agricoltura vera, produttiva e redditizia. Non vogliamo vedere distese di impianti dove la “parte agricola” sia giustificata da produzioni che esistono solo sulla carta. L’agrivoltaico non deve farci perdere nemmeno un ettaro di coltivazioni vere».
Nel 1980 il governo italiano discuteva su come rendere più autonoma la produzione energetica delle aziende agricole individuando nella produzione di energia rinnovabile fotovoltaica una delle soluzioni da incentivare. La prima pubblicazione che descrive in linea teorica l'agrivoltaico viene fatta risalire al 1981 e porta il titolo di "patate sotto ai pannelli"con autore l'allora direttore del Fraunhofer Institute, Adolf Goetzberger. L'alto costo della tecnologia fotovoltaica consentì di predisporre prototipi ed impianti agrivoltaici sperimentali successivamente agli anni 2000. Nel 2004 in Giappone, Akira Nagashima sviluppò dei prototipi agrivoltaici e iniziò a proporre la tecnologia con scopi sperimentali e dimostrativi in Giappone usando la denominazione solar sharing(condivisione solare), sia con strutture fisse che con strutture rimovibili. L'incremento nello sviluppo delle soluzioni agrivoltaiche in Europa si registra a partire dal 2007 in particolare in Italia e negli anni successivi lo sviluppo della tecnologia agrivoltaica è stato molto dinamico.
La capacità installata è aumentata da circa 5 megawatt di picco (MWp) nel 2012 ad almeno 2,8 gigawatt di picco (GWp) nel 2020. Programmi di finanziamento governativi in Giappone (dal 2013), Cina (circa 2014), Francia (dal 2017), Stati Uniti (dal 2018), Corea, Italia (dal 2021) hanno consentito un forte impulso alle installazioni. La questione del cambiamento climatico e la valutazione che la produzione solare fotovoltaica sia una delle soluzioni da incrementare maggiormente per sostituire l'utilizzo di combustibili fossili ha portato molti governi a pianificare un forte incremento della potenza dei generatori fotovoltaici installati. Stabilite le nuove esigenze di produzione elettrica da fonte rinnovabile fotovoltaica è emersa la costatazione che le superfici già edificate da destinare alla installazione di pannelli fotovoltaici sono insufficiente al raggiungimento degli obiettivi programmati e pertanto si rende necessario installare nuovi impianti fotovoltaici su terreni. Questa necessità ha ravvivato l'interesse e lo studio delle tecniche agrivoltaiche.
Nel 2007 a Laimburg presso Bolzano viene installato un prototipo di struttura sospesa da terra con treppiedi fissati a plinti di cemento che tengono in trazione funi di acciaio alle quali sono sospesi pannelli fotovoltaici. Il sistema consentiva dei movimenti di inseguimento solare.
Risalgono al 2008 testimonianze di altri prototipi di strutture agrivoltaiche con pannelli fissi.
Consente l'utilizzo di mezzi agricoli sul terreno sottostante
Predisposto per la coltivazione di ortaggi
In esercizio temporaneo per prove di resa fotovoltaica
A Mola di Bari, nel comune di Turi viene realizzata una struttura in travi di acciaio per sostenere pannelli fotovoltaici montata al di sopra di un vigneto per uva da tavola. L'impianto ha una potenza di 50 kwp. Altri due impianti a pergola della stessa tipologia sono stati installati su terreno seminativo nelle vicinanze eseguendo prove di coltivazione di ortaggi.
A Laterza una pergola agricola fotovoltaica ombreggiante costruita con componenti comunemente utilizzati per la realizzazione di vigneti tipo pergola veronese e pergola trentina, in cemento armato vibrato ed infissi nel terreno senza plinti come fondazioni. L'impianto agrivoltaico ha una potenza di 20 kwp ed una estensione di circa 600 m².
A San Floriano, in Valpolicella, nel 2009 l’Università di Verona con responsabile scientifico il prof. Maurizio Boselli, avvia Joint Project a seguito di un Progetto Studio di Fattibilità realizzato ai sensi della L.R Regione Veneto 18 maggio 2009 n.9 denominato Integrazione Agricolo Fotovoltaica “Svolta Iperverde", un progetto di ricerca che prevede la realizzazione di una struttura agrivoltaica sopra la chioma di filari di vite tipo corvina 48. Successivamente nel 2010 in continuità con la ricerca e prove di viticultura a Laterza viene realizzata una pergola agricola ombreggiante agrivoltaica di 970 kwp con estensione di 2,5 ettari[22]. Negli anni successivi verranno condotte anche coltivazioni di funghi, ortaggi, alberelli di melo e vigneti.
Agrivoltaico. La pergola fotovoltaica agricola ombreggiante Svolta Iperverde del Joint Project Università di Verona 2009_2011. Installata a San Floriano in Valpolicella, Italia
Vista da nord. La pergola fotovoltaica agricola ombreggiante del Joint Project Università di Verona 2009_2011.Installata a San Floriano in Valpolicella, Italia
Impianti agrivoltaici a Laterza
L'azienda agricola Fratelli Muratori, presso la Tenuta di Villa Crespia completa la realizzazione di un impianto agrivoltaico di 200 kwp sopra vigneto di uve per vino in Franciacorta nel 2010.
L'azienda Rem Tec porta a compimento la realizzazione di 3 impianti agrivoltaici con tensostruttura in acciaio e con sistema di inseguimento solare su terreni con utilizzo seminativo che consente l'utilizzo sul terreno di macchine agricole convenzionali di grandi dimensioni. Studi condotti in collaborazione con l'Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza confermano il buon esito delle coltivazioni cerearicole con questo specifico sistema agrovoltaico che comporta un ombreggiamento di circa il 15%.
Nel 2012 circa 4 dei 5 megawatt di agrivoltaico censiti in Europa erano in Italia. Successivamente al 2012 le normative italiane inibiscono le nuove installazioni di pannelli fotovoltaici su terreno di conseguenza vengono bloccate anche le installazioni agrivoltaiche. Un parziale sblocco viene posto nel 2020 ed un impulso con il PNRR 2021 Nex Generation . Dal 2021 sono in corso di presentazione numerosi progetti agrivoltaici che coinvolgono anche le maggiori industrie italiane del settore energia.
Il piano del Governo Italiano PNRR 2021 Next Generation, prevede in Italia l'installazione di circa 1,5 gigawatt di agrivoltaico entro il 2030. ENEA Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibileha promosso nel 2021 la Rete per l'Agrivoltaico Sostenibile italiana per promuovere conoscenze e metodologie per lo sviluppo e la diffusione dei sistemi agrivoltaici. Obiettivo di ENEA è portare la produzione di energia attraverso sistemi agrivoltaici a 30 GW. Sempre nel 2021 il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha parlato dell'importanza dell'agrivoltaico per rendere autonome le aziende agricole dal punto di vista energetico. Il Ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli si è mostrato più cauto, ribadendo la priorità di realizzare impianti "sulle coperture degli edifici e non a terra".
Nelle linee guida, nella letteratura tecnica e nelle norme vigenti in alcuni paesi, con alcune differenziazioni vengono descritti come agrivoltaici vari tipi di sistemi.
Solo alcune definizioni riconoscono questa tipologia che consente l'utilizzo agricolo limitato ad alcune lavorazioni per lo più manuali. L'aspetto dell'impianto non si differenzia da un impianto convenzionale a terra se non per la presenza di un manto vegetale. La normativa italiana del 2021 considera questi impianti della tipologia a terra convenzionale e non agrivoltaici.
Pecore al pascolo sotto impianto fotovoltaico basso a Lanai Hawaii
Impianto fotovoltaico basso con pecore al pascolo in Belgio
Coltivazione di pomodori sotto impianto fotovoltaico basso in Austria
Impianto fotovoltaico a terra convenzionale a Jászapáti in Ungheria
Impianto convenzionale a terra a Baja Sur in California
Tutte le definizioni di agrivoltaico comprendono questa tipologia. Sono compresi sistemi sia a pannelli fissi che con sistema di inseguimento solare. Sono contemplati anche sistemi a disposizione verticale dei pannelli che consentono il pieno utilizzo del terreno per le coltivazioni.
Impianto agrovoltaico su vigneto presso l'azienda Domaine de Nidolères nel comune di Tresserrenei Pirenei Orientali in Francia
Raccolta meccanizzata sotto un sistema agrovoltaico,nell'impianto pilota APV Heggelbach, presso Oberndorf nel comune di Herdwangen-Schönach, in Germania
Sistema agrovoltaico a disposizione verticale con pannelli fotovoltaici bifacciali sensibili alla luce su entrambi i lati. Impianto pilota tipo Next2Sun a Losheim am See in Germania
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