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Settimo Torinese
17 Luglio 2023 - 10:59
C’è chi studia il lavoro, chi lo promuove, chi lo crea, chi ne parla, chi lo norma, chi lo difende. E poi ci sono tutti gli altri: quelli che lavorano, sempre di meno ma che tuttavia restano tanti.
Il lavoro è una merce e come tutte le merci viene venduta su di un mercato.
Il lavoro è un diritto, le dice anche la nostra Costituzione.
Lavorare stanca, il lavoro è nocivo, il lavoro pesa, il lavoro manca, dal lavoro vogliamo liberarci. Il lavoro è sfruttamento.
C’è chi lavora per vivere e c’è chi vive per lavorare.
Il lavoro costa troppo, ma poi si scopre che chi lavora non solo non diventa ricco ma non riesce ad arrivare a fine mese.
Il lavoro rende liberi: era la scritta posta sulla porta del campo di concentramento di Auschwitz.
Sono tutti appunti che vi consiglio di porre all’attenzione di ChatGPT la nuova frontiera dell’intelligenza artificiale. Potremmo per il futuro fare insieme qualche sperimentazione.
Per ora accontentiamoci di due episodi che però fanno riflettere.
In questi giorni, in Parlamento, maggioranza e minoranza si sono scontrate sul salario minimo, stabilito per legge. Se ne parla da anni. Intanto in Italia ci sono i salari più bassi di gran parte dei paesi Europei. Anche il tasso di lavoro nero, accompagnato dalle finte cooperative e dall’alto numero di partite iva che in realtà nascondono lavoro subordinato, restano al di sopra della media europea.
E’ il mercato bellezza. Ce lo siamo sentito dire più volte.
E’ la mancanza di competitività del sistema fa eco il liberal di turno. Quasi come dire che chi lavora in quelle condizioni se lo è cercato e ne ha la responsabilità.
Tutta la politica parla, discute, sembrano tutti appassionati e desiderosi di cambiare la situazione.
Capita però di incontrare per strada un cantiere lavoro pagato dal Comune di Settimo sulla base delle regole fissate dalla Regione Piemonte. Un uomo di quasi 60 anni piegato sotto il sole e che con un raschietto toglie l’erba cresciuta sui marciapiedi. Nel passato era un operato specializzato ma poi la sua azienda è fallita e gli mancano ancora 5 anni di contributi per andare in pensione. Gli chiedo quanto guadagna e quante ore fa e scopro che la paga è di 5 euro l’ora. Non ci credo! Vado a vedere la delibera regionale ed è vero, si aggiungono 8 centesimi circa per gli oneri previdenziali.
Ma come, da un lato si vuole (giustamente) fissare per legge un tetto minimo al valore del lavoro (c’è chi dice 9 e chi dice 12 euro l’ora effettivi lordi al lavoratore) e poi quando tocca a te pagare (Stato, Regione, Comune) invece la regola non vale e il tetto diventa 5 euro e in più senza ferie, senza diritti, senza rappresentanze sindacali, a fare lavori, spesso inutili e quasi sempre gestiti male.
Il secondo episodio di questi giorni che vale la pena evidenziare è lo sciopero dei lavoratori di Mondo Convenienza e l’incredibile sgombero violento dell’ingresso dei magazzini avvenuto ad opera della polizia di Stato su sollecitazione di altri lavoratori (quelli della logistica) che non venivano fatti entrare.
A Campi Bisenzio e a Settimo Torinese è andato in onda lo stesso copione.
Il sindaco Elena Piastra di Settimo Torinese
Quello che c’è di diverso è la dichiarazione del Sindaco.
A Settimo si è espressa “comprensione” ai trasportatori (pare che però vi fossero tra questi anche i titolari di finte cooperative che hanno minacciato la serrata se non ci fosse stato lo sgombero dei cancelli).
A Campi Bisenzio il Sindaco ha espresso preoccupazione e ha chiesto all’azienda di soddisfare le legittime richieste dei lavoratori (una bollatrice per evitare di lavorare 12 ore e vedersene pagare la metà, l’applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro anziché un regolamento interno sottoscritto da ogni lavoratore sotto ricatto della non assunzione).
A Settimo gli assessori hanno affermato in piazza che la Sindaca era al telefono con la Prefettura e la Questura per chiedere la riapertura dei cancelli.
Purtroppo ci toccava vedere anche questa. Un Sindaco e una giunta, teoricamente di centro sinistra, che anziché difendere i diritti dei lavoratori si schiera dalla parte di chi, in aperta violazione dei diritti minimi dei lavoratori, minaccia serrate, non applica i contratti di lavoro e si rifiuta di rilevare con metodi normali le ore effettivamente lavorate.
Dopo questa brutta figura spero che la Sindaca trovi la forza e il coraggio per condannare lo sgombero violento del presidio dei lavoratori di Mondo Convenienza e di richiedere al Prefetto, alla Regione, all’Azienda e ai Sindacati (tutti), l’apertura di un tavolo di confronto per giungere rapidamente ad un accordo sulle giuste e legittime rivendicazioni dei lavoratori.
Se non sa come fare, chieda consiglio al collega Sindaco di Campi Bisenzio oppure legga le decine di atti assunti nel passato dal Consiglio Comunale e dalle Amministrazioni che l’hanno preceduta su analoghe situazioni di crisi.
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