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Il caso
27 Maggio 2023 - 01:56
A Borgofranco d’Ivrea dici Giro d’Italia e dici polemica. I corridori ormai sono belle che andati (tanti nemmeno li hanno visti), ma la bagarre attorno alla manifestazione ciclistica non accenna a fermarsi.
Il “la” questa volta è stato dato dalla chiusura del plesso scolastico di via San Marco: interdetto agli alunni con un’ordinanza del sindaco Fausto Francisca protocollata giovedì 24 maggio. In sostanza, dopo le valutazioni sismiche di alcuni operatori (iniziate sotto Pasqua) è emerso che la scuola in questione non sarebbe sicura, avendo riscontrato delle criticità strutturali, danni alle colonne portanti e al cemento.
Accesso vietato, dunque, per l’ala che interessa la scuola media e quella di musica; la palestra, la mensa e le elementari, invece, sarebbero in buone condizioni e quindi non verranno toccate dal provvedimento cautelativo.
I ragazzi nella giornata di oggi, venerdì 26 maggio, non sono andati a lezione e per la prossima settimana le classi 2A, 5A e 5B andranno sì a scuola, ma nelle aule di via Roma.
“Non potevamo tenere l’edificio aperto in queste condizioni - commenta Fausto Francisca, sindaco di Borgofranco - Non è da escludere, dato che tra poco la scuola sarebbe comunque finita, che il plesso di via San Marco venga chiuso e i ragazzi finiscano l’anno in uno degli altri plessi del paese”.
Fin qui, tutto bene… o quasi. Come si collegano però la chiusura della scuola e il Giro d’Italia? Presto detto: una volta avviate le operazioni di valutazione sismica, era stato proprio Francisca a sponsorizzare via social gli interventi: “i lavori sono partiti, e il tutto senza aumentare le tasse” scriveva su Facebook, facendo riferimento all’accusa mossa dalla minoranza, quella di reperire i fondi per la kermesse ciclistica incrementando le imposte.
Fausto Francisca, sindaco di Borgofranco d'Ivrea
Di fatto, le tasse non sono state aumentate, ma il pensiero generale dei cittadini è, in soldoni: “abbiamo i soldi per il Giro d’Italia (e ancora non si è capito quanto è costato), ma non per fare manutenzione delle scuole? Fino ad ora i bambini sono andati i lezione in edifici non sicuri?”.
Ecco. A sorpresa, poi, spuntano anche le dichiarazioni di una delle indiscusse protagoniste del consiglio comunale di novembre, quello in cui il Sindaco aveva comunicato che Borgofranco avrebbe ospitato la 13esima tappa del Giro. Di chi stiamo parlando? Di Liliana Blasutta, ex assessore a Istruzione e Cultura, prontamente dimessasi non appena Francisca aveva iniziato a parlare del Giro d’Italia.
“In questa giunta non ci sono più obiettivi condivisi” aveva detto lapidaria l’ex-assessore ai tempi, senza aggiungere nient’altro. Dopo la comunicazione della chiusura della scuola, però, Blasutta ha scelto di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. “Ho letto l’ordinanza di chiusura del plesso di via San Mauro e sono dispiaciuta nel sapere che fino a ieri i ragazzi frequentassero un edificio non sicuro. Erano due anni che in qualità di assessore all’Istruzione sollecitavo il Sindaco ad effettuare la valutazione sismica degli edifici scolastici, sia per ragioni di sicurezza sia perché era un requisito necessario per la partecipazione ai bandi - dice - le recenti dichiarazioni di Francisca sull’aver promosso gli interventi non corrispondono al vero: ha sempre osteggiato e respinto la mia richiesta. Ero una voce inascoltata, anche dagli altri componenti della maggioranza”.
L'ex assessora Liliana Blasutta
Blasutta poi continua affermando di aver appurato, prima delle sue dimissioni, che le risorse presso l’Ufficio Tecnico fossero disponibili: l’assessora (dopo la delibera di affidamento) avrebbe sollecitato i funzionari per impegnare le somme il 23 novembre, e non nelle vacanze pasquali, cosa detta dal primo cittadino.
“La contrarietà e disinformazione del Sindaco è confermata dal fatto che durante il consiglio comunale del 22 novembre, Francisca aveva ribadito che per la valutazione sismica degli edifici scolastici avremmo dovuto attendere gli stanziamenti dello Stato, segno che non era neppure a conoscenza che l’Ufficio Tecnico aveva già provveduto all’affidamento dell’incarico” continua Blasutta.
E poi il carico da 90: “d’altronde non potevo aspettarmi altro da un Sindaco che dal giorno della mia nomina ad assessore mi aveva detto che la scuola non era un suo interesse e che il Comune di Borgofranco non aveva finanziamenti, salvo poi dimostrare il contrario trovando soldi per iniziative non prioritarie ma di suo interesse (il Giro d’Italia, ndr)”.
A chiosa di un lungo sfogo, covato da mesi, l’ex assessora conclude: “durante il consiglio comunale di novembre avevo rassegnato le mie dimissioni perché non intendevo più far parte di un’amministrazione incapace di stabilire le priorità di un Comune. Anche in termini di immagine e decoro, Borgofranco è il peggiore della zona, una città che accetta passivamente il volere del Sindaco, più interessato al protagonismo che alle esigenze del paese”.
Ed ecco tutto. Tanto taciturna alle sue dimissioni quanto battagliera per la chiusura della scuola. D’altronde, quello in questione era anche l’assessorato di sua competenza.
Insomma, a Borgofranco il Giro d’Italia non finisce mai. O meglio, ci ha messo 2 minuti a passare, ma continua a creare polemica da ben 6 mesi. Sarà finita qui?
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