Cerca

Il tema

"Il turismo di massa non è turismo: lascia poche risorse e ne estrae molte"

Continuiamo le nostre interviste sul turismo nelle Valli di Lanzo: oggi parliamo con Livio Barello, presidente del Consorzio Operatori turistici delle Valli di Lanzo

Il lago di Malciaussia, una delle maggiori mete turistiche del territorio

Il lago di Malciaussia, una delle maggiori mete turistiche del territorio

64 anni, gestore di due rifugi, presidente del Consorzio Operatori Turistici Valli di Lanzo. Livio Barello coordina da molti anni il lavoro del consorzio. "Cerco di guidarlo verso un certo modo di lavorare" ci dice. Quale? Lo scopriamo nel corso dell'intervista. Per intanto, il Consorzio può vantare un riconoscimento, datato 2017, con cui la Regione gli conferisce la "rilevanza nazionale".

Da due anni a questa parte, il Consorzio valligiano lavora assieme ad altri consorzi della montagna per portare avanti dei progetti comuni. "Vorremmo fare in modo che la montagna piemontese si presenti unita sotto l'aspetto del turismo" riassume Barello. In che modo? Glielo abbiamo chiesto.

Che momento è questo per gli operatori del turismo?
È un momento in cui c’è molto fermento e ci sono molte attività in corso, e c’è la possibilità di avere risorse da molti punti di vista, tra cui il Pnrr. Le possibilità ci sono. La situazione al momento sarebbe anche favorevole per lo sviluppo di nuove progettualità, soprattutto per le strutture ricettive. Va detto che il turismo è per le alte valli la vera risorsa economica della montagna, a cui tutte la altre attività sono collegate. Questa consapevolezza deve diventare sempre più parte della società montana.

Quale tipo di turismo è la vera risorsa economica per la montagna?
Il turismo che può diventare una vera risorsa economica è il turismo vero. Il "mordi e fuggi" e la villeggiatura non sono più turismo. Noi abbiamo un patrimonio enorme di seconde case e quelle ormai non sono più turismo, perché non portano più granché al territorio. È stato valutato come l'utente della seconda casa porta dai 60 agli 80 euro l'anno agli impianti di sci, mentre il turista vero ne porta mille. Oppure: il turista spende 80 euro al giorno, mentre il villeggiante ne spende sei o sette. La villeggiatura è stata molto importante negli anni 70 e 80 mentre oggi non lo è più.

Livio Barello, presidente del Consorzio Operatori Turistici Valli di Lanzo

Il turismo può avere un ruolo nell'implementare la residenzialità? Come può un buon turismo ripopolare la montagna?
Abbiamo notato nel tempo che laddove si è sviluppato un buon turismo è cresciuta anche la popolazione residente, e si è stabilizzato il fenomeno della fuga dalla montagna. Laddove c'è turismo ci sono posti di lavoro, risorse in più, e quindi c'è una maggiore attrazione per chi vuole rimanere o tornare e mettersi in gioco. Anche perché quale altra risorsa ci può essere? Tutte le forme di economia sono legate al turismo sul territorio. Oltretutto il turista acquista, spende. Va tenuto conto che, se confezionato in maniera intelligente, tutto può essere attrattivo per il turismo.

Ad oggi, il turismo che interessa le Valli è quello di massa: non è sostenibile, inquina e lascia poco. È davvero questo quello che serve?
Il turismo a cui puntiamo noi non è turismo di massa, che è invece quello che ci ritroviamo. Se è turismo di massa non è turismo, è mordi e fuggi, è quello che non lascia nulla ma in compenso consuma, inquina, lascia rifiuti e consuma risorse, tutte cose che sono poi a carico dei residenti. Noi puntiamo invece al turismo sostenibile, fatto di meno unità [meno persone che salgono su, ndr] ma che lasciano tante risorse. Oltretutto il concetto di sostenibilità per come lo enuncia la Commissione Europea prevede che chi arriva e consuma risorse ne ripristini altre: insomma, il turista dovrebbe lasciare molte più risorse rispetto a quelle che consuma. Oggi accade il contrario. 

Ma come si può organizzare una transizione verso il turismo sostenibile?
Il territorio deve fare questa transizione attraverso l'utilizzo dei posti letto per fini turistici. noi da due anni lavoriamo con la Val Maira, e con il Consorzio che vi opera faremo un'unione. In Val Maira hanno cominciato molto prima a organizzare questa transizione, avendo la fortuna di avere degli stranieri provenienti dalla Svizzera, dalla Germania e dall'Austria. Loro sono riusciti a convertirsi al turismo sostenibile. E noi adesso lavoriamo con loro per portare avanti assieme dei programmi che dal nostro punto di vista ci aiutino e riconvertirci.

Sostenibilità fa rima con trasporti pubblici efficienti: c'è una speranza in merito alla Torino Ceres?
Col passante ferroviario e col collegamento con Caselle, la Torino Ceres è una struttura che può essere strategica per il turismo, e va nella direzione di togliere l'intasamento del traffico automobilistico dalle strade. Se il turista arriva a caselle e nel giro di poco tempo si trova a Ceres o a Germagnano è un grosso vantaggio. 

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori