AGGIORNAMENTI
Cerca
Il tema
22 Maggio 2023 - 00:11
Davide Arminio, dell'Osservatorio sulla Torino Ceres
Il turismo corre sui binari. Un nome che è tutto un programma per il convegno che si è tenuto l'altro ieri mattina a Lanzo Torinese. All'interno della sala grande del LanzoIncontra, diversi relatori hanno condotto delle riflessioni sul legame tra un servizio ferroviario efficiente e un turismo ricco e prolifico.
"La ferrovia Torino-Ceres è stata uno dei fattori che ha portato il territorio verso la modernità, uno dei mezzi con cui il territorio si è aperto al Regno d'Italia e che ha permesso all'industria di arrivare qui".
Qui l'evento completo
Un grande primato, questo, esposto da Davide Arminio dell'Osservatorio sulla Torino Ceres, per la prima ferrovia alimentata a corrente continua ad alta tensione al mondo, nata nella seconda metà dell'ottocento con un compito e con un obiettivo ambiziosi.
Il ruolo che la ferrovia ebbe agli albori deve tornare a ri-assumerlo. Deve tornare ad essere strumento di apertura del territorio al resto dell'area metropolitana torinese, al resto d'Italia, e perché no, al resto del mondo. È questa la grande rivendicazione politica che anima le attività dell'Osservatorio.
Rivitalizzazione del turismo, tutela dei servizi di base in montagna, potenziamento della qualità della vita nelle Valli di Lanzo. Temi, parole d'ordine e progetti che passano inevitabilmente per una ferrovia funzionante. Il 9 dicembre aprirà la nuova Torino Ceres, connessa meglio e più velocemente con Torino. Ma le contraddizioni non si esauriranno in quella data.
È arrivata infatti sabato la notizia per cui la GTT ha deciso di chiudere la ferrovia nel tratto Germagnano - Ceres per via degli abbondanti fenomeni piovosi che stanno colpendo in questi giorni le valli. La ferrovia riapre oggi, ma l'Osservatorio non si è fatto scappare la notizia.
Il comunicato dell'Osservatorio sulla chiusura della Germagnano Ceres
"Se è pur vero - hanno scritto sabato i membri del movimento - che la situazione meteorologica di questi giorni impone prudenza e attenzione, in un contesto di meteo avverso crediamo che non ci sia mezzo più sicuro della ferrovia - rispetto allo stato penoso in cui versa la rete stradale, che la pioggia rende ancora più precaria. Il provvedimento appare inoltre sorprendente considerato che la presenza di condizioni meteo davvero critiche dovrebbe imporre contestuali limitazioni al traffico sulla adiacente strada provinciale, cosa che non sembra affatto prevista".
Insomma, un ennesimo gesto che fa comprendere quanto la tratta Germagnano - Ceres venga ancora letta come un peso, un dipiù. Il suo futuro resterà incerto anche dopo il prossimo dicembre. Questa tratta viene spesso intesa come qualcosa che può funzionare o meno, tanto non è indispensabile. Eppure su questi binari potrebbe galoppare non solo il turismo, ma tanto tanto altro.
"La ferrovia è stata un grande laboratorio tecnologico, che ha portato diverse amministrazioni ferroviarie a utilizzare lo stesso sistema della Torino Ceres in altre ferrovie d'Europa" ha detto Arminio.
"Se non fosse stato per l'aeroporto di Caselle e per la Reggia di Venaria, oggi non parleremmo della connessione della ferrovia con Porta Susa" ha aggiunto Daniele Milani, anche lui dell'Osservatorio. Milani ha poi esposto i risultati di un questionario diretto ai cittadini e fatto partire dall'Osservatorio.
Daniele Milani, dell'Osservatorio sulla Torino Ceres
Le persone che hanno partecipato hanno esposto bisogni, aspettative ed esigenze legate alla ferrovia. Il timore dei cittadini, ha detto Milano, non è legato solo alla tratta montana della ferrovia, cioè la Germagnano - Ceres, storicamente abbandonata a sé stessa o quasi.
Ma pure al tratto che lega San Maurizio a Lanzo. Un tratto che non è interessato da aeroporti né da siti turistici conosciuti a livello europeo. Ma che comunque fa il suo mestiere di navetta di collegamento tra provincia e Città, realizzando quel progetto di connessione metropolitana che non può non passare per un trasporto efficiente.
"Dobbiamo mettere assieme il discorso del turismo ma fare anche riferimento a chi vive in queste zone - ha detto poi il sindaco di Lanzo Fabrizio Vottero -. Una volta si arrivava a porta palazzo con la ferrovia, e le persone ci andavano a fare la spesa, poi ci siamo spostati a Dora e adesso speriamo di arrivare di nuovo in centro".
L'intervento di Fabrizio Vottero, sindaco di Lanzo Torinese
Vottero ha poi lanciato un messaggio chiaro: "A me piacerebbe che un treno turistico arrivasse nei nostri paesi che si sono però ripopolati. Esiste anche il turismo nei paesi fantasma, ma io questo lo escluderei da amministratore locale". Vottero ha centrato un punto fondamentale: il territorio non può "turistificarsi" senza che prima non trovi nuova linfa per accogliere nuovi residenti, nuova gente che ci viva 365 giorni l'anno.
Il sindaco ha poi parlato anche dell'importanza di modernizzare il sistema dei passaggi a livello, per regolarizzarlo e velocizzare il traffico ferroviario.
"La ferrovia è stato un punto di attenzione quando abbiamo stilato il programma della strategia nazionale aree interne - ha aggiunto invece il sindaco di Viù, Daniela Majrano, nonché vicepresidente dell'Unione Montana Alpi Graie -. Abbiamo riflettuto su come creare dei collegamenti con questa che è un po' la spina dorsale delle Valli di Lanzo. Alcuni fondi della strategia sono stati infatti posti sui trasporti".
Daniela Majrano, sindaco di Viù
Majrano ha posto di nuovo l'accento sul valore della ferrovia per i residenti: "Le comunità hanno bisogno di questa infrastruttura per lo spostamento quotidiano o settimanale, perché chi sceglie di vivere in montagna ha bisogno di raggiungere il servizio che lo porti in Città".
La Val di Viù non è mai stata raggiunta dalla ferrovia, ma la presenza delle rotaie che si inerpicano fino a Ceres resta un aiuto fondamentale a chi abiti nella Valle e volesse ridurre l'utilizzo dell'auto. Una strada da percorrere sono anche i piccoli mezzi a chiamata, che potrebbero collegare i territori della Val di Viù e della val Grande con la ferrovia.
Particolarmente potente è stato poi l'intervento di Marco Bussone, presidente Uncem, a cui abbiamo dedicato un articolo a sé stante. "Non possiamo immaginare - queste alcune delle parole di Bussone - che noi arriviamo a Torino con questa ferrovia senza un'attenzione più forte da parte di un'amministrazione torinese lontana e sciatta su questi temi".
"La Torino - Ceres può trarre vantaggio anche da una potenzialità di utenza che la utilizza sotto l'aspetto turistico e ricettivo - ha spiegato Claudio Amateis, presidente del Gal Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone - e il Gal è aperto a tutti i progetti di valorizzazione del territorio. Noi siamo il braccio operativo dei Comuni e delle Unioni".
Claudio Amateis, presidente del Gal Valli di Lanzo Ceronda e Casternone
"Negli ultimi trent'anni sono stati fatti pochi passi" ha aggiunto l'architetto Luca Vivanti, che sulle ferrovie ha incentrato parte della sua attività accademica, girando il mondo e riflettendo spesso anche sul turismo. Che "può essere una leva importante per la costruzione della territorialità, per attrarre pubblico".
Già, perché la valorizzazione turistica può e deve essere anche rivolta alla creazione di comunità e di un territorio forte e abitato. Far divergere questi due aspetti crea i rischi di cui hanno parlato i sindaci.
Particolarmente interessante è stata poi la proposta di un altro relatore, architetto anche lui, Marco Vaudetti: un museo diffuso della Torino Ceres, che valorizzi dal punto di vista storico e culturale i punti che hanno fatto la storia della linea. "Non c'è niente di meglio di un percorso segnato e tracciato da un binario ferroviario - ha commentato Vaudetti - che prevede una serie di stazioni attorno alle quali ogni comunità può costruire rimandi e storie".
Tra gli interventi a margine del consiglio ha spiccato quello di Andrea Trovato, giornalista del Risveglio e consigliere di minoranza a Mathi. Trovato ha sottolineato come al convegno, tra il pubblico, ci fossero ben pochi amministratori locali. Sicuramente l'emergenza meteorologica non ha favorito l'affluenza dei sindaci, impegnati a presidiare il territorio.
"La Strategia Nazionale Aree Interna ha dimostrato come gli amministratori abbiano dato la disponibilità a trovare un punto d'intesa - ha replicato l'assessore lanzese ed ex sindaco Tina Assalto ai vari interventi che tiravano in ballo il ruolo degli amministratori -. Abbiamo sempre considerato la ferrovia un elemento di forza del nostro territorio".
Per Assalto "dobbiamo sicuramente dare risposte al pendolarismo, e dobbiamo anche dare il via a una miglior razionalizzazione dei mezzi: ad oggi vediamo correre parallelamente mezzi vuoti su gomma e su ferro nelle stesse direzioni, con un impatto di cui si è parlato molto".
È urgente dunque puntare sulla riduzione degli sprechi. Assalto ha anche risposto al tema tirato in causa da Bussone: il legame tra turismo e residenzialità nello sviluppo della ferrovia: "Non abbiamo mai ritenuto che queste due cose fossero in contrapposizione. Soprattutto nel periodo estivo i pendolari si riducono, quindi il ricorso eventualmente a treni storici e che possano attrarre può essere una bella risorsa. Abbiamo la fortuna di avere un territorio vivace dal punto di vista associativo, che crea eventi sul territorio".
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.