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Sugli ospedali di Ivrea e di Settimo Torinese ci stanno prendendo per i fondelli?

Dubbi sulle capacità degli attuali sindaci

Sugli ospedale di Ivrea e di Settimo ci stanno prendendo per i fondelli?

"L'assemblea degli azionisti dell'ospedale di Settimo è convocata il 1° giugno: valuteremo in quella sede le proposte del collegio dei liquidatori". Lo ha spiegato questo pomeriggio in Consiglio regionale l'assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Genisio Icardi, rispondendo a due interpellanze sulla gara di vendita andata deserta.

"La Società Saapa - ha detto Icardi - è in procedura di liquidazione dall'agosto del 2021: in questa situazione, al Collegio dei liquidatori sono stati conferiti i più ampi poteri per compiere gli atti utili per la liquidazione della società. Ogni scelta in merito agli adempimenti successivi alla procedura di gara andata deserta spetta così al Collegio dei liquidatori, come previsto negli atti deliberativi".

L'ospedale di Settimo Torinese visto dall'alto

"Dopo una procedura di vendita andata deserta - ha aggiunto - la soluzione ordinaria è quella di indire una procedura ristretta o negoziata. Risulta convocata per il 1 giugno l'assemblea degli azionisti, dove potranno essere ascoltati gli scenari proposti dal Collegio dei liquidatori e si potrà addivenire a eventuali integrazioni o modifiche, fermo restando che l'ospedale di Settimo dovrà continuare a restare aperto".

Icardi ha risposto anche ad alrtre due interrogazioni di cui una riguardante il sito per il nuovo ospedale di Ivrea.

"In relazione alla collocazione del nuovo Ospedale di Ivrea, a valle dello studio commissionato dalla Regione è stata stilata una graduatoria di siti preferibili in base ad una serie di parametri tecnici. Sono stati effettuati ulteriori approfondimenti soprattutto di carattere idrogeologico portati a termine dai competenti uffici regionali".

A muso duro il consigliere regionale Alberto Avetta.

"Prendiamo atto  con favore - gli ha risposto - che sono  terminate le verifiche tecniche relative ai vari siti candidati ad ospitare il nuovo ospedale di Ivrea, che a breve l’assessore Icardi incontrerà AslTO4 e i sindaci del territorio per definire una “localizzazione condivisa”.

"Dopo tanto tempo sprecato - ha aggiunto Avetta  - stiamo forse, seppur faticosamente, arrivando al primo concreto passo. Ora bisogna recuperare il ritardo accumulato e andare avanti con determinazione senza alimentare altre sterili contrapposizioni tra territori. In ogni caso saranno necessari anni per vedere i primi risultati e nell’attesa occorre occuparsi dell’attuale ospedale, che ha bisogno di interventi manutentivi (i cantieri Piano Arcuri e Pnrr finalmente sono partiti)  e deve essere dotato delle migliori tecnologie (a cominciare dalla tanto attesa risonanza magnetica). Il presidio di Ivrea vanta una squadra di sanitari di altissimo livello che, nonostante tutte le criticità, è riuscita a rendere di nuovo attrattivo il nostro ospedale. Medici, infermieri, tecnici ed amministrativi costituiscono un valore aggiunto che la Giunta Cirio ha il dovere di  tutelare e sostenere fornendo loro, domani, una moderna ed efficiente struttura ospedaliera, e garantendo, oggi, tutte le dotazioni tecnologiche che consentano di lavorare al meglio. Queste professionalità e competenze sono il nostro vero patrimonio pubblico. Sarebbe davvero un peccato se andasse disperso per l’inerzia di qualcuno". 

Ospedale di Ivrea

Sia come sia questo "ping pong" tra Regione, commissioni consigliari, conferenza dei sindaci e direzione generale dell'Asl To4, comincia a stancare. L'impressione è che quand'anche si volesse prendere una decisione o è ideologica (ospedale di Settimo Torinese) o è "strategica" (nuovo ospedale di Ivrea). Allungare i tempi, o il brodo, significherà, infatti, arrivare a scadenza del mandato (si vota per il rinnovo del consiglio regionale il prossimo anno) con un nulla di fatto.

E siccome la politica così stupida non è, su Settimo si è giocato sulla sostanza di una struttura che non è un vero e proprio ospedale e quindi "che ce ne facciamo" senza specificare che nell'Asl To4 il presidio di Settimo (così come il Trompone di Moncrivello o il Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese) svolge un ruolo importantissimo nella presa in carico dei malati lungodegenti; su Ivrea ci si è invece affidati alla logica del "dividi et impera", facendo cioè litigare i sindaci dell'eporediese sulla migliore localizzazione possibile di un ospedale che per alcuni dovrebbe essere costruito da una parte e per altri da tutt'altra.

La verità è che agire come dei semplici Ponzio Pilato rimandando ad altri la decisione non è un bel messaggio per il cittadino bombardato da notizie su una sanità che funziona male, per non dire malissimo, con tempi lunghi di attesa, pronto soccorso che non funzionano e cure, in alcuni casi, talmente costose da indurre i pazienti a lasciar perdere.

Qual'è la soluzione? Una soltanto. Trattandosi di argomenti e strutture dell'Asl To4 a mettere la parola fine a questa litania ci dovrebbe pensare la Conferenza dei sindaci preconfezionata non dalla Direzione Generale (come si è fatto sino ad oggi) ma da quei 10 comuni che da soli bastano a fare la maggioranza. Esattamente come si faceva una volta, quando Aldo Corgiat di Settimo, Fiorenzo Grijuela di Ivrea, Andrea Fluttero di Chivasso, Francesco Brizio di Ciriè ecc.., si incontravano il giorno prima per tirare giù la linea da seguire o per inforcare Regione, direzione generale e quanti stessero menando il can per l'aia.

C'è da chiedersi se gli attuali primi cittadini siano in grado di farlo. E su questo consentiteci di avere qualche serio dubbio!

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