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Ivrea
17 Maggio 2023 - 15:04
Sveglia! Giù dalle brande! Del nuovo ospedale di Ivrea ci volete dire qualcosa oppure no? Questo è il tenore di due lettere, la prima del 1° maggio firmata da una ventina di sindaci, la seconda del 16 maggio del primo cittadino Luigi Sergio Ricca di Bollengo, agli indirizzi dell'assessore regionale alla sanità Luigi Genesio Icardi e del Governatore Alberto Cirio.
A lamentarsi (toh guarda... Ivrea non c'è) sono Quincinetto Caluso, Strambino, Palazzo, Carema, Settimo Vittone, Andrate, Lessolo, Montalto, Nomaglio, mazzè, Romano, Vestignè, Borgofranco, Vische, Albiano, Banchette e Cascinette.
Luigi Sergio Ricca sindaco di Bollengo
La Regione, tempo fa, aveva infatti preannunciato una decisione entro la fine del 2021, poi entro la primavera del 2022, infine, e siamo a tre rinvii, entro la fine del 2022. Tutto incagliato in alcune "presunte" verifiche idrogeologiche e in uno studio dell'Ires che aveva assegnato all'area Ribes un punteggio migliore dell'ex Montefibre a Ivrea.
Non comprendiamo i continui rinvii di una presa di posizione ufficiale da parte della Regione, che confidiamo possa giungere al più presto alla conferenza dei sindaci per dare corso all'iter di progettazione e reperimento dei fondi necessari per la realizzazione della nuova struttura.
"Oggi a fine aprile 2023 non vi è alcuna certezza su quando le verifiche della Regione possano trovare conclusione - si lamentano i sindaci - Nel frattempo sono state assunte importanti scelte sia su nuovi ospedali nell'area della Città metropolitana di Torino, sia in altre Province piemontesi, vedasi da ultimo il nuovo ospedale dell'Asl To5 a Cambiano...!. Non comprendiamo i continui rinvii di una presa di posizione ufficiale da parte della Regione, che confidiamo possa giungere al più presto alla conferenza dei sindaci per dare corso all'iter di progettazione e reperimento dei fondi necessari per la realizzazione della nuova struttura. Giungere ad una definitiva posizione sulla localizzazione e avvio della procedura realizzati del nuovo ospedale di Ivrea significherebbe anche offrire positive prospettive a tutto il personale sanitario oggi impegnato in una struttura penalizzata da limiti fisici inadeguati..."!
"Sappiamo bene - aggiungono - che, quale sia la decisione che sarà assunta non mancheranno reazioni polemiche e divergenti, ma crediamo che il momento del confronto su una decisione che, se non assunta rischia di peggiorare la risposta alle esigenze di tutela della salute delle persone, non si più rinviabile..."
Bene dire che la vicenda si trascina avanti dal dicembre del 2020, quando un gruppo di lavoro attivato dalla Conferenza dei sindaci dell'Asl To4 approvò un documento con la proposta dei due siti...
In verità il nuovo ospedale di Ivrea sarebbe uno dei tanti (forse troppi) che la Regione Piemonte ha promesso di costruire: nel VCO (Verbanio Cusio Ossola) e nell’ASL TO5, nell’Asl di Vercelli, nell’Asl CN1 (Savigliano, Saluzzo e Fossano), di Alessandria e di Cuneo, quindi il nuovo Maria Vittoria e Amedeo di Savoia (ASL Città di Torino).
Domanda.. Quanti soldi ci vogliono per costruire sette nuovi ospedali in Piemonte?
Tanti! Troppi! E non ce n’è abbastanza! Lo sanno in consiglio regionale un po’ tutti, maggioranza e opposizione, e nei mesi passati il dibattito s’era letteralmente infuocato.
Ad accendere la miccia una variazione di bilancio che aveva autorizzato la giunta, in caso di necessità, ad attivare mutui fino a 30 milioni di euro.
“L’intento - avevano detto gli assessori regionali Andrea Tronzano (al bilancio) e Luigi Genesio Icardi (alla sanità) - è di avere le disponibilità per finanziare i progetti di tutti e sette i nuovi ospedali ritenuti necessari. Questi soldi serviranno a integrare i fondi messi a disposizione dalle singole Asl, per progettare i nosocomi di rispettiva competenza...".
In commissione erano poi intervenuti Diego Sarno, Domenico Ravetti, Raffaele Gallo, Daniele Valle, Alberto Avetta (Pd) e Sarah Disabato (M5s). In generale si era posto il problema del finanziamento complessivo dei progetti, con una stima di 2 o 300 milioni abbondanti, per i quali i 30 dell’emendamento sarebbero stati di per sé insufficienti. In quell'occasione era anche stato messo in dubbio il protocollo d’intesa con Inail.
Tronzano aveva chiarito che i 30 milioni erano da considerarsi la somma massima di indebitamento possibile per la Regione.
“Faremo - aveva specificato Tronzano - una manifestazione di interesse ad hoc rivolta al sistema bancario e il mutuo sarà attivato in tranche minime di 5 milioni quando ce ne sarà bisogno. Si tratta quindi di un prestito senza preammortamento a erogazione multipla...”.
Icardi, poi, aveva precisato che le stazioni appaltanti per i progetti dei nuovi ospedali sarebbero state le singole Asl interessate, non direttamente l’Ente Regione. Quindi ciascuna Asl, con la propria capacità di indebitamento, avrebbe dovuto finanziare i progetti e la Regione sarebbe eventualmente intervenuta per integrare.
E ancora che Inail, per finanziare on fondi propri (circa un miliardo e 600 milioni di euro) le opere, avrebbe richiesto almeno tre livelli di progettazione e che solo successivamente avrebbe erogato i soldi alle Asl e consentito loro di estinguere i mutui eventualmente accesi. Insomma un "rebus".
L’assessore Icardi aveva infine ricordato che con questa formula, la struttura ospedaliera sarebbe rimasta di proprietà dell’Inail per sempre e alla Regione sarebbe spettato pagare un vero e proprio affitto, notevolmente inferiore a una rata di project financing con un finanziatore privato.
In foto l'assessore regionale alla sanità Luigi Genesio Icardi
Ma l’Asl To4 ce li ha i soldi?
E se tutto dipende dalle capacità di indebitamento delle Asl, buona notte...
L’Asl To4 ce li ha i soldi? No! Ce l'ha una capacità di indebitamento, considerando che è una delle peggio messo d’Italia in quanto a debiti? E’ parliamo di perdite pari a 24 milioni di euro nel 2021, tali e quali nel 2020 e ancora non si conoscono i numeri del 2022... Boh!
Da qui le perplessità dei consiglieri regionali a cinquestelle Sarah Disabato, Ivano Martinetti e Sean Sacco.
“L’Assessore Icardi - avevano stigmatizzato - parla di un accordo con INAIL ancora in corso d’opera e della previsione di indebitare la Regione con un mutuo da 30 milioni di euro con Cassa Depositi e Prestiti per cofinanziare i progetti insieme alle singole Asl, ma non ci è dato capire né quando arriveranno i soldi, né quando verranno utilizzati, né per la progettazione di quali ospedali. Al contempo apre ad un’ulteriore strada per il finanziamento, quella del partenariato pubblico e privato, giusto per confondere ancora un po’ le acque. L’unica cosa certa è che stiamo discutendo sul nulla, senza minimamente conoscere gli elementi per una valutazione completa e oggettiva della questione. Non capiamo inoltre come sia possibile, parola di Icardi, che entro fine anno si riescano ad individuare le aree definitive dove sorgeranno i nuovi ospedali. A meno che non si decida di calare una decisione dall’alto senza coinvolgere i sindaci e gli amministratori dei territori, che sul trattamento riservatogli dalla Giunta regionale avrebbero fin troppo da dire…
Confusi - e non poco - anche i consiglieri regionali del Pd.
“Quanti interventi andranno effettivamente avanti? - aveva inforcato Raffaele Gallo - Dopo la progettazione preliminare, infatti, il secondo step sarà, ancora una volta, determinato dalla capacità di indebitamento delle Asl, sulla quale non abbiamo informazioni. O meglio sappiamo che ci sono ASL con capacità di indebitamento maggiore di altre, ma non possiamo contare su dati precisi. Qualora le ASL fossero in difficoltà, interverrebbe ancora la Regione, attraverso l’indebitamento? In sintesi: gli annunci sono di competenza della Regione, trovare i soldi delle progettazioni invece è un problema delle Asl. In che modo? Facendo debiti, sempre che sia loro possibile”
La verità è che le Asl possono aggiungere risorse proprie o indebitarsi per le progettazioni Inail, ma la loro capacità di indebitarsi è vincolata ai debiti esistenti.
Non solo: per accedere ai fondi dell’Inail, è necessaria anche la titolarità delle aree.
Insomma, non mancano i problemi e per quel che riguarda Ivrea, per entrambi i siti proposti, la titolarità non c'è!
E dire che, secondo Gallo, il Piemonte avrebbe ancora in cassa 300 milioni di euro che basterebbero per realizzare un intero ospedale, ma non possono essere utilizzati per le progettazioni (infatti, l’assessorato conta di adoperarli per i lavori urgenti di ristrutturazione delle Molinette, per realizzare un nuovo padiglione al presidio di Borgomanero e per l’acquisto degli arredi per i futuri nuovi ospedali).
Riassumendo: La Regione annuncia nuovi ospedali, dichiara che le risorse ci sono e sono quelle dell’Inail, però sono le Asl che devono indebitarsi e non è sicuro che le Asl lo possano fare per la cifra che sarebbe necessaria.
S’aggiunge che le risorse regionali non sono (ad oggi) sufficienti e infine che bisognerebbe anche essere proprietari dei terreni su cui realizzare le nuove strutture.
Un po’ troppi “se”, insomma...
il neo eletto sindaco Matteo Chiantore
Da qui tutti i dubbi su una lettera inviata da alcuni sindaci e non da tutti, peraltro con l'evidente assenza del sindaco della città che di questi comuni dovrebbe esserne il capofila, cioè Ivrea. La verità è che Stefano Sertoli per opportunità non l'ha firmata e Matteo Chiantore che è sindaco dall'altro ieri non avrebbe potuto farlo.
Oggi però il sindaco è lui e da domani dovrà cominciare ad occuparsi anche di questo, se possibile tornando a dare alla conferenza dei sindaci (di cui è presidente per statuto) il ruolo che gli spetta.
Come? Esattamente come si faceva un tempo quando non si cercava a tutti i costi il consenso dei comuni piccoli o microscopici (e ce ne sono davvero un sacco). Tutt'altro.... I 10 comuni più grossi dell'Asl To4 (Chivasso, Ivrea, Ciriè, Settimo Torinese, Cuorgnè Lanzo e Castellamonte...) decidevano di che cosa volevano occuparsi e andavano avanti con il peso delle proprie percentuali e la responsabilità sulle proprie strutture, convocando le riunioni e fottendosene di chi non partecipava.
Che la politica debba tornarsi ad occupare di sanità lo si è detto in tutte le lingue del mondo anche durante la campagna elettorale. I problemi sono tanti a cominciare dalle gravi criticità legate alla mancanza cronica di medici e infermieri all’ospedale di Ivrea, ma anche dei ritardi delle opere di riorganizzazione degli spazi nel pronto soccorso e nel reparto di rianimazione.
Il consigliere comunale Massimo Fresc del Movimento Cinquestelle
Lo sanno bene i consiglieri Massimo Fresc e Francesco Comotto, seduti tra le file della minoranza fino all'altro ieri, che in questi ultimi cinque anni più volte hanno affrontato l'argomento lamentandosi di tante inefficienze.
“Nel mese di giugno 2002 - sottolineavano i due in una mozione dello scorso mese di novembre - è stato pubblicato un bando della Regione Piemonte che mette a disposizione 29 milioni di euro per i servizi di risonanza magnetica e mammografia negli ospedali di Chivasso e Ivrea. Dopo sei mesi dalla pubblicazione del bando la procedura non s’è ancora conclusa con un’assegnazione.. Come mai?.”.
E poi ancora sui ritardi legati al piano Arcuri, sul potenziamento del reparto di rianimazione capace di garantire percorsi differenziati a fronte di possibili future pandemie, infine sul reparto di medicina inserito nel piano triennale del 2018.
“Erano stati stanziati 2,5 milioni ma la ristrutturazione non è mai partita - stigmatizzavano - I lavori sono improcrastinabili, considerate le condizioni strutturali del reparto che risulta inadeguato e anacronistico... Occorrano più medici, più infermieri, più Oss ma il budget dell’Asl To4 per le nuove assunzioni, messo a disposizione dalla Regione, s’è ridotto di 1,4 milioni nel 2023 e di 2,2 milioni nel 2024..”.
Più di recente Comotto e Fresc hanno anche puntato il dito punto sull’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Ivrea che coinvolge dirigenti e medici per presunti appalti pilotati, possibili abusi d’ufficio e rivelazioni di segreti d’ufficio.
“Queste indagini - concludevano Fresc e Comotto - destano forti preoccupazioni anche per le ricadute negative che potrebbero avere sulla già critica situazione della sanità...”.
Al sindaco di Ivrea che è anche (lo ribadiamo) presidente dell'Asl To 4 il compito di convocare una riunione anche su questo. Domani! Anche dopodomani.. Fra una settimana o 15 giorni. Non tra sei mesi...
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