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Storia

Brandizzo, storia di un comune antifascista e di come arrivò la cittadinanza a Mussolini

A conferirla fu il prefetto Bertagnolio, in carica dopo il sindaco Autino e prima dell'arrivo di De Bernocchi

Brandizzo antifascista

Il consiglio comunale di Brandizzo, sia pure con due astenuti (Antonella Multari edEmanuele Vacca) e il voto contrario di Giuseppe Deluca - ha deliberato nella seduta del 26 aprile l'atto di indirizzo per la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini che gli fu conferita dal comune nel lontano 1924.

Abbiamo chiesto allo storico di Brandizzo, Claudio Anselmo, di raccontarci in quale contesto si colloca quella vicenda:

"Nel 2015, durante le mie ricerche sulla nascita e l’affermarsi del fascismo in Brandizzo e che portarono poi alla pubblicazione di un saggio su “Studi Chivassesi”, mi imbattei nella deliberazione assunta dal commissario prefettizio, Alberto Golzio, in data 17 maggio 1924 con la quale, in prossimità del nono anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia, attribuiva a Benito Mussolini la cittadinanza onoraria di Brandizzo con la motivazione di essere il presidente del Consiglio “ primo fra i Ministri di Stato e primo fra i cittadini nel volere la Nazione rispettata all’estero e ordinata all’interno”; tale conferimento avveniva in quel periodo, su indicazione delle prefetture, in quasi tutti i comuni italiani e anche Brandizzo non fu da meno".

LO STORICO Claudio Anselmo

Chi era il commissario prefettizio e com’era la situazione politica nel paese?

"Brandizzo era uno di quei comuni dove nel 1920 si era insediata un’amministrazione socialista con un largo consenso e dove i fascisti non erano presenti, sennonché nel luglio 1921 avvenne un clamoroso fatto di sangue quando fu ritrovato nella bealera del mulino il cadavere di Aldo Campiglio di 21 anni, caporalmaggiore degli alpini aderente al fascio e residente a Torino. Recatosi a Settimo a pescare, fu aggredito a colpi di roncola e gettato nella bealera dove le acque ne trascinarono il cadavere a Brandizzo. Domenica 10 luglio i fascisti torinesi, guidati dal conte Federico Gaschi di Bourget e Villarodin, piombavano in paese , devastavano il circolo comunista, assaltavano il comune obbligando il sindaco a esporre il tricolore e ferirono una donna. Il 12 luglio, giorno dei funerali, i fascisti torinesi e del circondario convennero in massa in una deserta Brandizzo. Da allora la violenza squadrista iniziò a dilagare in paese, fu creato il fascio locale e a luglio 1922 i fascisti torinesi ritornarono a Brandizzo per ripetere le loro gesta. In ottobre, poco prima della marcia su Roma, il sindaco Antonio Autino fu intimidito e costretto alle dimissioni, poi ritirate. Ma fu l’anno dopo che avvenne il fatto più grave quando arrivano a Brandizzo gli squadristi di Chivasso che, spalleggiati dai fascisti locali, assaltarono il municipio costringendo alle dimissioni il sindaco e la giunta per cui il 28 luglio 1923 il prefetto nominava il colonnello a riposo Davide Bertagnolio commissario del comune. Questi rimarrà in carica fino alle elezioni amministrative del 1924 dove, pur essendo stata impedita la partecipazione delle sinistre, si avrà il prevalere di elementi liberali e cattolici con l’elezione del sindaco ingegner Francesco De Bernocchi, proprietario della fabbrica dei nastri il quale , pur fatto segno di invettive dei fascisti, rimarrà in carica fino al 1926 quando questi conquistarono il comune con la nomina a commissario del capo del fascio locale Mario Moiso".

Brandizzo, l'attuale via Torino, nel 1921

Come mai si è aspettato così tanto per la revoca della cittadinanza a Mussolini?

"Credo a Brandizzo, così come in altre località, le amministrazioni insediatesi nel 1946 avessero ben altri problemi a cui pensare. Ma penso pure, anche se non ne ho le prove, che non si volessero rinfocolare le passioni politiche che avevano diviso il Paese dopo quella che, oltre ad essere una guerra per la Liberazione, era stata anche una guerra civile. Oggi abbiamo una comprensione e un giudizio storicamente più esatto di cosa fu la tragedia del fascismo e della Resistenza".

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