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27 Aprile 2023 - 18:45
Benito Mussolini non è più cittadino brandizzese. O meglio, presto non lo sarà più. E questo da ieri sera quando il Consiglio Comunale ha approvato l'ordine del con il quale il Partito Democratico guidato dal capogruppo Marco Volpatto proponeva di revocare la cittadinanza onoraria al Duce.
Un semplice atto di indirizzo che prenderà forma vera e propria durante il prossimo consiglio comunale quando dovrà essere approvata una delibera per la revoca dell'atto.
E questo perché il regolamento comunale di Brandizzo non prevede la revoca della cittadinanza e per questo motivo bisognerà procedere con un documento formale che motivi la decisione, proprio come avviene quando di presenta la proposta di conferimento. Con tanto di relazione a motivazione.
IL CAPOGRUPPO PD, Marco Volpatto, ha presentato l'Ordine del Giorno
Era il 17 maggio del 1924 quando, con atto del commissario prefettizio gli venne conferita l'onorificenza.
Il 26 aprile 2023, dopo 99 anni, proprio nel giorno della Liberazione di Brandizzo, il parlamentino ha deciso di revocarlo. E non senza discussioni.
La decisione, infatti, non è stata pacifica e alla fine l'ordine del giorno è stato approvato, ma con il voto contrario di Giuseppe Deluca, l'astensione di Antonella Multari (entrambi di Alternativa Civica) e quella di Emanuele Vacca, architetto di 36 anni e consigliere di Maggioranza nella lista di Nuova Decimum.
EMANUELE FILIPPO VADDA di Nuova Decimum, si è astenuto durante la votazione dell'ordine del giorno del Pd
Ci ha pensato il consigliere comunale capogruppo di Alternativa Civica, Giuseppe Deluca, a rintuzzare la discussione.
Il politico, da molti anni in quota Lega ha eccepito dinnanzi al Parlamentino tutte le sue perplessità.
Partendo dall'inquadramento storico della vicenda.
"Tra il 1923 e il 1924 molti comuni italiani concessero la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini e tra questi il 17 maggio 1924 con atto del commissario prefettizio anche il Comune di Brandizzo conferì tale onorificenza - ha sottolineato il consigliere -. Il 1923 e il 1924 sono un preciso momento storico del nostro Paese, quando moltissimi comuni italiani, sollecitati dall’allora Governo, votarono ed assunsero il medesimo provvedimento, pertanto, appare evidente che non si possano in alcun modo colpevolizzare gli amministratori dell’epoca che in parte non avrebbero sostenuto spontaneamente l’assunzione di tale riconoscimento ed in parte, invece, lo hanno convintamente appoggiato, in un momento storico ben lontano dal 1938, anno in cui vennero adottate le leggi razziali. Poi il fascismo cade, la guerra finisce, si diventa Repubblica e di quell’onorificenza si dimenticano quasi tutti. Passano circa 100 anni, meglio 99 anni e qualcuno, comincia a dire che bisognerebbe liberarsi di quella inopportuna benemerenza".
Deluca contesta al Pd il fatto di non aver voluto condividere l'ordine prima della presentazione.
"Della presentazione di questo ordine del giorno non ne sapevamo nulla, o meglio ne siamo venuti a conoscenza dalle testate giornalistiche locali prima ancora della convocazione del consiglio comunale con i relativi punti da trattare. Comportamento discutibile questo, di chi a quanto pare probabilmente vuole solo apparire sui giornali, forse però di tendenza di una parte in questo attuale momento politico, con un governo eletto e scelto democraticamente dopo 12 anni. Questo ordine del giorno poteva essere condiviso con tutti i gruppi consiliari e votato all’unanimità e invece si è preferito presentarlo sotto le insegne di un partito senza coinvolgere il consiglio comunale".
ANTONELLA MULTARI vice capogruppi di Alternativa Civica, si è astenuta
Un ordine del giorno "strumentale anacronistico e inutile" secondo Deluca.
"L'unico modo per debellare l'ideologia sbagliata del fascismo è dimostrare con i fatti che la nostra idea di Stato, liberale e democratico, è quella giusta, e non attraverso un ordine del giorno strumentale e anacronistico, oltre che promozionale e propagandistico di una parte politica. È un ordine del giorno inutile. La richiesta di cancellare la cittadinanza onoraria al duce è una sterile quanto tardiva ed antistorica iniziativa. Inoltre l’atto è stato presentato in modo strumentale, a ridosso della festa della Liberazione".
"Qui prodest?". Deluca si domanda i benefici dell'approvazione di tale atto e a chi possa giovare.
"Quale sarebbe l'utilità di questo provvedimento? Quale vantaggio, oggi, a 99 anni, ne trarrebbe la comunità brandizzese? Quale lo svantaggio?".
Deluca si domanda, poi, come mai provvedimento arrivi dopo 99 anni
"Nel corso dei decenni trascorsi dal 1924 ad oggi, nessuno dei sindaci insediatisi a Brandizzo, nonostante il susseguirsi di colori differenti, ha sottoposto la questione della revoca di tale cittadinanza all’attenzione del Consiglio comunale neppure quando la maggioranza era di rosso vestita".
IL SINDACO PAOLO BODONI e il resto della maggioranza, hanno votato a favore dell'Odg presentato dal Pd
"In questo momento storico, connotato da una crisi economico - occupazionale che già da tempo manifesta preoccupanti segnali anche sul nostro territorio, ritengo irrilevante che il Consiglio comunale si occupi di discutere la revoca della cittadinanza onoraria conferita a Mussolini, anziché trattare ben altre problematiche prioritarie sotto molteplici aspetti".
L'invito del consigliere ad occuparsi del presente senza rivangare nel passato:
“La storia non si cancella”, niente di più vero, per di più con un ordine del giorno, perché gli errori vanno analizzati, conosciuti e ricordati affinché non si ripetano. Chiedo al Sindaco e agli amministratori comunali di occuparsi delle problematiche attuali e concrete e non di tematiche del 1924. Brandizzo resta una città antifascista a prescindere dalla cittadinanza onoraria a Benito Mussolini".
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