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Ivrea

C’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce... Detenuti di Ivrea attori al Giacosa

Una serata raccontata da Gabriella Colosso

C’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce...

Parlando con educatori, registi, mi dicono che fare teatro in carcere, non è facile, ma quando si apre un varco non ci sono limiti alla ricchezza che può entrare. Come nella canzone di Leonard Cohen – “c’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce” – così nello spazio di una pena, che, secondo la promessa costituzionale, dovrebbe tendere alla rieducazione di chi ha sbagliato, anziché alla sua mortificazione.

Occhi brillanti, sorrisi, qualche lacrima di commozione. 

“La cosa più bella è stata quella di vedervi commossi: siete un bel pubblico, un pubblico meraviglioso!” gridano dal palco.

E una standing ovation che ha tenuto in piedi tutto il Teatro Giacosa, un intero teatro tutto per loro, i detenuti della Casa Circondariale di Ivrea, alla loro prima grande serale eporediese. E’ successo con Fahrenheit 451 lo spettacolo andato in scena venerdì scorso. Regia Luca Vonella,  con Lucio Barbari, Enzo Bertone, Anna Fantozzi e i detenuti del carcere di virea.

Quello che abbiamo visto non è stato uno spettacolo ma una “esperienza”: il teatro come luogo della verità, dove il dentro e il fuori si mescolano in un racconto, in parole e da cui si esce diversi, più ricchi, dove scoprirsi insieme e dove il teatro diventa strumento per favorire l’incontro civile.

Ma fino a quale momento dello spettacolo noi spettatori abbiamo visto solo dei detenuti e quest’ultimi, di fronte al pubblico, si sono sentiti dei personaggi e sono riusciti ad uscire dalla loro condizione detentiva? 

Io credo che questa percezione sia finita appena si sono osservati i loro volti, la distanza si è annullata e, immediatamente, viene a cambiare la percezione della realtà immaginata e la sensazione provata è quella di una comunità e non più quella di un carcere.

Il teatro è “per tutti” uno strumento prezioso per ritrovarsi, accettarsi e dove provare “sensazioni forti” e quelle trasmesse ieri sera, credetemi, grazie alla generosità con cui si sono donati da quel palco, non sono state poche. Grazie!

Gabriella Colosso

Breve biografia di Leonard Cohen

Cantante ma anche autore e poeta, il canadese Leonard Cohen nasce a Montreal, in Quebec, il 21 settembre 1934. Conclusi gli studi si trasferisce a New York. Poi si trasferisce in Grecia e nei primi anni '60 pubblica due romanzi, "The favourite game" (1963) e "Beautiful Losers" (1966). Continua a girare il mondo: passa alcuni anni in un monastero buddista californiano assumendo il nome di Jikan, che significa "il silenzioso"; vive a Cuba durante il periodo della rivoluzione; poi torna a New York.

ANTHEM

The birds they sang
at the break of day
Start again
I heard them say
Don’t dwell on what
has passed away
or what is yet to be.The wars they will
be fought again
The holy dove
She will be caught again
bought and sold
and bought again
the dove is never free.

Ring the bells that still can ring
Forget your perfect offering
There is a crack in everything
That’s how the light gets in.

We asked for signs
the signs were sent:
the birth betrayed
the marriage spent
the widowhood
of every government –
signs for all to see.

I can’t run no more
with that lawless crowd
while the killers in high places
say their prayers out loud.
But they’ve summoned up
a thundercloud
And they’re going to hear from me.

Ring the bells that still can ring
Forget your perfect offering
There is a crack in everything
That’s how the light gets in.

You can add up the parts
but you won’t have the sum
You can strike up the march,
there is no drum
Every heart, every heart
to love will come
but like a refugee.

Ring the bells that still can ring
Forget your perfect offering
There is a crack, a crack in everything
That’s how the light gets in.

Ring the bells that still can ring
Forget your perfect offering
There is a crack, a crack in everything
That’s how the light gets in.
That’s how the light gets in.
That’s how the light gets in.


INNO

Cantavan gli uccelli
al levar del dì
Ricomincia daccapo
li sentii dire
Non indugiare
su quel che è stato
o che ancora non è.Saranno le guerre
combattute ancora
La sacra colomba
verrà catturata ancora
comprata e venduta
e comprata ancora
la colomba mai libera non è.

Suonate le campane che possono ancora suonare
Dimenticate la vostra offerta perfetta
c’è una crepa in ogni cosa
È così che entra la luce.

Chiedemmo dei segni
i segni furono inviati:
il natale tradito
il matrimonio esaurito
la vedovanza
di ogni governo –
segni che ognuno può vedere.

Non posso più correre
Con quel branco senza legge
mentre gli assassini negli alti lochi
recitano le loro preghiere ad alta voce.
Ma hanno chiamato a sé
una nube tempestosa
E avranno mie notizie.

Suonate le campane che possono ancora suonare
Dimenticate la vostra offerta perfetta
c’è una crepa in ogni cosa
È così che entra la luce.

Potete sommare le parti
Ma non avrete il tutto
Potete attaccare la marcia
Non c’è il tamburo
Ogni cuore, ogni cuore
verrà all’amore
ma come un fuggiasco.

Suonate le campane che possono ancora suonare
Dimenticate la vostra offerta perfetta
c’è una crepa in ogni cosa
È così che entra la luce.

Suonate le campane che possono ancora suonare
Dimenticate la vostra offerta perfetta
c’è una crepa in ogni cosa
È così che entra la luce.
È così che entra la luce.
È così che entra la luce.

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