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Insegnanti precari senza stipendio. La denuncia

Alcune dichiarazioni raccolte negli istituti di Settimo Torinese

La retribuzione è un diritto

La retribuzione è un diritto.

Quest’anno scolastico, tanti docenti precari hanno ricevuto con molto ritardo lo stipendio dei primi mesi di lavoro a scuola. Adesso i soldi stanno arrivando pian piano, ma il disagio c’è comunque.

A denunciare il fatto è la Confederazione Unitaria di Base.

“L’inadempimento provoca moltissimi danni ai lavoratori- ha sottolineato Giulia Bertelli, coordinatrice provinciale Cub Scuola, Università e Ricerca, - i quali non possono affrontare le normali spese per il proprio sostentamento o semplicemente non riescono a pagare le rate del mutuo e le bollette delle utenze di casa”.

“Ho lavorato a scuola come insegnante precario negli ultimi quattro mesi del 2022 con la Mad (la Messa a Disposizione, ndr). Mi è arrivato il primo bonifico bancario a dicembre, ma solo del mese di settembre.

Tra questi c’è Alfredo, nome di fantasia, 28 anni che insegna in un istituto di Settimo,: “Ho lavorato a scuola come insegnante precario negli ultimi quattro mesi del 2022 con la Mad (la Messa a Disposizione, ndr). Mi è arrivato il primo bonifico bancario a dicembre, ma solo del mese di settembre. Io vivo da solo ed è tutto a mio carico. Pensavo che, lavorando per lo Stato, sarei stato più tranquillo da un punto di vista economico, ed invece non è così. Ho ricevuto molti solleciti di pagamento per le utenze domestiche e non è mai piacevole dover chiedere i soldi in prestito ai propri genitori per mantenersi, quando soprattutto si lavora e sapendo che anche loro hanno alcuni problemi economici. Inoltre, grazie al mancato o al ritardo del pagamento non sono potuto andare in palestra per diverso tempo, e non per divertimento. Ho problemi di salute fisica e dovrei fare degli esercizi appositi, così non mi sono potuto curare. È umiliante e imbarazzante non poter essere autonomi. Forse arriverà qualcosa in più a fine gennaio, ma non so precisamente quando e se mi pagheranno tutto ciò che mi spetta”.

Secondo la Cub, l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) non spiega le motivazione di tale situazione, e non è chiaro se il fondo ministeriale dedicato al pagamento delle supplenze brevi risulti esaurito.

“I supplenti non vengono pagati direttamente dalla scuola- continua Bertelli- ma quest’ultima effettua un mandato di pagamento al Ministero dell’Istruzione e la Ragioneria di Stato effettua successivamente i bonifici. Ci risulta che il capitolo di bilancio dove ci sono le risorse per pagare i supplenti sia esaurito e dovrebbe essere finanziato. Come Cub abbiamo fatto una diffida all’USR del Piemonte data la gravità del fatto e stiamo difendendo mediante vertenze legali gratuite tutti i colleghi in questa situazione disdicevole”.

Per maggiori informazione CUB Scuola Università e Ricerca, sezione Settimo in via  Roma 14, tel. 339.7969396 oppure scrivere a settimocubscuola@gmail.com

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