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Vercelli
19 Gennaio 2023 - 16:44
21 ottobre 1962: il Presidente della Repubblica, Antonio Segni, inaugura l’ospedale
VERCELLI. (r.v.) - E’ stato firmato giovedì mattina, al Salone Dugentesco (edificio del primo ospedale della città), un protocollo d’intesa tra Regione Piemonte, Asl e Comune per la costruzione del nuovo blocco di emergenza-urgenza dell’Ospedale “Sant’Andrea”. L’edificio sorgerà alle spalle dell’attuale nosocomio con cui sarà interconnesso e sarà finanziato con 53 milioni di euro con fondi statali già disponibili: l’opera è stata inserita nel piano delle opere di edilizia sanitaria della Regione. Si tratta del primo lotto del nuovo ospedale.
Il Sant’Andrea come si presenta attualmente
Lo studio di fattibilità è stato realizzato con la collaborazione del Politecnico di Torino. Il nuovo blocco avrà una superficie di 12.600 metri quadri, si svilupperà su cinque piani e sarà integrato con l’ospedale attuale. Vi saranno collocati il pronto soccorso, la terapia intensiva (16 posti letto), otto sale operatorie e la centrale unica di sterilizzazione: quei servizi che ad oggi presentano le maggiori criticità dal punto di vista sanitario e tecnologico in luoghi inaugurati sessanta anni fa, nel 1962.
Parallelamente all’iter del nuovo blocco di emergenza-urgenza, la Regione sta portando avanti il progetto del nuovo presidio ospedaliero da 50 mila metri quadri, che costerà 155 milioni di euro (garantiti da un finanziamento Inail) e che sarà costruito alle spalle della struttura esistente.
Così sarà il “cubolotto” per emergenza-urgenza
Dopo aver concluso il “cubolotto” con nuovo pronto soccorso e sale operatorie entro i prossimi tre anni, inizierà la costruzione del nuovo presidio, sempre alle spalle del Sant’Andrea attuale che continuerà a funzionare regolarmente. Solo quando sarà terminata la nuova struttura si procederà alla demolizione dell’esistente, tranne la facciata storica, che invece sarà mantenuta. Mantenere l’esistente durante la costruzione del nuovo permetterà di non interrompere i servizi forniti ai cittadini, e quindi garantire continuità nelle cure.
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