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Cuorgnè

Nessuno vuole la villa della 'ndrangheta

Il bando per l'assegnazione della casa che fu di Giovanni Iaria è andato deserto. Il Comune ne ha pubblicato un altro

Cuorgnè

La villa sequestrata alla 'ndrangheta, che fu di Giovanni Iaria

Si avvicina il momento in cui i due immobili confiscati alla ‘ndrangheta cuorgnatese diventeranno sede di attività socialmente utili. Forse. Uno è già assegnato da mo', l'altro no. E il rischio che si possa andare per le lunghe è alto.

Il primo bando per l'assegnazione della villa di via Salgari confiscata a Giovanni Iaria è andato deserto.

La villa confiscata a Iaria è passata al Comune lo scorso mese di luglio, dopo un'iniziale rinuncia dell'amministrazione di Giovanna Cresto di farsene carico.

A Cuorgnè c'è infatti già un altro immobile confiscato alla criminalità organizzata: la casa di Bruno Iaria, in località Cascinette, oggi sede di un centro di accoglienza per l’emergenza abitativa. E piazzare una seconda non è semplice.

Al momento di offerte pervenute non ce ne sono: zero offerte per prendere in gestione l’immobile e dare vita (dopo adeguati lavori di ristrutturazione) ad un centro abitativo rivolto alle persone con disabilità.

E così il Comune ha pubblicato un nuovo Avviso Pubblico per i progetti destinati a concretizzare l’idea dell’amministrazione, che ha scelto di destinare quegli spazi alle persone con disabilità medio-lieve (sistemando in modo adeguato due appartamenti) ed alla realizzazione di attività rivolte al territorio, sempre riguardo alle fasce deboli e per prevenire altre forme di disagio.

Già si sapeva che il progetto “Dopo di Noi” presentato dall’amministrazione comunale aveva ottenuto l’apprezzamento della Regione ed era stato inserito nella graduatoria per ottenere i fondi necessari ad avviare la ristrutturazione.

Si tratta di quasi 50.000 euro (per l’esattezza  49.603,45); altrettanti ne dovrà mettere a disposizione l’ente od associazione che si aggiudicherà la gestione della struttura a titolo gratuito per i prossimi 30 anni ma che dovrà co-finanziare i lavori di adeguamento: rifacimento di parti murarie e dei serramenti, adeguamento degli impianti.

Il vincitore dovrà inoltre farsi carico della manutenzione ordinaria e straordinaria dell'immobile.

Quali soggetti potranno partecipare alla selezione? Le comunità, gli enti, le cooperative sociali, le associazioni di volontariato e quelle “maggiormente rappresentative” degli enti locali. Ovviamente dovranno avere esperienza nell’ambito della disabilità medio-lieve ed essere in grado di sostenere il 50% delle spese di cui abbiamo detto prima.

Le domande (corredate da tutta la documentazione richiesta ) andranno presentate entro le ore 12 del prossimo 7 febbraio.

A giudicare le proposte sarà una Commissione composta da tre persone (tutte dipendenti del Comune di Cuorgnè) che si baseranno su sei elementi di valutazione. Se nessuna delle proposte dovesse ottenere il punteggio di 60 su 100, l’amministrazione si riserva la facoltà di non procedere all’assegnazione.

Trattandosi di un bene sequestrato alla criminalità organizzata, la legge prevede giustamente che debba essere oggetto di particolari attenzioni: dovrà essere tenuto sotto controllo per accertare che venga utilizzato in modo corretto.

Per questo il gestore dovrà trasmettere ogni anno al Comune l'elenco dei soci, degli amministratori e del personale impiegato; copia dei bilanci relativi all'ultimo esercizio; una relazione dettagliata sull'attività svolta.

Il  Comune dovrà farsi carico dei controlli sul corretto utilizzo del bene e sull’attuazione del progetto. Potrà quindi effettuare, anche tramite la Polizia Locale, ispezioni ed accertamenti in qualunque momento e comunque almeno una  volta all’anno.

Importante è anche mettere in evidenza – in modo che tutti lo sappiano – che si tratta di un bene appartenuto ad un’organizzazione mafiosa. Per questo dovranno esservi  collocate una o più targhe con lo stemma della città  e la dicitura "Bene confiscato alla criminalità organizzata, ora patrimonio del Comune di Cuorgnè – Progetto Dopo di Noi".

Lo stesso stemma e dicitura dovranno risultare sul materiale divulgativo.

Chi era Giovanni Iaria? 

Giovanni Iaria era considerato un esponente di rilievo della locale di ’ndrangheta. Fu anche assessore del Comune.

È morto nel 2013 a 65 anni, mentre nel carcere di Asti stava scontando una condanna a 7 anni e 4 mesi, comminata in primo grado, per mafia.

La villa di via Salgari è di fatto inutilizzata da più di dieci anni. E rischia di restarne per altri ancora se qualcuno non si farà avanti.

I beni confiscati nel torinese

Nella prima cintura torinese sono circa 56 i beni confiscati alla criminalità organizzata. I dati sono tutti consultabili sul sito di Libera Piemonte.

In buona parte parliamo di immobili confiscati dal 2011 in poi, l’anno dell’inchiesta Minotauro. 

A farla da padrone c’è il Canavese dove gli immobili confiscati alla ’ndrangheta sono 26, a cui vanno aggiunte tre ditte: una ad Agliè, un bar a Volpiano e un’altra attività a Salassa.

Dei 56 iniziali solo 14 immobili sono stati effettivamente recuperati, circa il 25%.

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