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01 Gennaio 2023 - 20:04
Tra i progetti di “recupero beni confiscati alla mafia” presentati dai comuni piemontesi e destinatari di un contributo della Regione Piemonte, c’è anche San Carlo Canavese.
“Non mi era stato comunicato - risponde il sindaco Ugo Papurello -, ma sono bn felice di aver letto che anche San Carlo è tra i Comuni indicati dalla Regione”.
Qui in paese non ci sono ville o case appartenute a boss mafiosi.
C’è solo un terreno sottratto alla malavita organizzata.
“E proprio su quel terreno abbiamo un ambizioso progetto di recupero che, grazie a questo contributo, potremo andare a realizzare” spiega Papurello.
Entrando nel dettaglio, il sindaco spiega: “E’ un terreno incolto. Intendiamo pulirlo. In parte verrà utilizzato per uso agricolo, per la coltivazione di ortaggi e verdure. In parte per un progetto legato all’apicoltura”.
Si tratta di un progetto curato con la collaborazione della cooperativa “Dalla Stessa Parte” con il diacono Carlo Mazzucchelli di Ciriè.
Papurello, infine commenta: “L’arrivo di questo contributo è proprio una bella notizia”.
“Sono orgoglioso del successo di questo bando che permetterà a tutti i comuni che hanno fatto domanda di ridare vita agli immobili strappati alla criminalità organizzata. La Regione Piemonte farà guerra a ‘ndrine e cosche fino a che non saranno spazzate via dal nostro territorio" dichiara l’assessore regionale al contrasto delle mafie Maurizio Marrone.
L'assessore regionale MAURIZIO MARRONE
"In totale, per il biennio, abbiamo previsto un importante stanziamento pari a 900mila euro, ma la vera novità è che d’ora in avanti i comuni e gli enti avranno la possibilità non solo di ristrutturare i beni per poi metterli a disposizione della cittadinanza, ma potranno anche utilizzare i fondi regionali per le utenze dei beni in loro carico. Un segnale di vicinanza che abbiamo voluto dare alle tante amministrazioni locali in prima linea nella lotta alle mafie, che devono però anche essere messe in condizione di sostenere i costi dei beni stessi. Tra i comuni vincitori vi è anche il comune di Cuorgnè - conclude Marrone - , che in passato aveva acceso i riflettori proprio sulla questione”.
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