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Chivasso

In pediatria mamme e papà dormono su una sedia

La denuncia di un genitore: "Altro che umanizzazione dei reparti"

In pediatria mamme e papà dormono su una sedia

Ci sono primari di alcuni ospedali che han fatto pitturare le pareti con tutti i colori dell'arcobaleno cercando di rendere i propri reparti a misura d'uomo, di donna e di bambino. Poi "scava di qua e scava di là" si scopre che da questo punto di vista si è tornati indietro di almeno una trentina di anni...

Questa volta il dito indice non è puntato sugli operatori sanitari, medici, infermieri e Oss, ma sull'organizzazione e sul trattamento riservato, in pediatria, alle mamme o, più in generale ai genitori

Raffaella Violino

La denuncia è di Raffaela Violino, mappanese. Collabora con un patronato a Chivasso e gestisce per conto di una Associazione una APL con la mission precisa di mettere in relazione le fragilità estreme.

"La mia "condanna"? - ci dice e ci racconta - Lottare contro i mulini a vento e contro le ingiustizie sociali... "
Raffaela Violino è mamma di tre figli e nonna di due splendide bambine.

Nei giorni scorsi ha preso carta e penna e scritto una dura lettera alla direzione generale dell'Asl To4.

"Nel reparto pediatria dell'ospedale di Chivasso - sottolinea - Non esiste alcun supporto logistico alla mamma. Solo una sedia anni 80 per l'assistenza 24 ore su 24. Anche pagando, non esiste la possibilità di un pasto, il bar chiude alle 17 e le macchinette fuori dal reparto sono accessibili solo con chiavetta e non con monete. Mi chiedo, in queste condizione, come si possa garantire la serenità e la cura di un bambino ricoverato. Non parlo del trattamento sanitario ma della cosiddetta umanizzazione della cura. Con questa organizzazione i genitori sono totalmente ignorati. Un atteggiamento non solo vergognoso ma lesivo della dignità della persona...".

A dare l'idea dell'aria che si respira quel cartello posizionato all'ingresso con su scritto: "sala giochi chiusa per ordini superiori"

E dire, anzi no, lo dice sempre Raffaela Violino che  negli anni 90, al genitore, veniva garantito un lettino al fianco del bambino.

"Mi chiedo cosa ne pensi il Garante dei diritti dei bambini o l'assessore regionale Chiara Caucino che dice di "lottare" per i diritti dei bambini. O cosa ne pensa l'assessore Maurizio Marrone con delega alle politiche sociali e dell’integrazione socio-sanitaria. Credo invece di sapere che la cosa non interessi per niente al direttore generale dell'Asl To4 Stefano Scarpetta e neppure all'Assessore regionale Luigi Genesio Icardi...".

Bene aggiungere che Violino non parla per sentito dire ma per un'esperienza vissuta sulla propria pelle di mamma e di nonna.

"Sto aspettano una risposta che non è ancora arrivata. Spero in un sussulto di vergogna e di dignità...".

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