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Sanità
09 Dicembre 2022 - 00:01
"Io mi sono dovuta chiamare un'ambulanza, il medico non rispondeva", "Il mio medico sbaglia le ricette", "Non è possibile che per curarci dobbiamo uscire da Venaria, io voglio curarmi nella mia città".
Sono solo alcuni dei commenti dei cittadini imbufaliti che, mercoledì sera, presso il Centro Polivalente Iqbal Masih di Via B. Buozzi 4 di Venaria, si sono riuniti per parlare della carenza di medici in città. C'era il Sindaco, Fabio Giulivi, il consigliere di minoranza, Alessandro Brescia, i sindacati e tanti cittadini incazzati.
Il centro polivalente Iqbal Masih di Venaria
Ma è possibile che in una città che ha più di 30 mila abitanti manchino i medici? I medici di famiglia? È possibile che Regione e Asl non siano in grado di organizzarsi di fronte al pensionamento dei medici di famiglia? La risposta è “Si”, è possibile.
In quel di Venaria, evidentemente, il pensionamento dei dottori è arrivato come un fulmine a ciel sereno. Forse qualcuno si era immaginato che i dottori avrebbero lavorato per sempre, senza mai andare in pensione. Oppure AslTo3 e Regione pensavano che, tolti i medici andati in pensione, gli altri avrebbero sostenuto un carico di pazienti vicino ai 2 mila. Insomma, siamo di fronte all’ennesimo “sintomo” che disegna una sanità pubblica che ormai è allo sbando, a Venaria come altrove.
In città i mutuati sono 28 mila. Eppure non c'è posto per tutti.
I cittadini presenti alla riunione
300 pazienti venariesi hanno un medico a Collegno, 200 tra Pianezza e Druento. Tra 100-150 non si sono ancora accorti che il dottor Calogero Sorce è andato in pensione. Quando se ne accorgeranno potranno avere un medico fuori Venaria: Pianezza o San Gillio. Un medico, probabilmente, neanche scelto da loro. La scelta "libera" del medico, a Venaria come altrove, non esiste più: i pazienti vengo spostati come pacchi da un dottore ad un altro senza nessuna minima informazione.
Il primo cittadino, mercoledì sera, ha provato così a spiegare la situazione.
"Oggi - inizia Giulivi - siamo scoperti sulla pediatria, il nuovo pediatra arriverà il 15 gennaio. Per quanto riguarda i medici, invece, ci sono due medici che hanno 1800 pazienti, 6 medici, invece, hanno 1200 pazienti, uno 850, gli altri 1500. Sono liberi professionisti in convenzione con l’Asl e non hanno obblighi sotto questo punto di vista. C’è una forma di pressione su questi medici ma ci hanno detto che sono in "burn out" e per questo non aumentano il numero di pazienti".
Il Sindaco di Venaria Fabio Giulivi e il consigliere di minoranza venariese Alessandro Brescia
Il Sindaco Giulivi, però, promette miglioramenti: "Il 9 dicembre 6 medici potrebbero arrivare su questo territorio, ce ne sono alcuni che hanno messo la nostra città tra le preferenze, vedremo. Per il 2023, in ogni caso, dovrebbe normalizzarsi la situazione, noi siamo lì a fare pressione".
Un racconto che non ha convinto, non del tutto, l'esponente dell'opposizione, Alessandro Brescia.
"Se questa cosa fosse capitata 20 anni - inforca - fa saremmo già scesi in piazza, diciamo che aspettiamo il mese prossimo e stiamo bene così. Ci tengono un po’ impegnati a discutere di cose che non ci competono, ci dicono che a gennaio arriveranno i medici, poi che arriveranno a febbraio e così via. Il medico di base ci deve essere e oggi in città manca un servizio. C’è gente che oggi è andata a Druento per un pediatra. L'Asl, in pratica, sta dicendo ai cittadini di arrangiarsi".
Si arriva, poi, alle dichiarazioni fatte dall'AslTo3 che ha parlato di una Venaria che deve rendersi "più appetibile per i medici" o di un fatto ormai diventato normale: avere il medico al di fuori della propria città.
Il Consigliere di minoranza Alessandro Brescia
"È irricevibile e inaccettabile - continua Brescia - che un funzionario dica "dove sta scritto che uno deve avere il medico a Venaria?" Non si può dire una cosa del genere, Come non si può dire di essere più appetibili. Bisognava pensarci prima, se hai i medici che stanno per arrivare a 70 anni forse serve un piano b, serve intervenire, progettare prima che vadano in pensione. Noi, l’anno scorso, abbiamo presentato una mozione per una commissione salute in città, l’avete bocciata. L’idea era di accendere un riflettore coinvolgendo tutti. Qui a Venaria siamo scottati, ci hanno portato via l’ospedale 20 anni fa, il presidio è un’altra cosa. Oggi però c’è l'assemblea dei sindaci e lì che il nostro primo cittadino deve farsi sentire, non aspetto il funzionario che ci racconta una storiella. Il tema deve arrivare in assemblea dei sindaci, la politica è assente e viene demandato tutto ai funzionari".
A spiegare meglio la situazione, poi, ci ha pensato Massimiliano Pignocco, impiegato proprio per l'AslTo3 e responsabile sindacale.
Massimiliano Pignocco, impiegato AslTo3 e sindacalista
"Questo - racconta - è un problema che non arriva oggi, è vero, ma interessa di più la città dalla pandemia in poi. I medici hanno un libero contratto, possono anche avere 600 pazienti e non ci sarà nessuno dell‘Asl che può obbligarli ad averne di più. I medici di base dovrebbero essere dipendenti dell’Asl, a quel punto l’Asl potrebbe decidere cosa fargli fare. La realtà è che c’è stata una lotta tra direttori sanitari della varie Asl per accaparrarsi medici di base. Mancano dappertutto. Oggi abbiamo altri medici prossimi alla pensione, per i prossimi 10 anni, per cattiva programmazione, non avremo medici".
Al grido di "andiamo in piazza", arrivato dalla platea, il primo cittadino, Fabio Giulivi, ha provato così a rispondere ad alcune obiezioni.
"Io la direttrice dell’Asl - precisa - l’ho incontrata spesso. Sto battagliando con loro. Sto facendo una battaglia per avere servizi al poliambulatorio. Se non arriveranno sono pronto anche a fare una manifestazione. Ho già chiesto la riapertura, 24 ore su 24, del punto di primo soccorso. Sui medici sto continuando a chiedere all’Asl i dottori, io non accetto che i miei cittadini debbano andare altrove. Io alzo anche i toni, non vado lì a prendere il te. Vogliamo fare la manifestazione? Facciamola ma ti dicono che hanno fatto i bandi e sono andato deserti".
In ogni caso, a breve, l'amministrazione si rivolgerà proprio ai dottori.
"Ci sarà un appello pubblico - conclude il primo cittadino - ai medici per quelli che sono a 1200 pazienti per chiedere di salire a 1500, 1800. Il sindacato dei medici, però, ci ha detto che i dottori sono stressati".
Martedì durante il question time ho voluto riportare l’attenzione sul tema della carenza di medici di base, problema con cui purtroppo i cittadini si trovano a fare i conti in molti territori della nostra Regione. In particolare, come Gruppo Consiliare Liberi Uguali Verdi, abbiamo ricevuto molte segnalazioni da cittadini di Venaria. È un tema molto sentito, c’è una forte mobilitazione che coinvolge i sindacati, le associazioni e il consiglio comunale.
La consigliera Regionale di Liberi e Uguali Silvana Accossato
Da una nostra precedente interrogazione, sappiamo che i medici di medicina generale operanti nei comuni limitrofi Venaria, con ambulatorio nelle città di Druento, Pianezza, Alpignano, che non hanno già raggiunto il numero massimo consentito di assistiti, sono disponibili ad accogliere i cittadini residenti in Venaria ma sono impossibilitati per convenzione ad aprire un secondo ambulatorio (in Venaria), come richiesto dai cittadini, perché è un diverso ambito di scelta.
In questo senso ci è parso interessante e replicabile la soluzione adottata dall’Asl di Novara di ridefinire gli ambiti territoriali interni al fine di consentire una maggiore disponibilità di medici grazie a una mobilità più facile tra comuni. L’ambito territoriale rappresenta il limite geografico entro in cui il cittadino può esprimere la scelta del proprio medico di fiducia e nello stesso tempo il medico di medicina generale è autorizzato ad esercitare solo entro l’ambito a lui assegnato. La riduzione degli ambiti consente al medico di disporre di una maggiore possibilità di assistere cittadini residenti in altri comuni ed ovviare in questo modo alla carenza dei medici.
Nella risposta dell’Assessore Icardi, si fa presente che il provvedimento costitutivo di modifica degli ambiti è di competenza della Regione, tuttavia l’iter amministrativo viene avviato non d’ufficio bensì a seguito di puntale istanza dell’Asl. L’Assessore ha concluso dichiarando la sua piena disponibilità ad accettare un’eventuale proposta dell’Asl in tal senso.
L'assessore regionale alla sanità, Luigi Icardi
Facciamo quindi appello alla direzione generale dell’Asl TO3, nell’ambito della propria autonomia, affinché valuti la ridefinizione / riduzione degli ambiti territoriali per ovviare almeno in parte alla carenza di medici di base, particolarmente critica a Venaria e in altri comuni dell’Asl. A fronte di una carenza di medici che sappiamo essere strutturale, e la cui soluzione in termini programmatori richiederà anni, chiediamo siano messi in campo, con disponibilità e flessibilità, tutte le ipotesi possibili, mettendo al primo posto il diritto alla salute della cittadinanza.
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