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Portacomaro
19 Novembre 2022 - 19:21
L'abbraccio della cugina
C'è un posto nel mondo dove Papa Francesco è semplicemente 'Giorgio'. A Portacomaro, paese di duemila abitanti arroccato fra i colli dell'astigiano, luogo di origine della famiglia di Jorge Bergoglio, al pontefice, spesso, ci si riferisce così, attraverso la declinazione in italiano del suo nome spagnolo.
"La cugina Carla - spiega Claudio, il giornalaio del paese - viene sempre qui a comprare la Settimana Enigmistica e quando racconta delle sue telefonate con il papa lo chiama Giorgio. Tanto che io, lo devo ammettere, la prima volta non avevo capivo chi fosse. Ma adesso ormai è Giorgio".
Dal bancone del circolo dell'associazione nazionale combattenti e reduci, dove la signora Carla a dispetto dei novanta anni non manca mai di concedersi un aperitivo, dicono che papa Francesco è "una persona semplice, uno di noi, e credo che se potesse, se fosse per lui, si siederebbe tranquillamente qui".
L'arrivo sulla 500 bianca davanti alla casa della cugina
Su una parete del locale compare un foto di un Bergoglio sorridente, consegnata per il tramite di Carla, con tanto di dedica al circolo "dove il mio nonno andava a giocare alle carte".
"Ecco il cugino Giorgio" è la voce che si è udita oggi in viale Degiani quando dalla 500 bianca il papa è sceso per entrare nella casa in cui Carla lo attendeva per il pranzo.
L'abbraccio forte con la cugina Carla e poi l'ingresso a casa dove lo aspettava una tavola apparecchiata con i piatti e i bicchieri di tutti i giorni, il pane e i grissini sulla tavola. È una atmosfera casalinga, tra sorrisi e qualche risata vera e propria, quella che si respira a Portacomaro dove il Papa ha deciso di tornare per passare una giornata con i parenti, in occasione del compleanno della cugina Carla. Un velo di trucco, il pull e la sciarpa: anche la cugina Carla lo ha ricevuto in semplicità. Più che il Papa per lei è il cugino Giorgio con il quale in questi anni si sono sempre sentiti.
A le che al suo arrivo l'abbracciava con le lacrime agli occhi, il pontefice ha rivolto una sorta di affettuoso richiamo: "Per i 90 anni non si può piangere". E la signora Rabezzana gli ha risposto: "Non piango, non piango, non voglio piangere. O Giorgio, che bello rivederti..."
Flan di prosciutto, insalata russa, agnolotti del plin, arrosto e, per dolce, il bunet. Il tutto innaffiato dal Grignolino, vino tipico di queste parti. È stato un pranzo a base di specialità piemontesi quello di Papa Francesco dalla cugina Carla Rabezzana. A tavola, nella palazzina di Portacomaro, erano in sette. "Ha apprezzato tutto" afferma Elio Bellero, 77 anni, uno dei cugini.
"Cosa mi ha detto il Papa? Ma che razza di domande sono? Io quando lo vedo gli dico 'ciao' e gli chiedo come sta: volete mica che gli dica 'stupido' ... Sapete che il vescovo mi ha detto 'mi raccomando, fino a lunedì cerca di stare bene'? Se abbiamo parlato in piemontese? Siamo in Piemonte, no?".
"Lui - racconta - è proprio uno che parla semplice. Figuratevi che a volte capita che mi chiami quando sono al circolo delle bocce che frequento; allora io lo metto in contatto con gli amici, con i quali si intrattiene tranquillamente conversando del più e del meno".
La padrona di casa, Carla che oggi ha festeggiato i 90 anni e che in paese è conosciuta per l'esuberanza e la vitalità, non ha voluto rivelare dettagli sull'incontro, e ha anche scherzato con i cronisti: "Cosa mi ha detto il Papa? Ma che razza di domande sono? Io quando lo vedo gli dico 'ciao' e gli chiedo come sta: volete mica che gli dica 'stupido' ... Sapete che il vescovo mi ha detto 'mi raccomando, fino a lunedì cerca di stare bene'? Se abbiamo parlato in piemontese? Siamo in Piemonte, no?".
Dopo il pranzo Papa Francesco è salito a Tigliole d'Asti per un incontro con un'altra cugina, Delia Gai.
L'intera visita è l’occasione per riandare con la mente al passato, a quelle che un’altra cugina di Francesco, Nella Bergoglio, sottolinea siano “le terre delle sue origini”.
Nella Bergoglio condivide con il Papa il trisnonno Giuseppe e in una intervista nell’ambito del documentario ‘Radici’ - realizzato da Telepace e Rete 7 in occasione della visita del Papa ad Asti - precisa di essere nata proprio in quel casale chiamato Brico Marmorito che si trova nel territorio della città ai confini di Portacomaro.
“Francesco - dice mostrando una foto - veniva qui a trovare gli altri parenti quando si recava a Torino dai cugini più stretti”.
L’emozione è grande per l’arrivo del Pontefice nella città piemontese.
Sembra un po’ il clima che si respirava all’indomani del 13 marzo 2013, dicono dalla redazione della Gazzetta d’Asti. “All’inizio - afferma il giornalista Stefano Masino - erano in pochi a sapere delle origini piemontesi di Papa Francesco”.
Giancarlo Libert, appassionato di storia dell’emigrazione piemontese in Argentina, fu il primo a parlarne attraverso i suoi libri. “Le notizie che avevo avuto - racconta - sono state pubblicate nel 2005 (titolo del libro Astigiani nella Pampa): intorno al 2003-2004 avevo già preso contatti con parenti in Piemonte proprio per avere delle informazioni”.
Un filone di ricerca sviluppato negli anni successivi grazie al contributo di Orsola Appendino.
Anche Nella Bergoglio ha iniziato a livello epistolare il suo rapporto con il Santo Padre prima dell’elezione al soglio di Pietro. Poi, il giorno di Natale del 2021, ci fu una telefonata. Quando dall’altro capo sentì una voce che diceva “sono Papa Francesco”, lei rispose: “Eh! E magari io non ci credo”.
Poi, soggiunge, “ho capito che era proprio lui: mi sono emozionata, ho pianto, sono andata in tilt e non ricordo cosa ci siamo detti”. La signora conserva ancora traccia di questa telefonata sul suo cellulare. Le lettere, invece, sono conservate all’interno di una scatola. Mentre nel suo cuore sono custoditi tutti gli incontri avvenuti dopo il 2013 a Santa Marta e a margine di qualche udienza in Vaticano.
La semplicità di Papa Francesco rappresentata in un Murales a Milano
La piccola Portacomaro che fa da cornice a questa giornata di affetti e ricordi è in trepidazione, la speranza è di poter anche solo intravedere il Papa. “Nella nostra Chiesa parrocchiale - ricorda il sindaco Alessandro Balliano - è stato battezzato il nonno del Papa, Giovanni, mentre al cimitero sono sepolti alcuni suoi avi”.
Tanta gioia anche a Montechiaro d’Asti. La famiglia Bergoglio visse in questo territorio per alcuni anni presso la cascina “Pellerina” prima di trasferirsi a Portacomaro. Nella Chiesa del paesino dedicata a San Bartolomeo si trova il fonte battesimale dove nel 1857 venne battezzato il bisnonno del Papa che si chiamava Francesco. Il parroco Don Emanuele Baviera parla dell’entusiasmo e delle ricerche d’archivio che negli anni scorsi portarono al ritrovamento di questo certificato di battesimo, oggi custodito gelosamente presso il municipio dove il sindaco Paolo Luzi lo mostra con un certo orgoglio.
Il momento pubblico è in programma domani con la messa nella cattedrale di Asti.
Nella preghiera dei fedeli saranno ricordati "i popoli che soffrono a causa della guerra" con l'auspicio che tacciano le armi e si spengano in tutto il mondo odio e sete di vendetta". Si pregherà anche perché "trovino conforto e sostegno tutti coloro che che soffrono a causa della situazione economica e coloro che hanno perso il lavoro".
Francesco conferirà il ministero dell'accolitato a Stefano Accornero e, al termine della messa, guiderà la preghiera dell'Angelus.
Questo viaggio è stato per il papa un ritorno alle sue radici. All'arrivo a Portacomaro ha compiuto una breve visita nella chiesa parrocchiale della Beata Vergine degli Angeli, un luogo che gli è particolarmente caro perché lì pregavano i suoi familiari. Ha visitato una casa di riposo per anziani, rivolgendo agli ospiti un breve saluto e conversando individualmente con loro. Poi, dopo il pranzo dalla cugina festeggiata, si è spostato in altro paese dell'astigiano, Tigliole, dove oltre ai parenti ha incontrato alcuni sindaci dell'Astigiano. Tra i messaggi d'affetto ricevuti, gli auguri firmati dai 110 ospiti di una casa di riposo. La giornata di Bergoglio è finita in Vescovado, dove trascorrerà la notte. Domani alle 11 la messa in cattedrale, ma ci sarà anche tempo per un giro sulla papamobile; la visita astigiana terminerà allo stadio di Asti dove papa Francesco saluterà i giovanissimi, prima di ripartire per il Vaticano.
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