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Il Piemonte da Osaka al futuro: Expo come ponte col Giappone

Tra innovazione, università e riso d’eccellenza nasce una strategia duratura

Il Piemonte si presenta in Giappone con l’ambizione di trasformare Expo Osaka 2025 da semplice vetrina internazionale a piattaforma per rapporti duraturi. Non soltanto sei mesi di esposizione, quindi, ma l’occasione per aprire un canale stabile con un Paese che guarda all’Italia come a un interlocutore privilegiato. Dietro lo stand e i convegni ufficiali c’è infatti una strategia precisa: consolidare la presenza piemontese sul mercato asiatico, mettere in rete università e istituzioni, promuovere le eccellenze agroalimentari e industriali di un territorio che vuole continuare a crescere fuori dai confini europei.

A Osaka, all’interno del Padiglione Italia, il Piemonte si è raccontato come un sistema compatto. Alla conferenza stampa che ha fatto da cornice alla missione istituzionale erano presenti il presidente della Regione, Alberto Cirio, l’assessore al Turismo, Agricoltura e Cibo Paolo Bongioanni, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e il rettore del Politecnico di Torino Stefano Corgnati. Accanto a loro, il commissario generale per l’Italia a Expo, l’ambasciatore Mario Vattani. La scelta di schierare insieme Regione, Comune, università e mondo imprenditoriale è stata la chiave per trasmettere al pubblico giapponese e internazionale un’immagine di solidità, competenza e coesione.

Expo 2025 aprirà i battenti il 13 aprile e durerà fino al 13 ottobre, richiamando milioni di visitatori da tutto il mondo. Per il Piemonte rappresenta la possibilità di parlare a un pubblico globale, ma anche di stringere legami bilaterali più profondi. L’occasione è resa ancora più significativa dal calendario: nel 2026 ricorrerà il 160° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone, avviate nel 1866 dall’ammiraglio piemontese Arminjon. A Torino è ancora custodito un diario dell’epoca, scritto dall’ammiraglio e da due professori piemontesi, testimonianza preziosa di quell’incontro tra mondi lontani. La Regione ha deciso di far tradurre questo documento in occasione dell’anniversario, trasformandolo in un simbolo di continuità storica e culturale.

La presenza piemontese a Osaka si articola su più fronti. Da un lato c’è l’innovazione tecnologica e la ricerca universitaria, incarnata dal Politecnico di Torino, riconosciuto a livello mondiale per l’eccellenza nel settore aerospaziale. Dall’altro c’è la forza del comparto agroalimentare, che punta su prodotti come il tartufo bianco d’Alba, la carne di fassona e soprattutto il riso. Non un dettaglio secondario: il Giappone sta vivendo una profonda crisi produttiva proprio su questa coltura, e per il Piemonte – che con il riso di Baraggia vanta l’unico Igp europeo – si apre una prospettiva straordinaria.

Nei giorni di missione sono stati organizzati incontri con buyer giapponesi, che hanno mostrato grande interesse per il riso piemontese, apprezzandone qualità e caratteristiche. I produttori hanno parlato di un riscontro entusiastico, confermando che il mercato nipponico potrebbe rappresentare una nuova frontiera per l’export regionale. Il recente evento Risò a Vercelli, promosso proprio dalla Regione, ha già dimostrato la capacità del Piemonte di porsi al centro del dibattito mondiale sulla risicoltura, ospitando ministri europei e delegazioni da tutto il continente. A Osaka, questo percorso trova un ulteriore sviluppo, con una cena di gala dedicata a prodotti simbolo come il tartufo e il riso, serviti secondo le tecniche della tradizione piemontese.

Accanto al cibo, però, c’è la diplomazia accademica. Il Politecnico di Torino ha partecipato a incontri con alcune delle università più prestigiose del Giappone, rafforzando il proprio ruolo di ponte culturale e scientifico. L’ateneo torinese è stato percepito come ambasciatore dell’intero territorio, non solo per l’offerta formativa ma per la capacità di raccontare una regione che sa unire ricerca, impresa e qualità della vita. L’obiettivo ora è incrementare la mobilità degli studenti, rendendo il Piemonte una destinazione attrattiva per giovani e ricercatori giapponesi.

Il sindaco di Torino ha sottolineato come la partecipazione del Politecnico all’Expo sia un segno tangibile della forza del sistema torinese e piemontese, capace di presentarsi compatto sulla scena internazionale. La città, insieme alla Regione e al tessuto imprenditoriale, ha colto l’occasione per ribadire la propria vocazione innovativa, con un occhio particolare alle nuove frontiere della mobilità aerea e spaziale.

Il messaggio lanciato da Osaka è chiaro: il Piemonte non si limita a esporre i propri prodotti, ma vuole diventare un interlocutore stabile per il Giappone. La sfida è costruire relazioni di lungo periodo che possano aprire mercati, attrarre investimenti e creare opportunità concrete per le imprese. La diplomazia commerciale si intreccia così con quella culturale, mentre le università assumono un ruolo sempre più centrale come ambasciatori dell’italianità.

Il riso rimane la carta più forte. Con metà della produzione europea concentrata in Italia e una leadership indiscussa del Piemonte, la Regione può proporsi come alternativa credibile a un Paese che oggi deve fare i conti con un settore in difficoltà. Le strategie di promozione prevedono eventi, fiere, incontri tra seller e buyer, tutti finalizzati a veicolare il prodotto sui mercati asiatici. Non solo: la filiera risicola diventa anche strumento di diplomazia gastronomica, con serate dedicate che uniscono eccellenze piemontesi e cucina giapponese.

Guardando oltre l’Expo, il Piemonte punta a trasformare i semi istituzionali gettati in questi giorni in rapporti concreti. Le collaborazioni avviate con le università, i contatti con i buyer, le sinergie tra istituzioni e imprese: tutto concorre a costruire una strategia di internazionalizzazione che non si esaurisce con la chiusura dei padiglioni. La Regione intende rafforzare la propria capacità di esportare e attrarre, aprendo nuovi mercati come risposta alle incertezze generate dai dazi statunitensi e dalle fluttuazioni globali.

In questo scenario, Expo Osaka 2025 diventa per il Piemonte non solo un palcoscenico, ma un ponte verso l’Asia. Innovazione, ricerca, cultura e agroalimentare si fondono in una narrazione unica, che guarda al futuro senza dimenticare le radici storiche di un rapporto che dura da oltre un secolo e mezzo.

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