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Caos al Salone dell’Auto, la Future Parade invade Torino dopo lo stop alle Super Car (FOTO)

Biciclette, monopattini e attivisti in piazza Castello contro il modello “vecchio e ideologico” dell’automotive

Ancora proteste a Torino in occasione del Salone dell’Auto, dopo l’annullamento della sfilata delle Super Car deciso ieri dal Prefetto per timore delle contestazioni. La settimana del Fuori(il)Salone si è chiusa con la Future Parade, un corteo pacifico ma carico di simboli, che ha attraversato i luoghi-chiave della città legati all’automotive, dal Lingotto a Mirafiori, passando per piazza Castello.

Partiti dai Giardini Reali, migliaia di attivisti in bicicletta, cargo bike, monopattini e roller blade hanno percorso la città tra musica, slogan e cartelli. Tra le scritte più visibili: «Le città non sono parco giochi per ricchi», «Lusso per pochi, smog per tutti», «Dai SUV ai carri armati: blocchiamo tutto». Una volta arrivati in piazza Castello, i partecipanti sono stati costretti a scendere dai mezzi, conducendoli a mano come imposto dalla Questura per motivi di ordine pubblico.

Le proteste degli ultimi giorni hanno avuto diversi momenti simbolici: dalla performance delle Red Rebels durante l’inaugurazione del Salone al presidio che ieri aveva spinto la Prefettura a bloccare la parata delle Super Car. Un segnale che, per gli organizzatori, dimostra come le mobilitazioni abbiano saputo incrinare la narrazione di un evento definito “vecchio e ideologico”.

«Questo Salone era stato annunciato come una grande occasione per Torino, che avrebbe dovuto addirittura attrarre 500mila visitatori» ha dichiarato Viola di Fridays for Future, scendendo dalla bicicletta. «Un’occasione di rilancio per il settore dell’auto, di una favoleggiata Vehicle Valley che scimmiotta la Motor Valley emiliana. Un’illusione ancorata a miti dello scorso secolo, scollegata dalla realtà, in una città abbandonata ai licenziamenti e alla cassa integrazione».

Il riferimento è alle parole dell’assessore regionale Andrea Tronzano, che aveva ribadito: «Il Piemonte si conferma la Vehicle Valley italiana: protagonista sulla scena nazionale e internazionale quale simbolo dell’automotive».

I numeri raccontano invece una realtà diversa: a settembre sono stati rinnovati gli ammortizzatori sociali per 2.300 dipendenti Stellantis e annunciati 600 licenziamenti. Allo stesso tempo, l’azienda ha chiesto ai lavoratori italiani di trasferirsi nello stabilimento serbo di Kragujevac, dove si produce la nuova Grande Panda. Sul piano ambientale, Torino resta tra le città più inquinate d’Europa, con il traffico veicolare che incide pesantemente sulla qualità dell’aria. Nel frattempo, il trasporto pubblico locale è in difficoltà per un buco di 23 milioni di euro, che rende ancora più difficile ridurre la dipendenza dalle auto private.

«Viviamo in un mondo sempre più caldo, devastato da siccità, ondate di calore, alluvioni. Le emissioni del settore dei trasporti continuano ad aumentare, come certifica l'Agenzia Internazionale per l'Energia» ha commentato Maria di Extinction Rebellion. «Il Governo e la Regione Piemonte devono cambiare rotta investendo in una reale transizione ecologica che sia equa, giusta e radicale».

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