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Festa dell'Uva 2025

Arianna Sanna è la Ninfa Albaluce 2025: tutta l’emozione dell’incoronazione rivive nella nostra fotogallery

L’incoronazione della 28enne di Rodallo apre la novantaduesima edizione della Festa dell’Uva di Caluso, tra leggende antiche, Erbaluce DOCG, ospiti inattesi e un impegno crescente verso inclusività e sostenibilità

Il volto emozionato di Arianna Sanna, 28 anni, ha illuminato la piazza di Caluso nel momento più atteso della Festa dell’Uva: l’incoronazione della Ninfa Albaluce 2025. Con il tradizionale affaccio dal balcone, la giovane residente di Rodallo ha ricevuto il titolo che unisce mito e comunità, lasciando scivolare poche ma sentite parole che hanno subito colpito i presenti: «Vivo a Rodallo da sempre e la Festa dell’Uva fa parte della mia vita sin da quando sono nata. Ho 28 anni, sono laureata in Chimica e lavoro in un’azienda farmaceutica, ma oggi mi sento prima di tutto parte di questa comunità. Per me è un onore enorme essere qui e rappresentare Caluso come Ninfa Albaluce 2025». La piazza ha risposto con un applauso convinto, trasportata dall'entusiasmo travolgente del Rione Rodallo, che riconosoce nella voce di Arianna l’autenticità di chi questa celebrazione non l’ha soltanto osservata, ma la vive fin da bambina.

La figura della Ninfa Albaluce non è un semplice ornamento folclorico, ma il cuore di un rito che affonda le radici in una leggenda antichissima. Albaluce, figlia del Sole e della ninfa Alba, pianse lacrime che si trasformarono in tralci di Erbaluce, il vitigno che ancora oggi identifica il Canavese e dà vita a tre vini distintivi: il bianco fermo, lo spumante e il passito. Eleggere una Ninfa significa quindi legare presente e passato, innestare sulle generazioni nuove la continuità di un simbolo collettivo. Dal 2015 questa tradizione è custodita dall’Ordine delle Ninfe Albaluce, un’associazione femminile che riunisce le ex Ninfe e che, con oltre trenta componenti, promuove la cultura locale e la proietta in chiave turistica.

La scelta di Arianna è avvenuta come sempre in modo riservato, con una selezione condotta da un comitato formato da rappresentanti dell’Ordine, della Pro Loco, del Comune e della parrocchia. Nessuna indiscrezione trapela prima dell’annuncio: neppure le candidate escluse conoscono il risultato fino al momento dell’incoronazione pubblica. Così anche la neoeletta Ninfa ha vissuto l’emozione della sorpresa, scoprendo insieme al pubblico il suo nuovo ruolo.

La Ninfa Albaluce 2025,  Arianna Sanna

Ma la Festa dell’Uva di Caluso non è solo il momento dell’incoronazione. È un contenitore di eventi che dal 1934 rinnova il legame con il territorio. Cortei storici, sfilate dei rioni, spettacoli, palio, mostre, concerti e soprattutto degustazioni accompagnano per giorni l’intera comunità, attraendo visitatori da fuori provincia. Non è un caso se la Festa, giunta alla novantaduesima edizione, viene considerata una delle più longeve del Piemonte e dell’Italia intera e a confermarlo è il Primo Cittadini calusiese, Maria Rosa Cena.

Quanto è importante portare avanti queste tradizioni dopo tutti questi anni?

"Mah io penso che sia fondamentale" ha spiegato la Sindaca Mariuccia Cena. "È la Festa dell’Uva, e l’essere arrivati alla novantaduesima edizione lo dimostra. Quando abbiamo celebrato il novantesimo ci siamo accorti, studiando la storia, che tutto ebbe inizio nel 1934 grazie a un’intuizione di un giornalista, che organizzò la Festa della Vendemmia e la patrocinò. All’epoca portarono col treno a Caluso tantissime persone da Torino, quando i collegamenti erano ancora difficili. Da allora la Festa non si è più fermata".

Quella prima edizione pose le basi di una tradizione che oggi ha assunto dimensioni culturali, sociali ed economiche. Il legame con l’Erbaluce di Caluso, vitigno già documentato nel Medioevo e poi elevato a DOC nel 1967 e a DOCG nel 2010, è la linfa di una celebrazione che non si limita a evocare il mito, ma promuove concretamente un prodotto d’eccellenza. "Negli ultimi dodici anni l’Erbaluce ha avuto un riconoscimento straordinario" sottolineano la Sindaca. "La DOC conta 106 comuni, la DOCG 36, e oggi i vini di Caluso vengono serviti dappertutto, anche all’estero. È un grande orgoglio, frutto del lavoro dei viticoltori ma anche delle istituzioni che hanno sostenuto questo percorso".

Se negli anni Trenta il vino rappresentava soprattutto una risorsa agricola, oggi è anche veicolo di promozione turistica, ambasciatore del territorio all’estero e ha il compito di attrarre investitori. Nella Festa, il vino dialoga con le altre componenti della vita comunitaria: dalla religione, che accompagna la processione e la benedizione dei frutti, fino alla modernità delle iniziative sulla sostenibilità e l’inclusività, temi diventati centrali.

Quest’anno la Festa si è concentrata molto su inclusività e sostenibilità. Quanto è importante portare questi valori, oggi, in una festa di paese così antica?

"Ma io credo che le feste di paese abbiano il dovere di portare avanti inclusività e sostenibilità, perché nei giorni nostri questo è fondamentale. Ogni evento deve tenere conto di questi principi.

Il programma 2025 ha infatti messo in risalto pratiche attente all’ambiente, dall’uso di materiali riciclabili fino alla valorizzazione di prodotti locali a filiera corta, con un’attenzione particolare all’accessibilità per persone con disabilità. Anche la musica, le mostre e gli spettacoli hanno cercato di rappresentare la pluralità del territorio, offrendo un’immagine di Caluso come comunità aperta e dinamica.

Il folklore si è intrecciato con episodi inattesi, come la presenza di un attore di Hollywood, Ronn Moss, che ha incuriosito il pubblico.

Da dove nasce l’idea di portare un attore di Hollywood qui a Caluso?

"Per caso. - ci risponde la Sindaca -  Per caso e soprattutto abbiamo saputo che lui coltiva in una masseria in Puglia, non l’Erbaluce ma un altro tipo di vino. Quindi abbiamo trovato il collegamento tra la sua passione, il vino, e l’Erbaluce di Caluso. E noi diciamo che se avesse conosciuto prima Caluso, sicuramente avrebbe comprato una vigna qui".

La ninfa Albaluce 2024, la Sindaca di Caluso Mariuccia Cena e l'attore internazionale Ronn Moss

Dietro la leggerezza dell’aneddoto si percepisce la forza di una festa che sa sorprendere, intrecciando radici e modernità, e che riesce a richiamare l’attenzione mediatica pur restando profondamente ancorata alla propria identità. In questo contesto, la figura di Arianna Sanna assume un ruolo ancora più significativo. Non è soltanto la ragazza incoronata regina per un anno, ma una giovane professionista che porta con sé la credibilità di chi conosce il valore della comunità e della tradizione.

Il suo impegno sarà quello di rappresentare Caluso nelle occasioni ufficiali, negli eventi culturali e nelle manifestazioni legate alla promozione del vino. Sarà ambasciatrice di un territorio che vive di vigne e colline, di miti e memoria, ma che guarda con decisione al futuro. E se la leggenda narra che dalle lacrime di Albaluce nacque il vitigno dell’Erbaluce, oggi quelle lacrime si trasformano in bottiglie che viaggiano nel mondo, raccontando un’identità che non conosce confini.

La novantaduesima edizione della Festa dell’Uva segna dunque un nuovo capitolo di questa storia collettiva. Arianna, con il suo sorriso e la sua spontaneità, è la personificazione di un Canavese che sa rinnovarsi senza dimenticare le proprie radici. Nelle sue parole – «un onore enorme» – c’è la consapevolezza che la Ninfa Albaluce non è una figura di cartapesta, ma una responsabilità reale: incarnare i valori di una comunità e proiettarli oltre il proprio territorio.

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