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13 Luglio 2025 - 11:36
C’è un cortile polveroso, da qualche parte in Moldavia, dove i bambini non giocano con il cellulare, non hanno zaini firmati né un gelato ogni pomeriggio.
Eppure, d’estate, quel cortile si anima di voci, risate, mani piccole che stringono biscotti come fossero tesori.
Per quei bambini è molto più di un posto dove passare il tempo: è una salvezza. Un rifugio dai pericoli delle strade e, troppo spesso, da famiglie fragili, segnate dall’assenza di amore e attenzione.
E sa da dove arriva quella piccola luce? Da un garage di Brandizzo. Dalla forza ostinata e silenziosa di una donna: Corina Prisacari, 40 anni, originaria della Moldavia e da tempo residente in Piemonte.
Corina Prisacari
Da anni raccoglie abiti, giochi, quaderni. Ma oggi il suo appello è più semplice e urgente che mai:
«Abbiamo bisogno di dolcetti. Vogliamo offrire almeno una merenda a ogni bambino che verrà alla colonia estiva».
Sì, perché quel cortile sta per trasformarsi in una colonia estiva. Un luogo dove i bambini non solo giocheranno o coloreranno, ma impareranno qualcosa di molto più prezioso: a sentirsi al sicuro, a riconoscere l’amore, a credere di meritare rispetto.
«Molti di loro crescono in famiglie dove manca il bene – racconta Corina –. Noi vogliamo dar loro almeno un’alternativa. Un ricordo buono».
Corina ha una vita normale, lavora in fabbrica, fa la spesa come tutti, quando serve fa anche pulizie. Ma il suo vero “impiego” è un altro: portare dignità a chi non ne ha, asciugare lacrime, offrire cibo, vestiti e speranza ai bambini moldavi dimenticati.
«Non c’è un momento preciso in cui tutto è iniziato – spiega –. Da piccola aiutavo i poveri del mio quartiere. Li portavo a casa, offrivo loro un pasto, li aiutavo a lavarsi. Per me era normale».
Quella vocazione non l’ha mai abbandonata.
Anni dopo, tornata in Moldavia per sistemare dei documenti, incontra una giovane madre con due figli: lavora, ma non riesce a sfamarli. Corina le promette che, una volta rientrata in Italia, le avrebbe spedito dei vestiti.
Da lì comincia tutto. Una richiesta, poi un’altra. Pacchi che partono, famiglie che ricevono. Scarpe, legna, formaggio, materiale scolastico, bombole del gas. E, soprattutto, attenzione, cura.
«La gente dona con il cuore, ma spesso arrivano solo vestiti. In realtà, questi bambini hanno bisogno anche di mangiare. C’è chi non ha mai assaggiato un salame o un pezzo di formaggio in vita sua. Un piccolo alimento può essere un sogno per loro», racconta Corina con la voce carica di emozione.
Tutto questo senza fondi pubblici né associazioni alle spalle. Solo grazie al suo stipendio, alla forza della fede e a una rete silenziosa di donne italiane che la supportano.
Tra queste donne c’è Maria, che racconta:
«Ho conosciuto Corina tramite la mia fisioterapista qualche anno fa. È entrata nella mia vita in punta di piedi. Con umiltà mi ha fatto conoscere la triste realtà della Moldavia e mi ha spiegato come, da sempre, si impegna ad aiutare chi ha meno. Per me è stato un piacere immenso coinvolgere altre persone per raccogliere indumenti, cibo e offerte. Mi riempie di gioia vedere i sorrisi di queste famiglie quando ricevono un aiuto che parte dall’Italia. Corina ha un cuore grande e una volontà instancabile: ci mette davvero tutta sé stessa per far arrivare ogni gesto di amore a destinazione».
E poi c’è Raffaella, che la conosce da quindici anni:
«Da quando la conosco ha sempre raccolto vestiti, cibo, giochi per bambini da mandare giù alle famiglie bisognose. So che alcune cose le vendeva ai mercatini e con quel ricavato pagava le spedizioni, perché spedire ha un costo. Anche quando lei stessa aveva difficoltà economiche non ha mai smesso di aiutare. Ci manda i messaggi con le richieste, io li giro alle mie amiche e cerchiamo di raccogliere ciò che serve: dai pannolini per bambini e anziani al cibo. Lei non lo fa per guadagnarci, ma perché ha un cuore grande. E poi ci manda sempre le foto dei bambini con i vestiti, i peluche, i sorrisi. È una cosa bella, da ammirare. Non lo dico solo perché è mia amica, ma perché è una persona speciale».
Gli aiuti vengono raccolti in un piccolo garage a Brandizzo, affittato da lei. Nessuno scaffale elegante, ma un tetto che non perde e tanta determinazione. I vestiti più belli vengono venduti nei mercatini di Chivasso e Leinì per coprire le spese di spedizione: circa 1 euro al chilo, per un totale mensile che supera facilmente i 500-600 euro.
Ora, però, c’è un’urgenza: la colonia estiva.
Molti dei bambini aiutati da Corina si ritroveranno in quel cortile per trascorrere alcuni giorni lontani dalle difficoltà quotidiane. (Clicca qui)
«Vogliamo offrire almeno una merenda – spiega –. Un piccolo dolce, un biscotto, qualcosa che faccia sentire questi bambini considerati, amati».
Ogni merenda donata è un abbraccio che attraversa migliaia di chilometri.
E qualcosa si sta già muovendo: i piccoli paesi della provincia torinese stanno rispondendo con il cuore. Famiglie che si organizzano, pacchi pronti a partire, messaggi che si diffondono.
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