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Bollengo rende omaggio ad Agostino Cominetto, detto “Tajanda”

Nato nel 1920 a Burolo e spentosi nel 2005 è stato un incredibile musicista

Bollengo rende omaggio ad Agostino Cominetto, detto “Tajanda”

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Bollengo rende omaggio ad Agostino Cominetto, detto “Tajanda”, nato nel 1920 a Burolo e spentosi nel 2005, che è stato un incredibile musicista, ricordato ancor oggi per le feste da ballo da lui animate, nel dopoguerra, con la sua orchestra “Improvviso” e con i fidi compagni musicanti Aristide Mosca (“Palasòt”), Paolo Avondoglio (“Paulin”) e Lino Regruto (“Lino ‘d Biènca”).

Si è guadagnato la fama di musicista “acrobatico” per la capacità di suonare lo strumento anche dietro la schiena o in altre posizioni spettacolari.

“Tajanda”( così soprannominato dal nome della cascina in cui era nato) proveniva da una famiglia contadina, nella quale quasi nessuno praticava l’arte della musica; lui, spinto da un’incontenibile passione, iniziò lo studio del violino con i maestri Guindani e Canzano, rispettivamente di Ivrea e Cascinette.

Arruolato nell’Esercito durante la Seconda Guerra Mondiale, Agostino si ritrovò in Grecia l’8 settembre 1943, il giorno del “Decreto Badoglio”.

I militari italiani che, illusi di ritornare a casa, non accettarono l’arruolamento sotto la Repubblica di Salò, furono rinchiusi in un treno merci e deportati nei “lager” tedeschi come Imi (Militari italiani internati). Il campo di prigionia nel quale finì “Tajanda” fu quello tristemente famoso di Büchenwald, dove si compivano esperimenti disumani e torture inimmaginabili.

Durante il viaggio dalla Grecia alla Germania, conobbe un ufficiale russo, come lui destinato ai campi di lavoro il quale, ben sapendo la sorte che i nazisti riservavano ai prigionieri russi, regalò il suo violino a Tajanda”, con il quale aveva stretto amicizia.

Quel violino ricevuto in dono salvò la vita al giovane Agostino: nel lager era destinato a cedere alle fatiche immani alle quali era sottoposto (non aveva un fisico adatto ai lavori pesanti) e, quindi, ritenuto “non abile”, sarebbe stato sottoposto a selezione ed eliminazione. Ma qualche ufficiale tedesco si accorse del suo talento musicale e lo fece suonare alle feste dei graduati, si pensa più per vezzo che per spirito umanitario, comunque salvandogli la vita. Con la liberazione da parte degli alleati, Agostino fece ritorno a casa con il “fortunato” violino sotto braccio.

A ricordare la sua figura venerdì prossimo 12 maggio, nel salone Nuova Torre di Bollengo, saranno, con il Sindaco Luigi Sergio Ricca, il figlio Roberto Cominetto (già Sindaco di Burolo), Rinaldo Doro e Beatrice Pignolo del Centro Etnologico Canavesano, che eseguiranno brani che piacevano a Tajanda.

“Il nostro - dice Luigi Sergio Ricca - vuole essere un omaggio al musicista ma anche un momento di sensibilizzazione e memoria delle atrocità delle deportazioni”.

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