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Trino

“Quasi Nessuno” di Matilde Cassani

Arte contemporanea: al Principato di Lucedio fino al 30 novembre

Un'installazione nelle campagne di Lucedio

Un'installazione nelle campagne di Lucedio

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Sette mesi di esposizione per il progetto “Quasi nessuno” di Matilde Cassani a cura di Paola Nicolin, esposizione inaugurata domenica 7 maggio al Principato di Lucedio.

Sarà attiva fino al 30 novembre ed è promossa dall’associazione Aptitudeforthearts con il patrocinio della Provincia di Vercelli e del Comune di Trino, e con il supporto del Principato di Lucedio.

Matilde Cassani è una designer e artista la cui ricerca da anni opera al confine tra architettura, installazioni e performance.

Nata come iniziativa di arte sul territorio dedicata alla valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale del vercellese, Aptitudeforthearts conferma con questo secondo episodio la volontà di sostenere la ricerca artistica femminile invitando artiste di diversa generazione e provenienza a riflettere sul paesaggio della risaia e a immaginare un intervento liberamente ispirato alle sue storie.

Per questa edizione l’invito è stato esplicitamente pensato in relazione alla possibilità di agire nel contesto naturale, entro un circondario ampio e generoso che abbracciasse la vastità della risaia, oltre il confine di uno specifico manufatto architettonico.

Quasi Nessuno” è la risposta di Matilde Cassani il cui sguardo indaga la risaia come fenomeno socio-antropologico prima che estetico.

"Quasi nessuno"

Nel corso delle ricerche svolte sul posto, Cassani si è soffermata infatti sulla progressiva rarefazione della figura umana nel paesaggio agricolo, sempre meno abitato da corpi e sempre più attraversato da racconti, storie di comunità scomparse, voci di fantasmi che echeggiano dietro le colline, il comparire e lo scomparire dell’acqua sempre meno abbondante, il nidificare degli aironi che segnano il passaggio delle stagioni.

Matilde Cassani è arrivata a discutere su quello che lei stessa definisce “il miraggio di un uomo”, la sua presenza isolata tra gli animali, il suo essere un animale tra i tanti, fragile come gli altri che subiscono gli effetti del cambiamento climatico dove sovrana regna la signora siccità.

Cassani trasforma la risaia in un universo fiabesco, popolato di figure visibili, echi di chi non c’è più, comparse sfuggenti che si intravedono all’imbrunire. Qui ha infatti sognato di veder comparire qua e là una compagnia di spaventapasseri.

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